ri

Vorrei oggi sottoporre all’attenzione dei miei (2) stimati lettori l’ingannevole carattere 日 (rì) “giorno, sole”.
Il carattere di per sé è un banale pittogramma del sole, per la sua natura pragmatica viene usato in poche occasioni, si potrebbe tranquillamente accantonare nella lista dei caratteri poco significativi.
Invece, esso gode di una immeritata fama dovuta al fatto che viene adoperato insieme a 月 (yuè) “luna” a formare 明 (míng) “chiaro”, venendo a costituire il più famoso esempio di carattere composto mai citato.
Fateci caso, appare in OGNI benedetto libro sui caratteri cinesi.
Questo malefico carattere presenta poi dei degni discendenti, come 昌 (chāng) “prospero”, che da solo potrebbe essere bellamente ignorato se non fosse per 唱 (chàng) “cantare”, che va saputo per evitare di trovarsi all’improvviso in mezzo ad una platea urlante con in mano un microfono da karaoke, e lo dico per esperienza.
Un altro degno pargolo è 倡 (chàng) di 倡议 (chàngyì) “proporre, sostenere”, un termine che secondo me ha il suo peso.
倡 poi appare anche in 提倡 (tíchàng) “incoraggiare, raccomandare”, largamente usato negli slogan dipinti sui muri in Cina, e che è stato la causa della scrittura di questo post alla vista di una foto su flickr.
E che dire poi di 晶 (jīng) “chiaro”? Pazzesco, manca quello con quattro 日 e poi abbiamo fatto l’en plein.
Non è fantascienza, basti pensare a 器 (qì) “macchinario”.
Comunque anche 晶 in certi campi è insostutuibile, per esempio abbiamo 晶体管 (jīngtǐguǎn) “transistor”, 水晶 (shuǐjīng) “cristallo”.

crostata 4

Quarto e ultimo post sulla crostata.
Per i più golosi, ai quali non interessa la parte di cultura, ecco la traduzione in italiano.

Crostata di frutta fresca (6 persone)
[ingredienti]:
1 – zucchero, 100 grammi
2 – zucchero 100 grammi
3 – farina 200 grammi
4 – un uovo
5 – due tuorli
6 – TORTAGEL: polverina per fare la gelatina, per fare lo strato di gel trasparente, si trova al supermercato
7 – frutta del tipo che piace di più: mela, banana, kiwi, uva, va bene qualsiasi tipo
8 – marmellata
[Attrezzatura]:
1 – teglia
2 – carta forno
3 – mattarello
[modalità di preparazione]:
Accendere il forno a 180°.
Mescolare uniformemente tutti gli ingredienti in una marmitta.
Sistemare la carta forno nella teglia e schiacciare in modo da lasciare sulla carta l’impronta del forno della teglia.
Mettere la carta forno sul tavolo, spianarla bene; sistemare l’impasto sopra alla carta forno.
Con il mattarello creare un disco piatto, di dimensioni di poco superiori all’impronta della teglia.
Mettere la carta forno con il disco dell’impasto nella teglia; con una forchetta praticare tanti buchini sul fondo.
Porre la teglia con l’impasto nel freezer e lasciarcelo 10 minuti; in questo modo l’impasto si indurisce.
Altrimenti, una volta mee la teglia nel forno l’impasto si scioglierebbe.
Quando l’impasto si è indurito, mettere la teglia nel forno per 30 minuti.
Nel frattempo preparare il tortagel e la frutta.
Sulla confezione del tortagel ci sono le istruzioni; è molto emplice, basta aggiungere acqua e far bollire due minuti, ed è pronto.
Attenzione: quando il tortagel è troppo caldo è anche troppo liquido: meglio aspettare un po’ che si raffreddi.
Nel frattempo, tagliare la frutta a pezzi.
Quando l’impasto nel forno è diventato duro, di colore sul giallo scuro/marrone chiaro, è ora di toglierlo dal forno.
Dopo avere atteso un attimo che si raffreddi, aggiungere la marmellata e quindi la frutta, e infine il tortagel.
E’ pronta! Si può mangiare subito.
Però è più buona il giorno successivo.

hsk

汉语水平考试 (Hànyǔ shuǐpíng kǎoshì), noto come HSK, è l’esame di proficiency per la lingua cinese.
A detta di molti si tratta di un esame dalla struttura obsoleta, basato su monotona memorizzazione di quantità inumane di caratteri.
Premetto che a mio giudizio la lingua cinese scritta non può prescindere dalla memorizzazione sistematica dei caratteri.
In aggiunta a questo, la mia personale impressione, dopo esserci passato, è che l’esame HSK è strutturato in modo da comprendere test che controllano molte altre abilità linguistiche.
In fondo basta vedere i siti ufficiali per rendersi conto di come in realtà l’esame sia articolato.
Si divide in tre livelli: 基础 (jīchǔ), “base”; 初-中等 (chū-zhōngděng), “medio”; 高等 (gāoděng), “avanzato”.
Il “base” è una specie di festa per bambini dell’asilo, e prevede le seguenti prove:

  1. 听力理解 (tīnglì lǐjiě) “comprensione orale”, 50 test in 35 minuti.
  2. 语法结构 (yǔfǎ jiégòu) “strutture grammaticali”, 40 test in 40 minuti.
  3. 阅读理解 (yuèdú lǐjiě) “comprensione scritta”, 50 test in 60 minuti.

I risultati sono valutati con: ‘A’ che è il grado più alto, ‘B’ e ‘C’ (fetecchia).
Il “medio” è un macigno; è VERAMENTE difficile, per chi studia da autodidatta significa dover sopportare sforzi sovrumani. E’ a sua volta valutato ABC, e si compone di:

  1. 听力理解, 50 test in 35 minuti
  2. 语法结构, 30 test in 20 minuti
  3. 阅读理解, 50 test in 60 minuti
  4. 综合填空 (zōnghé tiánkòng) “sintetizzare e riempire gli spazi”, 40 test in 30 minuti.

L’ultimo è praticamente riservato ai madrelingua, non sto nemmeno ad elencare le prove. Dico solo che bisogna scrivere un tema e discuterlo con una commissione.
Nota: la prossima sessione italiana si tiene domani a Milano; chi viene?

avverbi 04

Il fantastico mondo degli avverbi 04 – 尤其 (yóu qí) “specialmente”
Esempio da 人民日报 2000年12月08日.

“做人难; 做小孩更难; 做中国的小孩尤其难”

zuòrén nán; zuò xiǎohái gèng nán; zuò zhōngguó de xiǎohái yóuqí nán.

Essere un uomo è difficile; essere un bambino è ancora più difficile; esser un bambino cinese è difficilissimo.

Ho fatto una traduzione un po’ libera ma di seguito porgo le mie giustificazioni.
人 vuol dire “persona” e non uomo, ma in italiano è consuetudine dire “un uomo” per dire “un essere umano”.
尤其 significa “specialmente ma “specialmente difficile” suonava male dopo “difficile” e “più difficile”; la progressione logica era “difficilissimo”.
做人 solitamente si traduce come “comportarsi bene” nel senso di “osservare un comportamento morale corretto” ma veniva una frase noiosissima, e dal contesto mi è sembrato più opportuno dire “essere un uomo”.

danze

In questo post vorrei chiarire la differenza tra 舞狮 (wǔshī) “danza del leone” e la 舞龙 (wǔlóng) “danza del drago”.
In entrambe ci sono omini con vestiti colorati che si agitano senza ritegno.
La danza del leone si fa tipicamente con due persone vestite da leone per scacciare il male e portare buona fortuna, perché queste sono le caratteristiche del leone nella mitologia cinese.
Si vede nei teatri per turisti a 北京, ma anche in occasione di matrimoni, inaugurazioni o cerimonie di apertura.
La danza del drago si fa in tanti (il drago è lungo) per augurare buon tempo e buoni raccolti. L’ho vista una volta nella chinatown di San Francisco.
Alla fine della danza del drago tipicamente dalla bocca si fa uscire una striscia di carta con una (puntualmente incomprensibile) poesia o una frase beneaugurante.

Cucina 03

Puntata 3 della “Cina in cucina”

Quello che troviamo al ristorante cinese è simile a quello che i cinesi considerano un banchetto, che tra l’altro è parte integrante della loro cultura, come ben sa chi si è trovato a fare affari con loro.
La differenza è che a casa loro sono tutti acutamente consapevoli che nella preparazione di un banchetto va considerato anche l’equilibrio tra yin e yang, tra cibi secchi e umidi, dolci e salati, amari e piccanti, molli e croccanti.
Proverbio cinese: un buon pranzo si mangia prima con gli occhi, poi con il naso e infine con la bocca.
Dicoo questo per rispondere anticipatamente ai commenti degli amici appassionati di Giappone riguardo alla cura nella preparazione dei piatti.
Anche io sono appassionato di Giappone e cucina giapponese al punto di avere imparato a farmi da solo il sushi; però tengo a dire che la cura dell’aspetto visivo dei cibi non è prerogativa dei soli giapponesi.
Il fatto è che i ristoranti giapponesi in Italia basano le loro fortune su di un certo tipo di stereotipo che ci siamo costruti in Occidente, mentre i ristoranti cinesi partono da altri presupposti.
Devo dire in effetti che da quanto ho potuto vedere in Giappone, la qualità del ristorante medio non si allontana molto dal ristorante cinese italiano; mentre non ho mai visto in Italia lo sfarzo di certi banchetti gustati in Cina.
Quindi abbandoniamo sterili campanilismi e passiamo ai fatti.

Nella prossima puntata!

Cucina 02

Seconda puntata della “Cina in cucina”:

Diciamo poi che gli stessi cinesi pensano che mangiando tutti i giorni al ristorante ci si ammalerebbe.
Infatti a casa loro i cinesi mangiano in maniera più semplice: ognuno ha una ciotola di riso, e al centro del tavolo vengono sistemate varie pietanze come verdure o carne cotta.
Ognuno insaporisce il proprio riso prendendo piccole quantità delle pietanze comuni.
La cosa bella è che i piatti vengono serviti tutti assieme, e poi ognuno sceglie quello che più gli aggrada; questo avviene sia a casa propria che in occasioni ufficiali.
A casa loro, a tavola, non mettono mai bottiglie; piuttosto, mettono una zuppiera con una zuppa in brodo. Ognuno ha una ciotola e un cucchiaio, ma più spesso solo un cucchiaio, e se vuole si serve dalla zuppiera.
Il fabbisogno di liquidi viene soddisfatto durante il resto della giornata, infatti il thermos o la bottiglia con dentro il tè era onnipresente fino a poco tempo fa; oggi si preferiscono bevande più moderne, generalmente prodotte da una multinazionale americana, ma non mancano i prodotti “indigeni” come la 五星.

Walking in China

Oggi vorrei proporre una traduzione di “Walking in China 101 course” da talktalkchina.
La cosa impressionante è che con modifiche lievissime si potrebbe adattare perfettamente a Milano!
Ne sa qualcosa chi gira in bici…

  1. Cammina in linea retta, qualsiasi cosa succeda. Non muoverti, non deviare.
  2. Una sgomitata ai più anziani, una spallata ai più giovani.
  3. Evita il contatto visivo. Mai dar loro l’opportunità di versare una mestolata di senso di colpa cattolico nella tua ciotola.
  4. Nel caso in cui qualcuno faccia qualcosa di gentile per te, mai dire “grazie”. Mai dar segno di essersi accorti di niente. Anzi, lanciare un’occhiataccia cattiva (Tenere a mente la lezione 3).
  5. Quando attraversi la strada, assicurarti di essere vicino a qualcuno che possa fare da cuscino tra te e una eventuale macchina che non si ferma.
  6. Non fare caso ai vecchietti con il fischietto sugli attraversamenti pedonali. Essi hanno un solo compito ed è quello di causare fastidio.
  7. In metropolitana, entra e mettiti vicino alla porta – non muoverti per nessuno.
  8. Le macchine sono irrilevanti. Anche i bus. Si muoveranno. O si fermeranno. O tutt’e due. Se non lo fanno – vai alla lezione 5.
  9. Non scostarti per biciclette o motorette sui marciapiedi. Si muoveranno loro. In caso di dubbio, vai alla lezione 1.

Cucina 01

Voglio pubblicare un pezzo che ho scritto una volta per un programma radiofonico, poi mai andato in onda.
Iniziamo con il primo paragrafo.

Chiariamo subito che quella che si trova al ristorante cinese è un riassunto delle cucine delle varie regioni della Cina, ivi compresi piatti che si preparano una volta all’anno in occasioni di festività particolari, e anche piatti inventati di sana pianta.
Un esempio di piatto tipico di una festività festivo sono i 黏糕 / 年糕, gli “gnocchi di riso”. Vengono preparati in occasione della festa di primavera (春节 chūnjié), il capodanno del calendario lunare cinese.
Un altro piatto inventato che non esiste in Cina è il pollo al limone, semplicemente perché i limoni sono stati importati solo di recente.
Generalmente poi anche i piatti originali sono “addomesticati”, sia per mancanza di ingredienti appropriati sia perché i clienti italiani potrebbero non gradire certe prelibatezze un po’ esotiche.
Un esempio è il 生螃蟹 (shēng pángxiè), il granchio crudo marinato nel liquore; è tipico dello 浙江 (zhèjiāng).
Non posso dar torto ai gestori dei ristoranti; già così, solo il cielo sa quante volte ho tentato di convincere degli amici a provare il ristorante cinese per sentirmi dire “Non voglio mica mangiare le formiche fritte!”

fondue

Recentemente ho avuto modo di pensare alla stupefacente somiglianza tra il piatto giapponese noto come Shabu-shabu (しゃぶしゃぶ) e il cinese 火锅 (huǒguō).
Sono proprio la stessa cosa: una specie di fondue Bourguignonne.
Non me ne vogliano i soliti sedicenti accademici della crusca, anche io conosco le differenze, le considero risibili e mi rifiuto di adoperare l’orrido “Fondue Chinoise”.
Allo stesso modo 我想这个用语「法式火锅」好可笑!
就是同样的东西!
Come on!