Grigino

Sabato siamo andati a montare la targa alla macchina nuova.
Premetto che qui puoi avere la targa personalizzata ma devi aspettare 2 settimane in più del normale.
Noi tutti gasati avevamo colto la palla al balzo e avevamo chiesto una targa che iniziava con “VA”, dalle lettere del nome del primogenito.
Al momento fatidico ricevo in mano le due targhe e leggo con orrore “UA”.
Ma come? Oh omino cinese che conosci a menadito diecimila caratteri, nel tuo claudicante cervello non c’è posto per 26 misere lettere dell’alfabeto? Proprio non ci sta la differenza tra la V e la U? Oppure sei un antico romano travestito?
Certo che si sarebbe potuto cambiare, ma bisognava passare attraverso una ordalia burocratica senza pari, e quindi ho preferito lasciar perdere e tenermi “UA”.
Secondo atto: andiamo ad installare la pellicola antisfondamento sui vetri.
Arrivo al negozio, mi fanno vedere il catalogo con una decina di sfumature di grigio e mi chiedono: “Che colore vuoi?”
Io con tutta l’ingenuità di questo mondo me ne esco con “Tutto trasparente.”
Segue uno guardo scimmiesco della commessa, che dopo qualche secondo si ripiglia e dice: “Non si può. Trasparente si può mettere solo davanti, ma ai lati e dietro lo devi mettere scuro.”
Io: “Come non si può? Vetro è vetro, se lo puoi mettere sul vetro davanti allora lo devi poter mettere anche su tutti gli altri vetri.”
Attimo di silenzio imbarazzato, al che arriva un altro tizio che emana la sua perla di millenaria saggezza cinese: “Tutto trasparente non è bello da vedere.”
Forse tutti e due si aspettavano che a questo punto avrei mostrato un sorriso rilassato e avrei detto: “Sì, avete ragione, non è bello da vedere.”
Invece ho dovuto usare i miei superpoteri di “pazienzaman”, e invece di saltargli alla gola lo fisso nelle palle degli occhi e gli dico: “Di chi è la macchina? È mia. Decido IO come mi piace. Lo voglio tutto trasparente.”
E dico in italiano a mia moglie: “Scommetto quello che vuoi che trasparente costa di più”.
La commessa quindi chiama al telefono il responsabile della baracca.
Dopo un po’ questo arriva e nuovamente ci fa vedere il catalogo con i colori consigliandomi il grigino.
Io dico: “Non mi interessa! Il concessionario ha detto ‘gratis’, non ha detto ‘gratis ma di colori diversi’. Lo voglio trasparente punto e basta.”
Visto che dimostravo una esecrabile cocciutaggine occidentale, alla fine la scomoda verità è venuta a galla: la pellicola trasparente costa di più di quella grigia, quindi per un trattamento gratuito (cioè pagato dal concessionario a prezzo fisso) il negozio ci avrebbe perso.
Proposta del negoziante: lo faccio tutto trasparente ma mi date 600 RMB in più.
Proposta mia: “Metti la pellicola trasparente davanti, e la pellicola grigia me la dai in mano senza attaccarla”. A quel punto stavo schizzando bile, volevo vedere fino a che punto sarebbe durata la commedia.
Cioè, va bene tutto, non è che sono contrario al vetro scuro per motivi religiosi o altro, ma io dico, non potevano dirlo subito invece di fare tanti giri?
“Guarda mi spiace tanto ma la pellicola trasparente costa di più e siccome il trattamento fa parte di un package fisso, non possiamo metterti solo quella.” Che ci voleva?
In fondo da queste parti il sole è feroce, e con un bambino a bordo è effettivamente meglio mettere il grigio ai lati.
Alla fine ho messo il grigio chiaro… e ho passato un altro pomeriggio “interessante”.

traffico

Bene, un mesetto fa ho fatto la patente cinese e mi sono comperato una macchina.
È giunta ormai l’ora di esprimere le mie prime impressioni sul traffico cinese.
Cercherò di essere schematico.


strada cinese


La prima regola (o principio generale, è lo stesso) è che le regole del traffico esistono, ma sono per così dire degli “amichevoli consigli”. Tutti sappiamo che la vita reale è molto complicata per cui non è possibile stilare un sistema di regole che comprenda tutti i casi possibili, per cui ognuno deve fare del suo meglio ed improvvisare al momento.
La seconda regola è che ognuno fa finta che tutti gli altri non esistano, a meno che ci sia il pericolo di danneggiare il proprio veicolo. A quel punto si simula indifferenza e si fa una manovra evasiva facendo finta che quello fosse il proprio intento dall’inizio. Esempio: sto andando tranquillo per la mia strada. Improvvisamente arriva uno contromano. Se nessuno dei due si sposta, faremo un frontale. Allora in base alla seconda regola, potrei mettere la freccia a destra e fermarmi a chiedere un’informazione ad un passante aspettando che l’altro pazzo continui i suoi propositi suicidi coinvolgendo qualcun altro. Oppure potrei fingere un guasto al motore, fermarmi, aprire il cofano e scendere a guardare il motore grattandomi la testa. Passato il pericolo, risalirei in macchina e continuerei per la mia strada. L’importante è evitare il contatto visivo con l’avversario.
Terza regola: il traffico su di una strada cinese è organizzato su svariati livelli indipendenti.
Un esempio è il traffico diciamo “tollerato”.
Mi spiego: in generale, meglio tenersi alla larga dalla parte destra della carreggiata: quella è riservata a biciclette, scooter, carretti, moto, motorette, famiglie a piedi, tricicli, tuk-tuk, carriole &c. La suddetta parte destra della carreggiata è un universo a parte, nel senso che non valgono le comuni regole della strada e nemmeno il più basilare buon senso. In pratica si può fare quello che si vuole, cioè andare contromano, fare inversione senza guardare, fermarsi a bilanciare meglio il carico del proprio veicolo, improvvisare bancarelle o vendere arrosticini.
Quindi per chi va in macchina, la scelta migliore è restare il più vicino possibile alla linea di mezzaria.
Se si vuole sorpassare, si aspetta un momento quando sulla destra c’è spazio e si sorpassa sulla destra. Non è uno scherzo: il sorpasso sulla destra è la cosa più normale che esista su una strada cinese.
Regola 4, la dimensione del veicolo dà diritto di precedenza.
Questo comporta la definizione di un ulteriore livello del traffico, dominato da camion e autobus. Essi procedono senza minimamente curarsi di chiunque altro eccetto altri veicoli di dimensione paragonabile.
L’autobus resta uno dei mezzi di trasporto più gettonati in Cina, e qui mi inginocchio e ringrazio tutti i santi, perché se tutti andassero in macchina sarebbe veramente la fine.
La più diretta conseguenza comunque è che il numero dei suddetti automezzi è astronomico, e altrettanto lo è il numero delle fermate, regolarmente strapiene di gente che avanza fino in mezzo alla strada per vedere se finalmente arriva l’autobus della linea giusta.
Praticamente è impossibile fare 50 metri in città senza dover schivare un pullman che si sta fermando oppure partendo. Alle fermate più popolari, ci sono quattro o cinque pullman che in teoria dovrebbero aspettare in fila il proprio turno per fermarsi nel posto giusto, ma invece si accavallano uno sull’altro creando una barriera impenetrabile di lamiere e gente che si infila dovunque correndo per arrivare alla porta. Nota: per “gente” si immagini una variopinta compagine di adulti, anziani, bambini, neonati, donne incinte e insomma ci siamo capiti, tutti con borse, gerle, sacchi, animali vivi eccetera.
Un discorso a parte poi meritano i taxi.
In tutte le nazioni del mondo i tassisti sono noti per lo stile di guida un po’ originale.
Qui in Cina il tassista è esasperato dalle condizioni del traffico e quindi viaggia nelle fessure tra un veicolo e l’altro, totalmente incurante (alcuni dicono ignaro) di qualsiasi regola, ufficiale o meno.
Si può immaginare il taxi cinese come un proiettile impazzito che rimbalza da una parte all’altra della strada.
Nota bene: qui ci riferisce alla guida in città. In aperta campagna le cose sono ben differenti.
Quindi riassumendo: una volta apprese le regole ufficiali del traffico, ed essersi familiarizzati con le regole non ufficiali, non resta che partire lieti e giocondi verso nuove avventure! Buona guida!

Song Dandan

Un post su 宋丹丹 (Sòng Dāndān), una bravissima attrice cinese (in foto).

Classe 1961, è l’attrice comica cinese più famosa in assoluto.
Attrice drammatica per formazione, ora è impiegata al 北京人民艺术剧院 (Běijīng rénmín yìshù jùyuàn) “Beijing peoplès Art Theatre”.
Ha avuto una carriera veramente brillante, ha fatto di tutto e di più.
Ha avuto i primi successi con gli 相声 (xiàngsheng), la forma cinese del cabaret.
Il meglio di sé sicuramente lo dà con 赵本山 (Zhào Běnshān), un altro mitico attore di 相声.
I due formano una coppia comica di efficacia devastante; tipicamente impersonano una coppia di vecchi contadini ignoranti alle prese con problemi vari; lei truccata da vecchia è semplicemente irresistibile.

I due sono regolarmente presenti allo show cinese per eccellenza, cioè la serata di gala del capodanno cinese.
L’anno scorso è stata un’eccezione perché Song Dandan ha preferito rinunciare, essendo già troppo stressata per altri impegni di lavoro.
Oggidì, per dirla con una parola vetusta, Song Dandan è presente in tutte le case cinesi con la fortunatissima sitcom 家有儿女 (Jiā yǒu ér-nǚ) liberamente traducibile con “A casa con i figli”, oramai arrivata al centesimo episodio o giù di lì.
Recentemente ha scritto un libro sulla sua vita, 幸福深处 (xìngfú shēnchù) “Profondamente felice”.