In precedenza si era parlato di come i nostri fratelli cinesi abbiano delle convinzioni piuttosto radicate riguardo alla loro storia, le invenzioni dell’antichità, e tutta una serie di altri argomenti.
Vorrei ora parlare di un altro mito che risulta interessante anche per ragioni culturali e filosofiche.
Sarebbe doveroso fare una premessa sul taoismo, sui principi 阴 (yīn) “principio femminile, freddo, passivo” 阳 (yáng) “principio maschile, caldo, attivo”, ma gli eventuali interessati sicuramente saranno più che soddisfatti dagli articoli di Wikipedia.
Da queste dottrine deriva la grande disciplina della medicina tradizionale cinese, nonché una serie di credenze e superstizioni ancora piuttosto radicate; una di queste è la differenziazione degli alimenti tra 热性 (rèxìng) “caldi” e 凉性 (liángxìng) o 寒性 (hánxìng) “freddi”.
La cosa non ha nulla a che fare con la temperatura, bensì con l’appartenenza al reame dello Ying e dello Yang di cui sopra.
La classificazione è piuttosto arbitraria, nel senso che non si può stabilire a priori se un dato alimento sia “caldo” o “freddo”; spesso non lo sanno nemmeno i cinesi stessi, ed è uno di quegli argomenti di discussione che dona lustro allo straniero che si dimostra interessato alla cosa.
Comunque sono comunemente considerati “freddi” i seguenti alimenti: 番茄 (fānqié) “pomodoro”, 香蕉 (xiāngjiāo) “banana”, 西瓜 (xīguā) “anguria”, 牛奶 (niúnǎi) “latte”, 海带 (hǎidài) “alghe”, alcuni tipi di pesci e molluschi che non sto ad elencare.
Sono invece “caldi”: 樱桃 (yīngtáo) “ciliegia”, 李子 (lǐzi) “prugna”, 芒果 (mángguǒ) “mango”, la carne dei più comuni animali, altri tipi di pesci, i crostacei.
Poi ci sono i cibi 平性 (píngxìng), che sarebbero a metà tra caldo e freddo e quindi neutri, e cioè 面 (miàn) “farina”, 黄豆 (huángdòu) “soia”, 山芋 (shānyù) “patata dolce”, 萝卜 (luóbo) “rapa”, 苹果 (píngguǒ) “mela” e altri.
Questa è una lista chiaramente non esaustiva e che include solo alcuni degli alimenti più conosciuti agli occidentali. Immagino che non interessi poi a molti sapere che il 荸荠 (bíqi) “water chestnut” sia caldo o freddo, tanto si trova solo in Cina.
Fino a qui l’argomento potrebbe essere poco più che una curiosità accademica, se non fosse per il fatto che in base alla medicina tradizionale cinese l’equilibrio tra Yin e Yang sta alla base della salute del corpo umano, e che ogni malattia è riconducibile ad uno squilibrio dei due princìpi.
Capita quindi ad ogni piè sospinto che qualcuno si lamenti di un malessere e che inizi ad elencare tutte le cose “fredde” o “calde” che si è scofanato di recente.
E ora arriviamo al punto saliente e cioè lo Herpes Simplex; fastidioso sì, ma niente di grave, e notoriamente (per noi occidentali) causato da un virus.
Invece tutti, ma dico tutti i cinesi sono assolutamente convinti che lo herpes sia uno sfogo dovuto all’aver mangiato troppi alimenti “caldi”. Essendo uno sfogo naturale del corpo, bisogna lasciare che segua il suo corso.
Il malcapitato di turno assume quindi un’espressione imbronciata, sapendo di avere di fronte a sé un paio di settimane di gonfiore, prurito, escoriazione eccetera, e dice di avere 上火 (shànghuǒ) “eccessivo calore interno”.
Io da anni sto facendo opera di convincimento per convincere i sofferenti che non si tratta di uno “sfogo” qualsiasi ma di un virus, e che basta spalmare una pomatina e passa tutto.
La medicina in questione si trova anche qui. Quando è capitato a me, ho fatto come di solito in questi casi e cioè ho cercato su internet il principio attivo (主要成分 zhǔyào chéngfēn) che in questo caso si chiama acyclovir; poi ho cercato su baidu come si dice in cinese: 羟乙氧鸟嘌呤 (qiǎng yǐ yǎng niǎo piào lìng) oppure 阿昔洛韦 (ā xī luò wéi). A questo punto basta stampare lo scioglilingua su un foglietto e andare in una farmacia qualsiasi.
Quando però provo a fare tutto il discorso ad un cinese, incontro solo espressioni recalcitranti.
Di fronte alla possibilità di risparmiarsi un paio di settimane di sofferenza anche i più tradizionalisti però in genere accettano di fare una prova, e poi puntualmente non tornano più indietro.
Un’altra grande vittoria della scienza!