immortali 4

Il quarto immortale taoista di questa mia modesta trattazione è 钟离权 (Zhōng Líquán); pare che sia vissuto durante la dinastia 汉 (Hàn, 206 B.C. – 220 A.D.)

Zhōng Líquán

Esistono un paio di versioni: in una, era un comandante militare che si ritirò sulle montagne in tarda età.
In un’altra, era un militare che dopo avere perso una battaglia contro i Tibetani si ritirò a vivere sulle montagne dove incontrò cinque immortali che gli impartirono i loro insegnamenti.
(Una cosa è certa: le montagne della Cina medioevale erano un posto piuttosto affollato.)
Centinaia di anni dopo egli fu il maestro di 吕洞宾 (Lǚ Dòngbīn), di cui abbiamo già parlato.
Le versioni differiscono anche su come egli abbia raggiunto l’immortalità.
In una, egli incontrò un vecchio maestro taoista che gli diede istruzioni su come diventare immortale a sua volta. Quando decise di lasciare il suo maestro, si voltò a guardarlo un’ultima volta ma egli era scomparso.
Un’altra versione riporta i suoi conseguimenti come alchimista, per esempio durante una carestia fabbricò delle monete d’argento e le distribuì ai poveri. Un giorno, un muro della sua casa crollò mentre egli stava meditando, oppure (sempre in base alle varie versioni) in seguito ad una esplosione mentre lavorando ai suoi calderoni.
Dietro al muro c’era un contenitore di giada con dentro le istruzioni su come diventare immortale. Egli seguì le istruzioni e fu portato presso gli altri immortali su di una nuvola scintillante.
Forse come conseguenza delle sue abilità come alchimista, oggi è considerato il protettore delle attività militari.
L’elemento caratteristico di Zhōng Líquán è un ventaglio fatto di piume o foglie di palma.
Di solito viene raffigurato come un uomo corpuolento, pelato e con una barba che arriva all’ombelico.
È riconoscibile anche dai capelli che gli svolazzano intorno alle tempie.

habi

Italiano
Recentemente stavo parlando con un amico cinese.
Si discuteva di un fornitore che è di statura veramente piccola, poi è anche magro magro e parla con un pesante accento, si mangia le parole, insomma non si capisce veramente niente.
Ad un certo punto il mio interlocutore dice: “È come un HABI.”
Al che rimango un po’ interdetto, e chiedo “Che cosè’ un HABI?”
E lui: “Ma sì, quelli del film, che erano tutti nani, poi ce n’era uno brutto.”
Continuavo a non capire. “Scusa, veramente non capisco di che film si tratti.”
Lui non capiva come potessi non conoscere questo famosissimo film. “È un film famoso. Sono tutti nani, e fanno la guerra con quelli brutti, ma ce n’era uno brutto e piccolo e nudo che li aiutava.”
Insomma ci ho messo un po’ ma alla fine ho capito che aveva visto “Il signore degli anelli” e non aveva capito niente, ma gli erano rimasti impressi i personaggi, e in particolare gli “Hobbit”.
中文
最近的某一日,我和一个中国朋友聊天,谈到了一个供应商。这人个子矮小,而且也很瘦很瘦。说话的时候,口音很重,还吞音。总之,我很难明白他想说什么。
这时候,我的朋友说了:“他就像‘哈比’”。
一瞬间,我有点懵懂,就问他:“‘哈比’是什么?”
“什么,就是那个电影,都是小矮子,还有一个特别丑。”
我还是一头雾水。“不好意思,我真是不知道你说的是什么电影。”
他搞不懂我怎么能不知道这部如此著名的电影呢!“是一部很有名的电影,都是侏儒,和那些怪物作战。还有一个矮矮的光着身子的丑八怪帮他们。”
半饷儿,我才明白,他说的是“指环王”!
但是他对那部电影真是一丁点儿也没理解,只是那些人物角色给他留下了深刻的印象罢了,特别是”Hobbit”。
English
One day I was chatting with a Chinese friend.
We were talking about a supplier, one who is very short, skinny, and talks with an heavy accent, also mumbles a lot, all in all I have extreme difficulty understanding what he says.
My friend said he was like a “HABI.”
I was a little surprised, and asked “What’s a HABI?”
He went on saying: “Come on, that movie, they were all dwarves, and there was one really ugly.”
I couldn’t recollect a movie like that: “Sorry, I don’t know which movie are you talking about”.
He couldn’t come to terms with the fact that I didn’t know that masteripece: “That is a really famous film. They are all dwarves, they go to war against the ugly ones, but there is one hideous and naked who helped them.”
Well I had to think well but in the end I realized that he was talking about “The lord of the rings”, of which he didn’t understand a shred, but he was impressed by the characters, in particular the “Hobbits”.

slang

Italiano
Vorrei oggi proseguire il discorso iniziato con un precedente post e proporre qualche altro modo di dire divertente.
Il post in questione riguardava 汤落鸡 (tāng luò jī), letteralmente “pollo caduto nella zuppa”, che corrisponde al nostro “bagnato come un pulcino”.
Un altro notevole è 咸猪手 (xiánzhūshǒu), letteralmente “mano di maiale salato”, che corrisponde al nostro “mano morta”.
Un classicissimo è 当电灯泡 (dān diàndēngpào), letteralmente “fare da lampadina”, che corrisponde al nostro “reggere il moccolo”.
Poi c’è 色狼 (sèláng), letteralmente “lupo colorato”, ma che significa “maniaco sessuale”
Il gran finale: 吹箫 (chuīxiāo) letteralmente “suonare il flauto verticale”; lascio il compito di trovare il vero significato di questo ultimo idiom come esercizio ai lettori più volonterosi.
Il premio a chi indovina è un bel “wooden spoon”! (末等奖, hi hi hi…)

中文
在之前的一个帖子里我已经介绍了一些很有趣的说法,今天继续。
那个帖子是关于「汤落鸡」的,意大利语是”bagnato come un pulcino”(像小鸡一样湿)。
另一个很有意思的是「咸猪手」,意语是”mano morta”(死了的手)。
「当电灯泡」是很经典的,意语:”reggere il moccolo”(拿着蜡烛最后的部分)。
接下来是「色狼」,意语:”maniaco sessuale”(就是疯狂做爱的人)。
最后是隆重的剧终:「吹箫」,不过这个我不想翻译。把问题留给读者们练习!
谁给出标准回答,就能嬴个很很很漂亮的”wooden spoon”(末等奖,哈哈哈)!

English
Today I’d like to go on with a topic first presented in a previous post (Italian only, sorry) and fish out some other funny idiom.
That post was about 汤落鸡 (tāng luò jī), literally “chicken which fell into the soup”, in Italian “bagnato come un pulcino” (wet like a small chicken): it means “very very wet”.
A good one is 咸猪手 (xiánzhūshǒu), literally “salty pig feet”, italian “mano morta”: groper.
An old classic: 当电灯泡 (dān diàndēngpào), “do the lamp”, Italian: “reggere il moccolo” (hold the candle), that is “third wheel”.
Then there is 色狼 (sèláng), literally “colored wolf”, it stands for “sex maniac”.
The grand finale: 吹箫 (chuīxiāo) literally “play the vertical flute”; this is left as an exercise to the readers.
Prize: a beautiful “wooden spoon”! (末等奖, he he he…)

attenzione

Ma perché non riversare nel blog i contenuti della mailing list?
Il tempo è poco, e bisogna riciclare!
Ecco allora che oggi si parla di 意 (yì) “significato”.
La parola completa per “significato” è 意思 (yìsi) oppure 意义 (yìyì).
Il carattere di oggi dovrebbe essere già noto a tutti i miei (4) lettori, in quanto fa parte della parola 意大利 (Yìdàlì) “Italia”.
I componenti sono 音 (yīn) “suono” e 心 (xīn) “cuore”.
Quando pensiamo al significato di una parola continuiamo a ripeterla nella nostra mente, quindi possiamo usare questo artificio mnemonico per ricordare il carattere.
Numerosissime sono le parole utili formate con questo carattere:

  • 意见 (yìjian) “idea, opinione”, da non confondere con 建议 (jiànyì) “proposta”.
  • 注意 (zhùyì) “fare attenzione”: capita spesso di vedere scritto 注意安全 (zhùyì ānquán) “Attenzione alla sicurezza”.
  • 愿意 (yuànyi) “essere disponibile a …”;
  • 同意 (tóngyì) “acconsentire, approvare”; 故意 (gùyì) “intenzionalmente”.

L’unico pargolo di qualche importanza è 憶 (yì) “ricordare” che è però stato brutalmente semplificato in 忆.
ATTENZIONE

sudoku

Recentemente ho visto in una libreria un libro intitolato 数独 (shùdú), rivelatosi essere una raccolta di puzzle Sudoku.
È quindi scattato l’interesse per l’argomento, da un punto di vista strettamente linguistico visto che personalmente aborro questo tipo di giochini.
Questi due caratteri tali e quali in giapponese effettivamente si pronunciano すうどく sūdoku; il primo significa “numero, cifra” e il secondo “solo, solitario”.
La prima apparizione di Sudoku nel senso che intendiamo noi pare essersi verificata negli anni ’70 in una rivista di giochi matematici.
Ini particolare, si tratta di una sottoclasse di puzzle numerici noti come quadrati latini.
L’idea dei cosiddetti quadrati magici è in effetti antichissima, pare originata in Cina (e ti pareva) e poi trasmessa agli Arabi, e poi a cascata ai greci e agli antichi romani, passando nei quaderni di appunti di personaggi del calibro di Eulero.
Sta di fatto che il sudoku non è stato inventato in Giappone: pare in fatti che a seguito della pubblicazione sulla rivista americana, una ditta giapponese abbia preso a prestito l’idea e l’abbia riproposta con il titolo “数字は独身に限る” (すうじはどくしんにかぎる, Suuji Wa Dokushin Ni Kagiru) che significa “Le cifre devono essere presenti una volta sola”.
Visto l’enorme successo riscosso, il nome venne abbreviato nella forma conosciuta oggi.
Il salto in Occidente avvenne nel 2004 quando un tizio di Hong Kong a nome Wayne Gould propose l’idea agli editori del Times di Londra.
Gould aveva visto un sudoku su di una rivista giapponese e aveva scritto un programma per la generazione automatica di puzzle.
Entro breve ogni pezzo di carta stampata del globo, dal Topolino alla Voce di Bergamo, ha visto apparire il suo bravo Sudoku.