sudoku

Recentemente ho visto in una libreria un libro intitolato 数独 (shùdú), rivelatosi essere una raccolta di puzzle Sudoku.
È quindi scattato l’interesse per l’argomento, da un punto di vista strettamente linguistico visto che personalmente aborro questo tipo di giochini.
Questi due caratteri tali e quali in giapponese effettivamente si pronunciano すうどく sūdoku; il primo significa “numero, cifra” e il secondo “solo, solitario”.
La prima apparizione di Sudoku nel senso che intendiamo noi pare essersi verificata negli anni ’70 in una rivista di giochi matematici.
Ini particolare, si tratta di una sottoclasse di puzzle numerici noti come quadrati latini.
L’idea dei cosiddetti quadrati magici è in effetti antichissima, pare originata in Cina (e ti pareva) e poi trasmessa agli Arabi, e poi a cascata ai greci e agli antichi romani, passando nei quaderni di appunti di personaggi del calibro di Eulero.
Sta di fatto che il sudoku non è stato inventato in Giappone: pare in fatti che a seguito della pubblicazione sulla rivista americana, una ditta giapponese abbia preso a prestito l’idea e l’abbia riproposta con il titolo “数字は独身に限る” (すうじはどくしんにかぎる, Suuji Wa Dokushin Ni Kagiru) che significa “Le cifre devono essere presenti una volta sola”.
Visto l’enorme successo riscosso, il nome venne abbreviato nella forma conosciuta oggi.
Il salto in Occidente avvenne nel 2004 quando un tizio di Hong Kong a nome Wayne Gould propose l’idea agli editori del Times di Londra.
Gould aveva visto un sudoku su di una rivista giapponese e aveva scritto un programma per la generazione automatica di puzzle.
Entro breve ogni pezzo di carta stampata del globo, dal Topolino alla Voce di Bergamo, ha visto apparire il suo bravo Sudoku.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>