9: fuoco

隔岸观火 (Gé’àn guān huǒ)

Letteralmente:

Contemplare il fuoco dalla riva opposta

Questo stratagemma suggerisce metaforicamente di non farsi troppo coinvolgere troppo dall’eccitazione generale, e mantenere invece un atteggiamento distaccato e calcolatore; attendere che le parti in gioco si sfiniscano combattendo una contro l’altra per poi alla fine intervenire in forze al momento giusto.

Meno figurativamente, al cospetto di una diatriba è sicuramente meglio aspettare che i contendenti abbiano finito di massacrarsi, per poi intervenire in forze e raccogliere i cocci; un po’ come il nostro “Tra i due litiganti, il terzo gode”.

La storia solitamente associata a questo stratagemma è quella di 白起 (Bái Qǐ), generale dello stato di 秦 (Qín) nel tardo periodo degli Stati Combattenti (战国 Zhànguó).

Correva l’anno 257 A.C. o giù di lì.

Le fonti cinesi (baike.baidu.com) si dilungano all’infinito sugli accadimenti dell’epoca, ma per farla breve i poveretti di 赵国 (Zhào guó) “Zhao” si erano già presi una gran sacca di legnate da Qin nella battaglia di 长平 (Chǎng Píng), alla quale erano seguiti negoziati e un fragile accordo.

Tra una cosa e l’altra passarono un paio d’anni, e nel frattempo Bai Qi si era pure ammalato.

Ad un certo punto il re di Qin decise di attaccare ancora e investì dell’incarico il generale 王陵 (Wáng Líng), ma quelli di Zhao tennero duro e si finì con un assedio alla città di 邯郸 (Hándān), la capitale di Zhao (città che abbiamo già incontrato, tra l’altro).

Il re di Qin allora mandò a chiamare Bai Qi ma il nostro simpatico generale (consiglio caldamente di approfondire le sue gesta per capire il “simpatico”) declinò l’offerta adducendo dolori vari, stanchezza, insomma non se la sentiva troppo di andare in battaglia a massacrare gente. Il re mandò il primo ministro 范睢 (Fàn Suī) a cercare di convincere Bai Qi, ma pare che tra i due non corresse buon sangue; comunque Fan Sui dovette tornarsene a corte con le pive nel sacco.

Il re andò su tutte le furie e quel furbone di Fan Sui gettò benzina sul fuoco lasciando intendere che Bai Qi remava contro. Allora il re non ci vide proprio più e fece recapitare una spada a Bai Qi dicendo che doveva usarla per uccidersi.

Ordinò quindi ad un altro generale a nome 王齕 (Wáng Hé) di occuparsi della guerra contro Zhao.

Il succo della storia non sta nel destino di Bai Qi, bensì nel fatto che quelli di Zhao guardarono da lontano il “fuoco” del disaccordo tra Bai Qi, Fan Sui e il re di Qin e approfittarono del tempo guadagnato per chiedere aiuto ai regni vicini.

Questi mandarono truppe in soccorso, consentendo a Zhao di resistere all’assedio e dare una solenne batosta a Qin.

Dopo l’obbligatoria storiella del medioevo possiamo provare ora a fare dei paragoni con fatti più vicini alla nostra sensibilità occidentale.

La storia è piena di esempi a corollario di questa bella storiella, ma per una volta davanti ai nostri occhi si sta dipanando proprio una situazione classica.

Da una parte abbiamo un pazzo dinamitardo che vuole sprofondare l’Europa nel caos, dall’altra una nazione finora tranquilla e poco propensa alla ribalta internazionale.

Un sacco di altre nazioni prende posizione, chi manda aiuti, chi armi e vettovaglie, chi più ne ha più ne metta.

E la Celeste Impero che fa? Contempla il fuoco…

Chissà, magari meditando di rivedere le proprie posizioni su una certa isola ribelle una volta accertato l’esito del conflitto in corso.

Per concludere ricordiamo che l’elenco degli stratagemmi illustrati finora in questa umile sede sta a questo indirizzo.