Immortali 2

Seconda puntata della serie di post sugli immortali taoisti.
Quello di oggi è 吕洞宾 (Lǚ Dòngbīn); anche lui visse durante la dinastia 唐 (Táng, A.D. 618-907), il vero nome era 吕岩 (Lǚ Yán), ma è conosciuto anche come 吕真人 (Lǚ Zhēnrén), 吕祖 (Lǚ Zǔ); era originario dello 山西 (Shānxī).

Nacque da genitori mediamente agiati, da giovane fece carriera nella gerarchia imperiale. Incontrò un dragone di fuoco che gli fece dono di una spada magica, che gli conferì il potere di nascondersi in cielo.
Durante un viaggio verso la capitale incontrò un altro immortale, tale 钟离权 (Zhōng Líquán).
Lǚ si addormentò e sognò di essere stato promosso ad una carica di alto rilievo e di avere accumulato una grande fortuna.
Tutto andò bene per 50 anni ma alla fine la sua famiglia fu perseguita e sterminata.
Quando si svegliò dal sogno decise di lasciare perdere la carriera e seguire Zhongli nelle montagne.
All’età di 100 anni sembrava ancora un giovanotto, ed era capace di viaggiare per 100 miglia nel giro di pochi secondi.
Lü Dongbin considerava la compassione come la virtù essenziale per raggiungere la perfezione.
La sua spada non era uno strumento di morte, ma per combattere ignoranza, aggressioni e passioni.
Il suo esempio è considerato decisivo per lo sviluppo del taoismo, e la sua persona viene venerata come divinità.

Continente

Per la serie “frasi famose” oggi andiamo a parlare del film “Il continente nero” di Marco Risi, un film del 1992 perciò vecchio ormai di (ahimé) 15 anni.
IL film è ambientato in Kenya, per la precisione a Malindi.
Nel continente nero
Ad un certo punto Fulvio Colombo, il personaggio interpretato da un bravissimo Diego Abatantuono, sta guidando la jeep.
C’è un poveretto in bicicletta che sta in mezzo alla carreggiata e Colombo prima gli inveisce contro perché gli da’ fastidio, poi gli va addosso buttandolo fuori strada.
Allora Abatantuono si gira verso il passeggero e un po’ per giustificarsi gli dice: “Colpirne uno per educarne 100. Mao Tse Tung”.
La frase a cui ci si riferisce nel film è 惩一警百 (chéngyījǐngbǎi) normalmente tradotto come “Fare di qualcuno un esempio (in senso negativo, per impaurire gli altri)”.
Effettivamente questo 成语 (chéngyǔ) “frase fatta” è stato usato da 毛主席 (máo zhǔxí) “Presidente Mao”, ma in realtà la sua origine è ancora più antica, risale addirittura alla dinastia 汉 (Hàn, dal 206 B.C. al 220 D.C.)
Esiste un’altra versione: 以一警百 (yǐyījǐngbǎi), con lo stesso significato.

immortali

I 八仙 (Bāxiān) “Otto immortali” sono divinità del Taoismo, piuttosto presenti nell’iconografia popolare cinese.
Sono otto personaggi, alcuni dei quali riconducibili a persone realmente esistite.
Ognuno di loro simboleggia una condizione della vita, come giovinezza, vecchiaia, povertà, prosperità, nobiltà, normalità, uomo e donna.
Il primo è 张果老 (Zhāng Guǒlǎo), visse durante la dinastia 唐 (Táng).

Ricopriva un incarico ufficiale di alto livello e attirò l’attenzione dell’imperatore che aveva sentito parlare di lui da un maestro taoista. Questo taoista disse che chi avesse rivelato la vera natura di Zhang sarebbe morto all’istante. Tuttavia, se l’imperatore in persona fosse andato a chiedere perdono a Zhang a piedi nudi, Zhang avrebbe potuto riportare in vita il malcapitato.

L’imperatore promise che avrebbe fatto quanto detto, e il maestro taoista rivelò che Zhang era l’incarnazione del caos primordiale. Detto questo, il taoista crollò al suolo morto.
L’imperatore mantenne la sua promessa e andò a chiedere perdono a Zhang.
Questo sparse dell’acqua sul defunto e questo riacquistò la vita.
Poco dopo, Zhang si ammalò e si ritirò sulle montagne, dove morì più o meno intorno all’anno 744.
Quando i suoi discepoli aprirono la tomba, la trovarono vuota.
La leggenda vuole che Zhang possedesse un asino bianco magico capace di viaggiare per 10mila miglia in un giorno.
Questo asino avrebbe potuto essere piegato come un fazzoletto e portato in tasca; per riportarlo alla normalità, bastava spargergli sopra dell’acqua.
Il simbolo di Zhang è un tamburo molto allungato fatto con un pezzo di bambù, dal quale spuntano le due bacchette per usarlo.

I lettori più prespicaci avranno già indovinato i contenuti dei prossimi 7 post!

Cupido

Una curiosità riguardo a Cupido, la divinità latina dell’amore, in inglese Cupid, francese Cupidon; nella mitologia greca è noto come Eros.
Esistono varie versioni riguardo alla sua nascita; potrebbe essere figlio di Mercurio e Diana (Hermes e Artemide) oppure di Mercurio e Venere (Afrodite), oppure di Marte (Ares) e Venere, eccetera.
In Cina questo adorabile bamboccio corrisponde ad un vecchietto, che per la precisione si chiama 月下老人 (yuèxiàlǎorén), il “vecchio che sta alla luce della luna”.
L’allegro vecchietto è solito legare i piedi degli amanti con un 红线 (hóngxiàn) “laccio rosso”, una pratica certamente meno sanguinaria della freccia del nostro Cupido!
In cinese, invece di venire “colpiti dalla freccia di Cupido” si dice 月下老人牵红线 (yuèxiàlǎorén qiān hóngxiàn), “Il vecchio della luna ha stretto il laccio rosso”.
Si parla di 月下老人 durante il 中秋节 (Zhōngqiūjié), la festa di metà autunno (Mid Autumn Festival), che cade il 15mo giorno dell’ottavo mese del calendario lunare.
Questa è una festività nazionale, ed è un’occasione per riunire la famiglia, stare insieme, contemplare la luna piena e mangiare 月饼 (yuèbǐng), i famigerati “moon cake”.
YUE BING 1YUE BING 2
Perché famigerati? In realtà questi dolci sono abbastanza buoni, specialmente quelli alla frutta.
Solitamente vengono regalati ad amici, parenti e colleghi.
Il fatto è che spesso le confezioni regalo sono molto belle, tanto da non venire nemmeno aperte; vengono invece tenute da parte così come sono per essere riciclate come regalo per qualcun altro, e alla fine si rischia di ricevere delle scatole di dolci ormai un po’… “possi”, per dirla in lombardo.
Quindi, attenzione: se si vogliono mangiare dei buoni 月饼, è meglio andare alla bancarella e comprarseli freschi.

caisheng

财神 (Cáishén) è la divinità dell’abbondanza e prosperità.
Divinità ufficiale nel taoismo, è molto presente anche nel folklore popolare.
Tra i vari poteri magici che gli vengono attribuiti, c’è la capacità di proteggere da tuoni e fulmini, nonché di assicurare il profitto dal commercio.
Ragion per cui contende il posto a Guangong come raffigurazione più usata all’entrata dei negozi, ristoranti ed esercizi commerciali in genere.
Come molte delle divinità cinesi è riconducibile ad una figura storica: il generale 赵玄坛 (Zhào Xuántán), che combattè per la dinastia 秦 (Qín, 221-207 B.C.), famoso per avere condotto una carica a cavallo di una tigre.
Spesso viene raffigurato a cavallo della suddetta tigre; tipicamente ha una faccia nera e folti baffi, un copricapo di ferro e un’arma in mano.

nodo

Durante il periodo del capodanno cinese, una delle decorazioni più gettonate è il 中国结 (Zhōngguó jié) “nodo cinese”.
nodo cinese
La storia del “chinese knot” risale ai tempi delle dinastie 唐 (Táng, 618-907 D.C.) e 宋 (Sòng, 960-1279).
Oggi è presente anche in Corea e in Giappone, dove è chiamato 中国結 (ちゅうごく ゆい oppure チャイニーズ・ノット).
Vengono fabbricati rigorosamente a mano, a partire da un singolo filo.
Generalmente la produzione avviene nei villaggi di campagna, dove prima del capodanno nascono delle vere e proprie catene di montaggio, partendo dal filo fino ad arrivare al prodotto finito.
Ce ne sono di infiniti tipi e dimensioni; il più semplice è il classico intreccio quadrato, ma ce ne sono di bellissimi a forma di animali, caratteri tipo 福 (fú) “fortuna”, 喜 (xǐ) “felicità” o altro.
nodo cinese

jackie

Per la serie “Personaggi cinesi famosi”, oggi si parla di 成龙 (Chéng Lóng), vero nome 陈港生 (Chén Gǎng Shēng), conosciuto in Occidente come “Jackie Chan”.
Esiste un sito con una sua biografia molto accurata; lo consiglio a chi voglia approfondire l’argomento.
Rimane poco da aggiungere, a parte qualche frammento reperibile solo dalla viva voce di un abitante del Celeste Impero (un cinese).
Per esempio, il buon vecchio Jackie ha venduto tonnellate di dischi, ma in realtà non canta affatto bene.
La sua infanzia è stata tragica, gli inizi della carriera molto duri, ma quando ha incominciato a fare i soldi si è fatto conoscere come un playboy; ultimamente pare però che abbia messo la testa a posto.
È sempre stato famoso per l’abitudine di girare da solo le scene pericolose, ma ultimamente lo costringono a lasciar fare ad uno stuntman. In effetti, visto che negli anni si è rotto quasi tutte le ossa, è meglio salvaguardare quelle che rimangono ancora sane!
Ha lavorato anche con Bruce Lee in un paio di film, prima della fine tragica di quest’ultimo.
È un filantropo.

capodanno

È stata dura: il capodanno cinese non è una cosa da prendere sottogamba.
Nel mio caso, sono andato a fare un viaggetto a 青岛 (Qīngdǎo), percorrendo una distanza meglio rapresentata nella figura allegata.
viaggio per capodanno

Tavola comparativa delle distanze

In Cina è un viaggetto qualsiasi, a malapena due ore di aereo per coprire una distanza nemmeno degna di nota.
In famiglia c’è stata la regolare processione di parenti giovani, scambi di buste rosse, poi le visite ai parenti anziani, altre buste rosse, cene pantagueliche con scambi di buste rosse annaffiate da abbondanti libagioni di 青酒 (qīngjiǔ, abbreviazione di 青岛啤酒 = birra Tsingtao!). Ho già detto delle buste rosse?
Poi è arrivato il fatidico ultimo giorno dell’anno, ultimissimo mega-cenone e poi…
Niente avrebbe potuto prepararmi alla guerra mondiale dei petardi e fuochi d’artificio che è partita a mezzanotte ed è durata per una intera settimana, giorno e notte.
Ogni giorno c’era una (relativa) pausa verso le tre-quattro del mattino, ma altrimenti non c’è stata alcuna soluzione di continuità.
Il primo giorno dell’anno è stato il 17 Febbraio, e già sembrava di essere a Kabul: odore di polvere da sparo dappertutto, per strada in ogni angolo carta bruciata e residui vari di confezioni più o meno distrutte da esplosioni.
Il giorno successivo ho pensato di approfittare della situazione e sono uscito a comperare qualche botto in una delle innumerevoli bancarelle che si trovavano ad ogni angolo della città.
Mi sono detto, per una volta facciamo gli spendaccioni, e ho preso due belle borse di petardi assortiti.
Sono tornato a casa bello tronfio e la sera assieme ai familiari sono sceso nel cortile del complesso residenziale per dare fuoco al mio arsenale.
Ho scoperto che il cortile era stato trasformato per l’occasione in un poligono di tiro; ho visto gente arrivare con carriole di fuochi d’artificio.
C’era uno che (tra le altre cose) aveva comperato un missile alto quasi come me!
Praticamente con le mie due misere borse ho fatto la figura dello straccione.
Presto è iniziato nuovamente il finimondo, con fuochi di tutti i tipi e dimensioni.
Quello che in Italia si chiama “Spettacolo di fuochi d’artificio” e viene organizzato generalmente dal comune, qui lo fa qualsiasi normale famigliola, a qualsiasi ora del giorno e della notte, nel cortile di casa.
Infatti ho avuto il raro privilegio di assistere alla detonazione di fuochi artificiali proprio davanti alla mia faccia, dalla finestra del 22mo piano.
Affascinante.
(segue…)