Jingtingshan

Autore: 李白 (Lǐ Bái)
Dinastia 唐 (Táng)

独坐敬亭山

众鸟高飞尽,孤云独去闲。
相看两不厌,只有敬亭山。

Dú zuò Jìng tíng shān

zhòng niǎo gāo fēi jǐn, gū yún dú qù xián.
Xiāng kàn liǎng bùyàn, zhǐyǒu jìng tíng shān.

Seduto solo sul monte Jingting

Uccelli volano in alto, una nuvola solitaria pigramente fluttua via.
Li ammiriamo senza mai stancarci, c’è solo la montagna Jingting.

La montagna Jingting 敬亭山 (Jìng tíng shān) si trova nell’odierna città di 宣城 (Xuān chéng), allora chiamata 宣州 (Xuān zhōu), nella provincia dello 安徽 (Ānhuī).
Ai tempi della dinastia Tang la città era piuttosto famosa, e frequentata da famosi poeti del calibro di 谢灵运 (Xiè Língyùn) e 谢朓 (Xiè Tiǎo).
L’autore è uno tra i più luminosi astri del firmamento della letteratura cinese, una figura giustamente acclamata come geniale per tutta l’antichità e fino ai giorni nostri.
Quando scrisse questa poesia Li Bai aveva già vissuto una vita travagliata, amareggiata da aspre vicessitudini che avevano accentuato una vena amara nella sua opera, aggravata da un incipiente senso di solitudine e manifestando così una certa insoddisfazione per la realtà in cui viveva.
Questo componimento descrive le sensazioni provate in un momento di raccoglimento, quando il poeta in preda alla solitudine cerca conforto nell’abbraccio della natura.
I primi due versi sono puramente descrittivi: si tratta della scena che si presenta davanti ai suoi occhi.
Uccelli che volano via, una nuvola che si allontana.  Sembra che tutto nel mondo stia abbandonando il poeta.
I caratteri 尽 (jǐn) “limite estremo” e 闲 (xián) “libero da impegni, non utilizzato” inducono subito il lettore in uno stato ben descritto dal carattere 静 (jìng) “quieto, calmo”: il lontano rumore degli uccelli si è spento, persino la nuvola solitaria è scomparsa.
I seguenti due versi passano ad un punto di vista personale per descrivere il passaggio dell’attenzione alla montagna Jingting, che l’autore apprezza particolarmente in quanto rappresenta la solidità, la permanenza.
Il carattere 敬 (Jìng) “quieto, calmo” rappresenta da solo tutto il succo della poesia.
Il motivo per cui questa semplice poesia è così commovente è tutto qui, in questo singolo carattere che esprime tutto il silenzio evocato dai pensieri e dai sentimenti del poeta immerso in uno stupendo scenario naturale.

渔歌子 Canzone del pescatore

Ripropongo qui una serie di traduzioni di poesie che in passato erano apparse su di un sito con il quale avevo collaborato.

Avevo anche raccolto il tutto in un ebook, che ora sto rimettendo in ordine con dei nuovi contenuti, e che poi metterò online.

张志和 Zhang Zhihe (Zhāng Zhìhé, 732—774 D.C.)

Zhang Zhihe seguì i principi del taoismo per tutta la sua vita. La sua poesia inneggia all’armonia del cosmo e all’integrazione tra natura ed essere umano.

Superò gli esami imperiali a sedici anni ed ebbe per breve tempo un incarico ufficiale. Presto venne bandito e sollevato dall’incarico, e poi perdonato e richiamato alla capitale.

Nelle sue vicessidutini vide la conferma della vanità della vita mondana e reagì ritirandosi a vivere tra laghi e fiumi, preferendo la libertà di una vita semplice in linea con i suoi principi.

渔歌子 Canzone del pescatore

西塞山前白鹭飞,
桃花流水鳜鱼肥。
青箬笠,绿蓑衣,
斜风细雨不须归。

Xi sāi shān qián báilù fēi, Táohuā liúshuǐ guì yú féi.
Qīng ruò lì, lǜ suōyī, Xié fēng xì yǔ bù xū guī.

Gli aironi volteggiano dinanzi alla montagna Sai,
i peschi fioriscono rigogliosi, le verdi acque scorrono,
i persici sono abbondanti.
Con il cappello di bambù e la mantella d’erba,
una leggera brezza sulla pioggerella sottile, perché tornare a casa?

La poesia è ambientata nella stagione della pesca di primavera, nelle regioni a sud dello Yangtze dove sono abbondanti laghi e corsi d’acqua. Il pescatore si trova nei pressi della montagan Xi Sai, in quella che oggi è la regione dello Zhejiang.

È vestito di una mantella di paglia e ha un cappello di bambù sul capo; una combinazione che fino a pochi decenni fa era comune nella Cina rurale.

L’immagine degli aironi volteggianti sullo sfondo della montagna introduce sin dall’inizio un’atmosfera di calma e rilassatezza, preludio al quadretto del pescatore circondato da fiori e abbondanza.

Gradevole il contrasto di colori tra i fiori di pesco rosa e le acque verdi, che suggeriscono la bellezza dello scenario della regione.

Viene da invidiare questo pescatore, in un ambiente del genere, rinfrescato da pioggerella e brezza nei suoi abiti da lavoro. Non c’è da stupirsi se anch’egli, rapito dallo scenario, non abbia voglia di tornare a casa.

L’espressione dell’ultima strofa, “斜风细雨” (xié fēng xì yǔ) si usa ancora oggi per indicare la leggera brezza che accompagna una pioggia sottile.

Arte della Guerra 1

Con questo inizia una serie di post tratti dal libro che ho scritto e pubblicato:


L

I post non saranno pubblicati in un ordine particolare; questo primo post per esempio riguarda una storiella che fa parte dell’appendice.

Prima o poi renderò disponibile anche l’intero testo in formato epub.

L’esercito delle donne

Il seguente aneddoto è riportato dallo storico Si Ma Qian; si svolge nel periodo in cui i generali della nazione di Wu premevano per muovere guerra contro la nazione di Chu, ma il re tentennava. 

Sun Zi era era nativo dello stato di Qi e in seguito alla fama conseguita scrivendo il suo libro He Lu, il re della nazione di Wu, lo chiamò al suo cospetto e disse: “Ho letto attentamente i tuoi 13 capitoli.  Mi sarebbe lecito sottoporre le tue teorie di gestione dei soldati ad una prova?”

Sun Zi rispose che era disposto a sottoporsi alla prova.

Quindi il re chiese: “Potremmo fare la prova con delle donne?”

Sun Zi ancora rispose affermativamente; vennero quindi chiamate 180 dame dal palazzo reale.  Sun Zi le divise in due compagnie, ponendo una delle due favorite del re a capo di ciascuna compagnia. Quindi distribuì lance e spade, e alla fine chiese loro: “Immagino che conoscerete già la differenza tra davanti e dietro, destra e sinistra?”

Le ragazze risposero affermativamente.

Sun Zi continuò: “Quando dico ‘guardare avanti’, voi dovrete guardare dritto avanti a voi.  Quando dico ‘girare a sinistra’, dovrete girarvi a sinistra.  Quando dico ‘girare a destra’, vi girerete a destra.  Quando dico ‘dietrofront’, vi girerete dalla parte opposta.”  Le ragazze assentirono nuovamente.

Finita la spiegazione, iniziò l’esercizio.  Al suono dei tamburi, egli diede l’ordine: “Girare a destra!”

Le ragazze però scoppiarono a ridere, e Sun Zi disse: “Se i comandi non sono chiari, e gli ordini non sono compresi, la colpa è del generale.”

Quindi ripeté la spiegazione, e ricominciò l’esercizio.   Quando diede l’ordine “Girare a sinistra!” nuovamente le ragazze si misero a ridere.

Egli disse: “Se i comandi non sono chiari, e gli ordini non sono compresi, la colpa è del generale.  Ma se gli ordini sono chiari, e i soldati comunque non obbediscono, allora la colpa è degli ufficiali.”

Detto questo, ordinò che i comandanti delle due compagnie fossero decapitati.  In quel momento il re stava osservando le manovre dal suo baldacchino sopraelevato; quando vide che le sue concubine preferite stavano per essere uccise, si agitò parecchio e mandò un messaggio urgente: “Siamo soddisfatti dell’abilità del generale nel comandare le truppe.  Se saremo privati dalle nostre due concubine, la carne e le bevande perderanno il loro sapore.  È nostro desiderio che esse vengano risparmiate.”

Sun Zi rispose: “Sono stato investito della carica di generale di queste forze di Sua Maestà, e in quanto tale ci sono ordini di Sua Maestà che non sono in grado di accettare.”

Si procedette quindi all’esecuzione delle due concubine, dopodiché altre due vennero promosse a comandanti di compagnia.  

Fatto questo, rullarono i tamburi segnalando nuovamente l’inizio dell’esercitazione.  Le ragazza stavolta si comportarono in maniera esemplare, girando a destra o a sinistra, marciando in avanti e all’indietro, in ginocchio o in piedi, con perfetta precisione, senza emettere un suono.

Quindi Sun Zi mandò un messaggio al sovrano: “I suoi soldati, o Sire, sono ora adeguatamente addestrati e disciplinati, e pronti per l’ispezione di Sua Maestà.  Possono essere impiegati per qualsiasi incarico di cui Sua Maestà necessiti; ordinate loro di scagliarsi nell’acqua o nel fuoco, e non si azzarderanno a disobbedire.”

Il re rispose: “Il generale cessi le esercitazioni e ritorni all’accampamento.  Non abbiamo desiderio di effettuare l’ispezione.”

Sun Zi disse: “Il re ama solamente le parole, ma non è in grado di farle diventare fatti.”

In seguito all’episodio il re He Lu si convinse che Sun Zi era effettivamente in grado di comandare un’armata contro Chu, e quindi lo investì dell’incarico di generale.  

In seguito egli sconfisse la Nazione di Chu e prese la loro capitale, Ying; ispirò timore nelle nazioni di Qiu e Jin al Nord, e la sua fama dilagò tra gli altri principi feudali.

poesia:inverno

Titolo: 冬日平泉路晚归
Di 白居易 Bái Jūyì, 772-846 D.C.
Dinastia 唐 (Táng) “Tang”, 618-907 D.C.
Testo:

山路难行日易斜,
烟村霜树欲栖鸦。
夜归不到应闲事,
热饮三杯即是家。

Pronuncia:

Shānlù nán xíng rì yì xié,
yān cūn shuāng shù yù qī yā.
Yè guī bù dào yīng xiánshì,
rèyǐn sān bēi jí shì jiā.

Tornando tardi a Pingquan in un giorno d’inverno

È arduo il sentiero montano, basso il sole all’orizzonte,
in un villaggio sperduto nella foschia un corvo è appollaiato su un albero gelato.
Impossibile tornare prima di notte, ma non importa;
tre bicchieri caldi, e mi sembrerà di essere a casa.

craaa

L’autore fin da bambino dovette adattarsi ad una vita di spostamenti continui, cioè fin da quando venne mandato a vivere da dei parenti per scappare ad una guerra.
Pare che abbia incominciato a scrivere poesie all’età di soli cinque anni, il che secondo me già gli dovrebbe far meritare un posto nella storia.
Durante la sua carriera fu governatore di ben tre province, fatto che attesta il suo successo come uomo di governo.
Per un po’ però fu anche mandato in esilio per avere scritto dei testi troppo arguti su degli affari di stato.
Va anche detto che di quei tempi l’esilio di poeti in luoghi remoti e lontani dalla corte imperiale era una cosa piuttosto comune.
Egli durante la sua vita ebbe tempo di veder passare otto imperatori, immagino che debba essere stato difficile andare d’accordo con tutti…
Comunque, Bai Juyi fu uno dei poeti più prolifici della dinastia Tang.
Scrisse in uno stile semplice e diretto, il che gli ha assicurato non solo il successo nella sua epoca, ma anche una popolarità che in Cina e Giappone dura ancora oggi.
Il testo parla di un viaggio effettuato in un inverno di 1200 anni fa, quando i centri abitati erano sparsi sul territorio e isolati uno dall’altro.
Il poeta ci parla di una natura incontaminata pervasa da una pace semplice e disadorna.
Due aggettivi che ben si prestano a descrivere anche lo stile di scrittura, che nella sua semplicità comunica sensazioni profonde in maniera potente proprio perché non appesantito da troppi orpelli.
Questa poesia può anche essere interpretata come un’espressione della filosofia di vita di quest’uomo che nella sua vita dovette cercare per così tanto tempo un posto dove mettere radici, senza mai trovarlo.
Il viaggiatore è intento in un difficile viaggio, senza punti di riferimento, circondato da un mondo distante e da pericoli incombenti simboleggiati dal corvo.
Comunque gli basta poco per sentirsi a casa, visto che probabilmente la sua abitazione vera e propria è distante o solo un alloggio temporaneo.
È una metafora sul cammino della vita condotta in perenne ricerca di un paradiso che però non arriva mai.
Ma basta prendersela con filosofia, e provare a godere dei piccoli piaceri che questa vita ci offre.

Riferimenti:
白居易 su baidu