How to f**k the white monkey for fun & profit 101: case study #4

Questo di cui andiamo a parlare oggi è un altro super classicone, riproposto in mille salse alla scimmietta bianca di turno che regolarmente poi ci casca sempre.
Riprendiamo un attimo i personaggi dell’ultimo capitolo, in particolare il Brambillesco protagonista della vicenda che ad un certo punto arriva al limite e dopo avere subito un’ultima spudorata truffa, con espressione corrucciata e minacciosa decide che Mr. W. non risponde alla bisogna.
Dopo tutti i soldi dolorosamente estratti dal portafogli manco fossero altrettanti denti del giudizio, gli utili derivanti da quello che tutti sanno essere “Il mercato più grande del mondo” sono a dir poco striminziti, e questo significa solamente che Mr. W. non è proprio capace.
Ora il nostro eroe Mr. Bramb non è certo uno stupido, dopotutto si è fatto da solo partendo dal nulla e la gavetta eccetera, quindi sospetta che l’agente cinese stia facendo il furbo.
Per rimediare alla questione non c’è altro da fare che mandarlo a quel paese e cambiare agente.
La questione è presto risolta, e senza nemmeno troppi battibecchi; anzi Mr. W. sembra fin troppo accomodante.
Ma tent’è, è la dimostrazione che i sindacati incarnano il male supremo, vedi che in Cina non ci sono e funziona tutto così liscio!
Altro che diritti del lavoratore, contratti di settore e ammortizzatori sociali!
Non vai bene? Via, chi s’è visto s’è visto! Bisogna imparare da questi cinesi!
Ecco dunque che il Brambilla riparte alla ricerca di un nuovo agente.
Stavolta sta più attento, ne sente parecchi, magari si fa aiutare da qualche studio, e alla fine trova il candidato adatto: Mr. Y.
Senza troppe pretese, modesto, aria efficiente, sguardo arzillo: preso!
Dopo la solita manfrina burocratica, ecco che partono i primi container.
Quello che il signor Brambilla non sa è che Mr. Y. è un agente della concorrenza: il settore si sta espandendo, qualche impresa cinese ha aspirazioni sul mercato e vuole minimizzare il più possibile le interferenze esterne.
Nel nostro caso, al 95% si tratta dello stesso Mr. W., il precedente agente, che oramai si è fatto una posizione e vuole mantenerla.
Ecco l’inghippo: Mr. Y. lavora per Mr. W., anzi probabilmente ne è il fratello o il cugino, e non ha alcuna intenzione di vendere i Brambilleschi prodotti, di espandere il mercato o di fare alcunché per aiutare la Cobram.
Anzi, tutto il contrario: Mr. Y. terrà i container di prodotti bene al sicuro in qualche magazzino, o al massimo li farà avere a Mr. W., che li venderà come propri.
Cosa ci guadagnano Mr. Y. e Mr. W.? È presto detto: guadagnano tempo prezioso per migliorare la propria posizione di mercato, eliminando sul nascere un pericoloso avversario.
Questo giochino di norma può andare avanti per un anno o giù di lì, dopodiché si potranno presentare diversi scenari:

  1. Bramb capisce che entrare nel mercato cinese non è così elementare e getta la spugna leccandosi le ferite. Mr. Y. e Mr. W. ridono di gusto.
  2. Bramb fa fuoco e fiamme e cerca giustizia tra avvocati e tribunali cinesi. Mr. Y. e Mr. W. si spaccano proprio dalle risate, perché Bramb è destinato a rimanere con un pugno di mosche in mano.
  3. Bramb monta una invasione in grande stile, mandando le sue persone in loco invece di affidarsi ad agenti. Buona fortuna! Dovranno combattere con Mr. Y. e Mr. W., che ormai hanno imparato quello che c’era da imparare e ora sono agguerriti leader di mercato.
  4. Bramb capisce che non ha modo di batterli, e si unisce a loro con qualche tipo di accordo commerciale. Mr. Y. e Mr. W. si fregano le mani, perché per loro questo significa che arriveranno altre occasioni per fare fesso il Bramb.

Tutta la storia potrebbe sembrare troppo carica di negatività; purtroppo è quello che ho visto accadere già troppe volte.
Ai posteri l’ardua sentenza…