Cari compatrioti, carissimi amici e caro visitatore casuale che giungi su questa pagina attirato qui da uno svarione di qualche motore di ricerca.
Ora è un anno che faccio il freelance e posso finalmente togliermi qualche sasso dalla scarpa e dire cose che prima quando facevo il dipendente potevo permettermi solo di mugugnare tra i denti.
Non si tratta di niente di nuovo, come al solito; comunque se qualcuno leggendo si dovesse sentire punto sul vivo, ebbene, ha tutta la mia commiserazione.
Andiamo ad incominciare questa lista di consigli ed osservazioni rivolte a imprenditori (o sedicenti tali) che abbiano qualche interesse in Cina:
- Investire zero è possibile, ma poi si deve essere preparati a guadagnare zero. No, in Cina i soldi non crescono sugli alberi.
- A meno che si tratti di rocket science, il know-how da solo non costituisce merce di scambio, tantomeno per cifre seguite da molti zeri in valuta pregiata. Ripeto: i cinesi sanno fare da soli un sacco di cose. Compresa la quasi totalità di quello che si fa in Italia.
- A seguito del punto precedente si tenga presente che al giorno d’oggi CHIUNQUE è disposto ad effettuare viaggi pagati in Cina per effettuare training e formazione. Questo non è un asso nella manica da tirar fuori come se fosse un’arma segreta.
- Tra un miliardo e seicento milioni e rotti di cinesi ce n’è nemmeno uno, ma proprio nessuno, che se ne sta ad aspettare con i soldi in mano il primo che passa a proporre qualche prodotto italiano mai sentito nominare.
- Se qualche grande catena del tuo settore ha fatto affari con grandi gruppi cinesi, questo non vuol dire che il tuo singolo negozio possa essere venduto a peso d’oro in Cina (e tantomeno il tuo “know-how”).
- La videoconference è un utile strumento ma serve solo in determinate situazioni. Nel restante 99% dei casi, un testo redatto in maniera sufficientemente chiara è molto ma molto più efficace.
- Il massaggio con “happy ending” non è condizione necessaria per una trasferta in Cina, non fa parte di nessun package e non importa a nessuno quanti altri colleghi sono tornati in Italia con chissà quali storie a riguardo.
- Il termine “Business Plan” non è sinonimo di “Mostro della laguna nera”. È un insieme di documenti che serve a convincere eventuali investitori. Se si vogliono cercare investitori in Cina, allora va fatto in cinese.
- Spedire campioni gratuiti non è un delitto. Se pensi che i cinesi copiano tutto, sorpresa! Non hanno bisogno del tuo campione.
- Se qualcosa funziona in Italia, non è detto che funzionerà allo stesso modo anche in Cina. Traduzione: la frase “Abbiamo sempre fatto così” non ha senso.
- Se qualcosa esiste in Cina ma in Italia non se n’è mai sentito parlare, attenzione alla grande novità: questa cosa esiste comunque. Per chi non fosse ancora svenuto a questa notizia, aggiungo che la Cina non è solo grande, è STERMINATA.
- Una frase lunga un chilometro e mezzo non è più efficace di molte frasi brevi e concise. Semmai, è vero il contrario.
- Non può essere tutto urgente. Se tutto è urgente, allora niente è urgente.
- Corollario all’articolo precedente: ripetere tre volte “URGENTE” e “IMPORTANTE” nel subject di tutte le mail, condendo il tutto con spruzzate di punti esclamativi, superlativi e asterischi, non cambia la situazione.
- I fornitori cinesi in generale vogliono ordini grossi, di roba semplice da fare, e si accontentano di margini piccoli. Chiedere quantità limitate di pezzi di complessità barocca a prezzi ridicoli, e volerli pronti per ieri, solitamente non porta a nessun risultato. Inutile pestare i piedi, strapparsi capelli o bottoni della giacca. Non servono nemmeno i pugni sul tavolo. Nemmeno insultare il povero interprete serve a nulla.
- Se una cosa in Cina non c’è, allora non c’è. Inutile insistere all’infinito che al giorno d’oggi tutto è made in China. Molte cose sono prodotte in Cina solo per esportazione, quindi sul mercato locale non si trovano. Punto. (vedi le cose inutili del punto precedente)
- Il talento in Cina si trova, ma costa caro. Traduzione: per quella cifra non puoi pretendere di avere un ingegnere/finance/manager/tecnico competente, con esperienza, che sappia cinese inglese e italiano eccetera eccetera altri mille requisiti uno più assurdo dell’altro.
- Le persone di talento preferiscono vivere in posti belli. Traduzione: nessuno verrà a lavorare nella fabbrichetta che hai costruito/comprato/acquisito in mezzo al deserto perché lì costava tutto poco.
Chiudo qui perché mi sto rendendo conto che questo post sta diventando un “rant” infinito.
Comunque ragazzi, questa è la musica oggi in Cina, che piaccia o no.
Be there or be square.