4: riposo

Via un bel post sugli stratagemmi, và, che è da un po’ che non ne faccio.
Quello di oggi è particolarmente significativo.

以逸待劳 (yǐ yì dài láo)

Letteralmente, “Sfruttare il riposo attendendo il lavoro”.

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Stratagemma 4: 以逸待劳


Il dizionario dice : “to wait at one’s ease for the exhausted enemy; to nurture one’s strength and bide one’s time”.
Altre interpretazioni suggeriscono una chiave di lettura leggermente diversa e cioè aspettare sì ma per scegliere il momento e il luogo giusto per la battaglia.
Altre fonti suggeriscono di rispondere all’attacco con una difesa ad oltranza, aspettando che il nemico “si stanchi di picchiare”, per poi lanciare l’attacco quando esso è esausto.
La fretta è sempre nemica degli affari; questo vale in tutte le nazioni del mondo ma è particolarmente vero in Cina.
So già cosa diranno i miei (4) lettori: “Ma insomma come se la tira questo qui, in Cina è tutto diverso, in Cina è tutto difficile.”
Mi è possibile fornire solo una risposta: “E viècce te allora!”
Chi non vive qui non sa cosa vuol dire quando hai fretta e i cinesi se ne accorgono, e iniziano a tirare per le lunghe, e non rispondono, e prendono tempo, e si passano la palla uno con l’altro, fino a quando la scadenza arriva e pur di portare a casa qualcosa sei costretto a ingoiare rospi di tutti i colori.
Qui lo dico e qui lo ribadisco e lo confermo, i cinesi sono dei veri maestri in questi giochini.
La storiella di sedersi sotto l’albero a guardare il fiume e aspettare che il cadavere del nemico ti passi davanti, loro ce l’hanno nel sangue, anzi nel genoma.
Solo che stavolta il cadavere è il tuo, quindi, caro lettore, prendi carta e penna e fai la seguente annotazione, anzi meglio, fatti un bel tatuaggio: “non mostrare mai di avere fretta”.
E comunque, prevedere sempre tempi lunghi nelle trattative.
Altra manifestazione dello stratagemma è quando per un motivo o per l’altro il partner cinese decide che non vuole fare affari con te.
Vuoi perché è un’azienda modello statale che ha già il suo parco di clienti consolidato, vuoi perché le tue richieste di qualità sono esose, vuoi perché tiri troppo sul prezzo.
Troppo gentili per dirti di no, incominciano a non rispondere, non si fanno trovare, ti dicono che ti manderanno i prezzi tra una settimana, e poi diventano due, poi a fine mese, poi dopo Capodanno, finchè alla fine ti stufi e la smetti.
Uno a zero per i cinesi.

Sweeping

Lo scorso weekend c’è stata la festa di 清明节 (Qīngmíngjié) “Tomb sweeping day”, e ci siamo sparati ben tre giorni consecutivi di vacanza.
La festa era di martedì, per cui abbiamo spostato il riposo del sabato sul lunedì per fare il ponte; quindi abbiamo lavorato di sabato e siamo rimasti a casa domenica, lunedì e martedì.
Questa per i cinesi è la festa dedicata al culto degli antenati, e tradizionalmente la famiglia si riunisce per andare a pulire la tomba di famiglia.
Una volta le tombe si costruivano nel primo posto che avesse un buon fengshui, ma oggi non è pi­ù così, il governo non vede di buon occhio il proliferare di tombe dappertutto e ha introdotto delle zone preposte alla bisogna.
Generalmente si tratta di intere colline, con sentieri per raggiungere le varie zone.
Siccome alla 清明节 tutti vanno a fare visita alle tombe, in questi luoghi ci sono degli assembramenti che ricordano un po’ le partite dei derby, con tanto di forze di polizia che fanno presenza in caso di tafferugli.
Le usanze variano da zona a zona, ma ci sono dei minimi comuni denominatori che vengono condivisi da tutti.
Si scoppiano petardi, si fanno delle offerte in cibo, se il nonno era un fumatore si lasciano delle sigarette, se era un bevitore si versa della grappa (白酒 báijiǔ).
Le offerte in cibo sono costituite da pollame, panini al vapore e cose del genere, che vengono lasciate simbolicamente per un po’ sulla tomba ma poi alla fine vengono riportate a casa.
(In passato si sono verificati casi di gente con pochi scrupoli che faceva il giro delle tombe per fare incetta del cibo lasciato come offerta, che poi veniva rivenduto ai ristoranti.)
Dopo la visita si torna a casa e si fa una bella mangiata, poi si gioca a 麻将 (májiàng) “Mahjongg”, si chiacchiera, insomma si sta un po’ assieme in famiglia.

Ortaggi 3

Continua la carrellata sugli ortaggi cinesi.
Oggi iniziamo con il 芥蓝 (gàilán) “cabbage mustard”; ha il fusto morbido e carnoso un po’ come gli asparagi, ma ha anche delle grandi foglie, pure commestibili.

cabbage mustard sezione cabbage mustard mazzetto cabbage mustard nel piatto
sezione
mazzetto
piatto


Il secondo della lista è lo 芋头 (yùtou) “taro”, da non confondersi con il nome proprio di persona giapponese 太郎 (たろお) “Taro” e i suoi derivati 十太郎 (じゅたろ) “Jutaro”, 千太郎 (えんたろ) “Sentaro”, 升太郎 (ますたろ) “Masutaro” eccetera.
Il taro (Colocasia esculenta) è un tubero con una polpa beige chiaro, con qualche macchia più scura. Una volta cotto ha una consistenza simile alla patata ma essendo più ricco di amido, risulta meno friabile.
In inglese viene chiamato anche “Yam“; secondo me è particolarmente indicato come contorno nei piatti a base di carne.

taro taro in pentola piatto di taro
Taro
Taro in pentola
Taro cotto


Per oggi concludo con il 韭菜 (jiǔcài) “Chinese leeks” o “Garlic chives”.
È un parente dell’aglio ma a differenza del cugino se ne consumano solo le foglie.
Queste ultime ricordano molto l’erba dei prati, ma più lunghe e consistenti.
Generalmente si trova assieme alla carne di maiale tritata in uno dei piatti pìu graditi ai palati occidentali: i ravioli di maiale e Jiucai (韭菜猪肉饺子 jiǔcài zhūròu jiǎozi), yum yum!
Si usa anche infilare dei mazzetti su uno stecco e farli alla griglia.

Jiucai al naturale Mazzetto di jiucai Jiucai con gamberetti
al naturale
mazzetto
con gamberetti
Jiucai alla griglia
e via di griglia!