visita

Proseguono i conflitti culturali tra oriente ed occidente, o per meglio dire tra mentalità cinese e mentalità italiota.
Ricevo una chiamata da un agitato capoccione in Italia che mi comunica la sua impellente necessità di venire a tutti i costi nell’ufficio cinese.
Gli rispondo che guarda, puoi venire quando vuoi ma una volta arrivato ti devi sparare le tue belle due settimane di quarantena in albergo e poi ti accoglieremo a braccia aperte.
Seguono i consueti strilli, accompagnati da rumori di bottoni della giacca strappati e piedi pestati.
Cosa che personalmente giudico abbastanza strana visto che, quando viene qui, questo tizio se ne sta rinchiuso in sala riunioni a fumare e scaldare la sedia.
Per farlo stare tranquillo gli dico che avrei esposto la situazione alla direzione dello stabile, chiedendo se ci fosse qualche modo per superare l’ostacolo.
Il giorno dopo arriva la risposta, che possiamo riassumere nei seguenti tre step.
1) Può venire quando vuole
2) PRIMA si fa la quarantena
3) DOPO può venire in ufficio
Il bello arriva quando comunico la notizia al capoccia, il quale prontamente fa la sua geniale proposta.
Non per niente è diventato un CAPO, indubbiamente grazie alle sue superiori qualità intellettive.
Attenzione allo straordinario acume dimostrato: propone di venire lo stesso e sgattaiolare di nascosto dentro lo stabile.
Gli dico che è stata lasciata aperta una porta sola, sorvegliata da una guardia; alla ripresa del lavoro a tutti è stato chiesto di dare le generalità e firmare, ci hanno dato un pass eccetera (vedi post precedente.)
Al che il CAPO dimostra la sua eccezionale competenza e padronanza della situazione: chiede quali potrebbero essere le conseguenze se decidesse di fottersene allegramente di tutto e tentare ugualmente la sorte.
Nessun problema, gli dico; probabilmente la guardia dietro insistenza di un CAPO, per di più straniero, ti lascerebbe passare. Solo che poi avviserebbe immediatamente il neighborhood committee, il quale manderebbe una squadra a controllare, ti troverebbe, ti caccerebbe a calci e chiuderebbe l’intero ufficio per settimane. Your choice.
Sembra che abbia capito…

pass

Oggi primo giorno di lavoro dopo l’insorgere del coronavirus.
Dove abitiamo noi non ci sono stati casi di isterismo; pochi contagiati, supermercati aperti, trasporti funzionanti.
Tutti vanno in giro con la mascherina, nelle strade si nota una certa tranquillità, tutto qua.
Le guardie del nostro compound (e di tutti gli altri, a quanto ne so) sono munite di termometro a infrarossi per misurare la temperatura al volo a quelli che entrano.
Giù nel parcheggio sotterraneo le ruote delle macchine in entrata vengono spruzzate di disinfettante (questo secondo me l’hanno copiato dall’Inghilterra quando c’era il foot-and-mouth).
Per entrare in ufficio ho dovuto dare i miei dati un paio di giorni fa; oggi mi hanno fatto firmare una “promessa” dove si dice che non sono pericoloso, mi hanno misurato la temperatura e mi hanno dato un pass.

La promessa

Il pass