Una precisazione: abito abbastanza lontano da Shanghai da non dovremi preoccupare del lockdown, a parte qualche disguido nelle consegne degli acquisti fatti on line.
Pare infatti che la maggior parte della logistica passi da là e ora che da ormai un paio di mesi l’intera città e i suoi venti e passa milioni di abitanti sono bloccati in casa, le conseguenze si fanno sentire.
Ma non voglio parlare di Shanghai: immagino che anche negli angoli più sperduti del mondo la gente incominci ad averne abbastanza di sentire sempre le stesse notizie.
Vorrei invece postare questo:
Si arriva, si fa la fila, alla fine c’è un coso montato su un treppiede che dice “Temperatura normale!”; poi un tizio imbardato in una tuta da astronauta organizza il passo successivo in gruppi di dieci, dove al primo viene consegnata un’etichetta adesiva.
Si passa poi al controllo documenti, dove stazionano altri due astronauti. Qui per i cittadini cinesi c’è la macchinetta che con un ‘bip’ legge il 身份证 (Shēnfèn zhèng), il documento di identità. Noi stranierucoli invece dobbiamo recitare nome e cognome, numero di passaporto e di telefono. Inutile dire che ogni volta ci vuole un quarto d’ora prima che il cervello degli astronauti si possa sintonizzare sulle 26 lettere dell’alfabeto.
Superato questo primo ostacolo si avanza verso altri due astronauti, uno dei quali viene chiamato “dottore”: a lui (o lei) va consegnata l’etichetta di cui sopra. Questa viene usata per contrassegnare la provetta che conterrà le bave di tutti e dieci gli appartenenti al gruppo.
In questo modo si fa un controllo solo ogni dieci persone; se salta fuori qualcosa allora tutti e dieci verranno richiamati ad un secondo controllo per stanare il positivo e spedirlo immantinente in qualche centro di detenzione quarantena.
Notare quanto si siano sforzati di rendere il tutto un gioco piacevole, con tanto di animaletti danzanti.
Il mio preferito è quello dell’omino che ha il bunny suit con scritto 必胜 (bì shèng) “dobbiamo vincere”, non è un amore? Viene voglia di dargli fuoco con il lanciafiamme.
Fino a poco tempo fa la collezione dei bollini andava mostrata ai poveretti che sono stati dislocati all’ingresso di qualsiasi posto aperto al pubblico, come prova di essere un bravo cittadino.
Anche il più grullo dei grulli si sarebbe accorto che il sistema però presenta qualche falla, in primis la possibilità di prestare i bollini a chiunque, in secundis la mancanza di data sul bollino stesso, il che unito al fatto che ogni città e distretto se ne era fatti di propri rendeva impossibile un effettivo controllo.
Ecco allora che da qualche settimana i risultati di tutta la manfrina si vedono sulla app del green code, che in realtà è un miniprogram di 微信 (Wēixìn) (wechat), l’onnipresente programma di IM che TUTTI i cinesi hanno sul telefono.
Il suddetto miniprogram esiste dal Febbraio 2020, questa è la schermata iniziale:
All’interno c’è un comando per fare apparire il famoso green code:
Questi due pallini diventano gialli quando i termini scadono, cioè dopo 48 ore il primo e dopo 7 giorni il secondo.
Quando si va in giro da qualche parte in base all’umore dell’incaricato di turno può venire richiesto di mostrare questa schermata.
Sempre in base all’umore del tizio può capitare di dover mostrare anche l’elenco dei tamponi effettuati:
Con questo concludo, felice green pass a tutti!