1: nascosto

Gli stratagemmi sono divisi in gruppi, che sono i seguenti. Di fianco ad ogni gruppo elenco tra parentesi quelli di cui ho già scritto.

  1. 胜战计 (shèng zhànjì) “Winning Stratagems”, stratagemmi per quando si è in posizione di superiorità, dall’1 al 6
  2. 敌战计 (dí zhànjì) “Enemy Dealing Stratagems”, per il confronto con il nemico, dal 7 al 12 (12: capra)
  3. 攻战计 (gōng zhànjì) “Attacking Stratagems”, per gestire l’attacco, dal 13 al 18 (13: serpente, 15: tigre, 17: mattone)
  4. 混战计 (hùn zhànjì) “Chaos Stratagems”, per le situazioni confuse, dal 18 al 24 (20: pesce, 23: lontano)
  5. 並战计 (bìng zhànjì) “Proximate Stratagems”. per guadagnare terreno, dal 25 al 30 (26: locust, 27: madness)
  6. 败战计 (bài zhànjì) “Defeat Stratagems”, per quando la situazione è disperata, dal 31 al 36

Oggi vediamo quello che nell’elenco ufficiale viene messo al primo posto.

瞒天过海 (mántiānguòhǎi)

stratagem 20
Stratagemma 1: 瞒天过海


Questo stratagemma si trova tradotto come “Deceive the heavens to cross the ocean”, “Cross the sea under camouflage” oppure semplicemente “practice deception”.
Il riferimento al mare deriva dalla storiella del generale che voleva convincere l’imperatore riluttante a fare una campagna guerresca sul mare.
Il generale invitò l’imperatore ad ad una festa tenuta su quella che in realtà era una nave camuffata; quando l’imperatore si accorse del tranello, la barca era già in mezzo al mare assieme al resto della flotta, ed ormai era troppo tardi per evitare una figuraccia, per cui la battaglia si fece (e si vinse).
Di solito viene spiegato dicendo che le peggio furfanterie sono quelle portate avanti nascoste in bella vista, approfittando del fatto che il ripetersi delle attività considerate “normali” porta ad un allentamento dell’attenzione.
Io questo stratagemma l’ho sempre vissuto sulla mia pelle, sia pure in una modalità leggermente diversa da quella che è la spiegazione più universalmente accettata.
Mi è capitato un sacco di volte di avere pronta la soluzione per certi problemi, oppure avere cose da fare con urgenza, e dover invece aspettare l’approvazione dei superiori.
Eventuali expat in Cina che stiano leggendo queste righe a questo punto saranno già diventati rossi come un tacchini, perché questo è uno dei problemi più frequenti e sentiti nella nostra piccola comunità.
Qui le cose si muovono alla velocità della luce, mentre a volte le strutture aziendali delle case madri sono un po’ meno scattanti.
Il fenomeno è dovuto ad una varietà di ragioni, tra cui non ultima il non avere bene presente la realtà cinese.
In certi casi non c’è verso, e bisogna aspettare.
Bisogna tenere buoni in qualche maniera i fornitori, o i clienti, o i funzionari del governo, o chi capita, perché si deve “aspettare l’approvazione dall’Italia”. E questa in sé è già un’arte.
Se invece se ne presentasse la minima opportunità, allora si potrebbe comunque portare avanti le cose di nascosto, preparare magari un prototipo, e poi un bel giorno dire “Toh và, è già pronto. Funziona, vedi? Guarda che bello.”
A questo punto è molto difficile che qualcuno abbia qualcosa da ridire.
La soddisfazione in questi casi da sola vale tutti gli sforzi compiuti.
Certo prima di tutto bisogna avere le risorse per fare quello che si desidera, e poi bisogna essere proprio sicuri che il progetto sia valido.
Ecco perché questo stratagemma sta nel gruppo “winning”, quelli da usare quando si è in una posizione di superiorità: non si può utilizzare se c’è il rischio che le cose vadano storte, e no è peggio.
A Milano c’è una bella espressione per indicare questa situazione, si dice “di nascondone”, un modo di dire che mi è sempre piaciuto perché suggerisce qualcosa di grosso che sta nascosto a malapena, come un elefante dietro ad un filo d’erba.

ortaggi

Dopo la fortunata serie sulla frutta esotica, ho pensato di rimanere in tema mangereccio e scrivere qualcosa sugli ortaggi.
Il materiale non manca, basta andare in un qualsiasi supermercato o mercatino all’aperto per venire travolti da una marea di vegetali dalle forme e sapori più strani, buona parte dei quali completamente sconosciuti al pubblico occidentale.
Incomincio dalla mia preferita e cioè la 苦瓜 (kǔguā), nome scientifico Momordica charantia.
Viene chiamata in inglese “balsam pear” o “bitter melon”, e vanta anche degli aficionados.
Piccola precisazione: di ogni ortaggio cito solo il nome “ufficiale” e non le varianti regionali, altrimenti non finisco più.
Per esempio, il 苦瓜 (kǔguā) viene anche chiamato 凉瓜 (liángguā), 癞瓜 (làiguā), 锦荔枝 (jǐnlìzhī), 癞葡萄 (lāipútao)…
Comunque, della simpatica cucurbitacea viene consumata solo la scorza, che è morbida e caratterizzata da un gusto molto amaro, amarissimo, al punto che il visitatore occasionale solitamente si esibisce in smorfie di disgusto.
Il trucco sta nell’abbinare accortamente questo sapore amaro con altri che facciano pendant con esso.
Personalmente mi piace molto con un ripieno di carne trita, o ancora meglio nel piatto che io considero “la morte sua” e cioè il 酿三宝 (niàng sānbǎo), i “tre tesori ripieni”, una delizia 客家 (Kèjiā) “Hakka” fatta con 苦瓜, melanzana e tofu ripieni appunto di carne trita, yum yum.

苦瓜 (kǔguā) 1 苦瓜 (kǔguā) 2 苦瓜 (kǔguā) 3
al naturale
sezione
impiego


Segue la 佛手瓜 (Fóshǒu guā), in inglese “chayote”, letteralmente “La zucca mano di Buddha” nome scientifico Sechium edule.
Sono quasi certo che chiunque sia stato in Cina l’abbia mangiato a sua insaputa almeno in qualche occasione.
La polpa è translucida, ha un sapore delicato e una consistenza morbida, ben si adatta ad una miriade di utilizzi in cucina.

苦瓜 (kǔguā) 1 苦瓜 (kǔguā) 1 苦瓜 (kǔguā) 1 苦瓜 (kǔguā) 1


Ma non parliamo solo di zucche e zucchine, e diamo un caloroso benvenuto al 莴笋 (wōsǔn) “celtuce, asparagus lettuce” Lactuca sativa, che sembra un robusto sedanone con in cima delle foglie di insalata.
Si consuma solo il “tronco”, mentre le foglie vengono generalmente scartate.
Ha una consistenza croccante, un sapore amarognolo e si presta ad essere consumato anche da solo, senza altri abbinamenti.

莴笋 (wōsǔn) 1 莴笋 (wōsǔn) 1 莴笋 (wōsǔn) 1 莴笋 (wōsǔn) 1

20: pesce

Non sempre è possibile trovare una traduzione in grado di trasmettere esattamente lo stesso “sapore” dell’originale.
Ne è un esempio lo stratagemma di oggi:

浑水摸鱼 (húnshuǐmōyú)

stratagem 20
Stratagemma 17: 浑水摸鱼


Dal vocabolario: “Stir the water to catch the fish”, “fish in troubled waters”
I caratteri:

  • 浑 (hún) “fangoso, torbido”
  • 水 (shuǐ) “acqua”
  • 摸 (mō) “tastare”
  • 鱼 (yú) “pesce”

Per questo stratagemmma si trovano traduzioni come “Agitare l’acqua per catturare il pesce”, “Create confusion and use this confusion to further your own goals”.
Non sono molto d’accordo su queste interpretazioni; prima di tutto il carattere 浑 (hún) non è un verbo ma un aggettivo; poi 浑水 significa proprio “Acqua fangosa”.
摸 (mō) poi non implica nessuna connotazione di cattura, bensì solo l’idea di toccare, trovare qualcosa annaspando.
Anche l’idea di agitare apposta le acque mi sembra un po’ estranea alla questione.
Se dovessi fare una traduzione proprio letterale direi “Toccare il pesce nell’acqua torbida”, mentre una traduzione semanticamente più corretta sarebbe “Approfittare della confusione per volgere la situazione a proprio vantaggio”.
Anche questo sembra un’ovvietà, ma… qualcuno si è mai soffermato a pensare all’altra faccia della medaglia?
E cioè, cosa succede ai poveri pesci?
In effetti per gli stranieri che arrivano in Cina freschi di occidente praticamente tutta l’acqua è torbida, vuoi per la barriera linguistica, vuoi per le incomprensioni culturali.
Purtroppo sono proprio gli stranieri a fare la parte del pesce, mentre ai furbi cinesi non resta che tastare a piacimento.
Quante volte mi sono sentito addurre le scuse più imbecilli, le proposte più assurde, seguite da un laconico “Qui in Cina si fa così”?
Oppure “È a causa dei regolamenti cinesi”, oppure “È perché la maniera di pensare dei cinesi è differente”, eccetera eccetera.
Tutte castronierie, fomentate dalla credenza diffusa che gli stranieri a) sono tutti ricchi sfondati, e b) sono pronti a bersi qualsiasi bufala tanto sono vogliosi di fare affari con la potente nazione dei Figli del Cielo.
Devo dire che almeno all’inizio davo loro ascolto, pensando che dopotutto ero un ospite in un paese straniero e dovevo essere io quello che si adeguava alle usanze locali.
Dopo la prima settimana però ho incominciato a nutrire qualche sospetto, “to smell a rat”, come dicono in America (scrivo apposta qualcosa in inglese per attirare più visitatori da google e sentirmi quindi più importante).
Ora non dico di essere diventato furbo, ma almeno so cosa aspettarmi e ho idea di dove andare a parare.
Questo il mio consiglio ai compatrioti dispersi nelle vastità dell’Impero Celeste: non fate i pesci nell’acqua fangosa, non credete a nessuno, non firmate niente, documentatevi il più possibile da fonti certe; portatevi appresso fotocopie delle normative cinesi e sbandieratele sotto il naso di chi vuol farvi credere strane corbellerie.
Alla bisogna, rivolgetevi ad organizzazioni ufficiali come il 劳动所 (láodòng suǒ) “Ufficio locale del lavoro”, il 派出所 (pàichūsuǒ) “Stazione di polizia locale” e simili: solitamente sono professionali e pronti ad aiutare chi è in difficoltà, persino un 大鼻子 (dàbízi) “lit. big nose, slang for foreigner (Hello google friends!)”.

massaggi

Ho già accennato in precedenza come da queste parti il centro benessere sia uno dei divertimenti più gettonati.
Lascio da parte i vari divertimenti come vasche a diverse temperature, spruzzi, bollicine e cose del genere, vorrei parlare invece un attimo dei massaggi.
Come tutte le cose in Cina anche il massaggio viene “pimped up” in mille varianti, mischiando elementi tradizionali e trend alla moda, e purtroppo spesso affidato a personale assolutamente incompetente.
Comunque a chi progetti una permanenza in Cina potrebbe fare comodo un piccolo specchietto dei tipi di massaggio più in voga…
Cominciamo dal termine più esatto che sarebbe 按摩 (ànmó), e significa proprio “massaggio” in generale.
Il termine 推拿 (tuīná) ha lo stesso significato ma è un po’ più tradizionale, è un termine che si usava nei decenni passati.
La prima domanda che fanno di solito è quale tipo di massaggio si desidera.
Solitamente vengono proposti questi tipi di trattamento:

  1. 中式 (zhōng shì) “alla cinese”
  2. 港式 (gǎngshì) “Hong kong style”
  3. 日港式 (rìgǎngshì) “Giappo-HK”.
  4. 韩式 (hán shì) “coreano”
  5. 泰式 (tài shì) “alla thailandese”

Inutile dettagliarli tutti, dirò solo che li ho elencati in ordine di “violenza” inflitta sulle membra del soggetto; una classificazione peraltro molto soggettiva.
In parole povere, chi si sottopone al 中式 (zhōng shì) “alla cinese” si sentirà infilare le falangi del massaggiatore proprio dove fa più male, senza pietà alcuna; mentre nel 泰式 (tài shì) “thailandese”, il tutto avviene in maniera un po’ più rilassata.
C’è a chi piace quello forte, c’è invece chi preferisce rilassarsi; conviene provarne di tipi diversi per poi assestarsi su quello che si gradisce di più.
Personalmente consiglio a chi prova la prima volta di scegliere un massaggiatore il più possibile minuto e fragile, possibilmente una ragazzina di quelle magre magre, a prescindere dal tipo di massaggio scelto.
Una ‘new entry’ nel mondo dei massaggi è lo 指压 (zhǐyā), che non è altro che lo しあつ (shiatsu) giapponese.
Molto tradizionali invece sono questi due, e li ho lasciati per ultimi apposta perché mi sembrano molto interessanti.


拔罐 (báguàn)

拔罐 (báguàn) 1 拔罐 (báguàn) 2
Didascalia:”molto rilassante”
“Le coppette di Hong Kong, molto rilassanti!”


Questa pratica a ben vedere non è strettamente da considerarsi un massaggio, ma la includo qui perché viene comunque praticata negli stessi centri dove fanno anche il resto, e si basa sugli stessi principi.
L’aria all’interno di certe coppette di vetro viene riscaldata tramite una fiammella, e immediatamente la coppetta viene posta a contatto con la pelle.
L’aria calda raffreddandosi si rarefà, provocando un vuoto parziale che risucchia la pelle all’interno della coppetta.
C’è anche la variante che usa coppette provviste di una pompetta per tirare fuori l’aria all’interno.
Secondo la medicina tradizionale, questa pratica stimola i 穴位 (xuéwèi), i punti dell’agopuntura, e quindi fa miracoli per una vasta gamma di disturbi e per la salute in generale.

拔罐 (báguàn) 4 拔罐 (báguàn) 3
applicazione con pompetta
qui si vede la fiammella


Sospetto che in pratica l’arrossamento sia dovuto semplicemente alla rottura dei capillari della pelle, senza beneficio alcuno, ma in questo spero di essere smentito da qualcuno più esperto di me.
Non so se qualcun in televisione ha visto degli incontri di sumo; i lottatori hanno spesso dei cerchi scuri sulla schiena, segno sicuro che si sono sottoposti alla tortur terapia di recente.


刮痧 (guāshā)

Questa pratica consiste nello sfregare la pelle con un attrezzo fatto di corno bovino o pietra più o meno pregiata, e facoltativamente degli olii profumati.

刮痧 (guāshā) 1 刮痧 (guāshā) 2
Durante la terapia
Effetto finale


La medicina tradizionale cinese esalta i risultati del trattamento, che effettivamente è molto popolare.

刮痧 (guāshā) 6 刮痧 (guāshā) 5
Durante la terapia
Meglio di un tatuaggio!


Viste le foto, scommetto che il casuale accenno al “personale incompetente” di cui sopra assume tutta un’altra valenza…
Per chi invece volesse provare a casa, sono in vendita anche dei comodi set:

刮痧 (guāshā) 4
Un pratico set


Quindi… forza! Tutti al centro benessere!