Oooh molto bene, oggi niente rant, niente spruzzate di veleno a 360 gradi, niente urlacci, bensì un calmo e tranquillo post sulle abitudini cinesi, che bello.
Anzi vorrei introdurre un argomento particolarmente rilassante e cioè parlare di letti, i modesti ma indispensabili mobili della camera da letto.
Nella totalità delle case delle città cinesi i letti sono uguali a quelli che si trovano nelle altre parti del mondo: materassi, coperte, lenzuola etc…
Non appena si esce dalla città per una gita fuori porta però ci si deve confrontare con la dura realtà delle campagne.
Si tratta di una realtà dura perché è fatta di mattoni.
Si immagini una normale stanza, divisa a metà; la metà con la porta, dove si entra, ha il pavimento normale. Nell’ altra metà il pavimento arriva all’altezza di un tavolo, formando un enorme gradone.
Questo gradone ha nome 炕 (kàng), ed è fatto appunto di mattoni e cemento.
Sotto ai mattoni c’è una sorgente di calore che può essere di vario tipo in base al grado di modernità dei padroni di casa.
Il tipo più tradizionale ha un focherello tipo stufetta, alimentato a legna o a carbone. In questo caso l’interno del kang è fatto come un labirinto per consentire al calore di distribuirsi uniformemente prima di disperdersi tramite la canna fumaria.
Salendo nella scala dell’evoluzione si ha il tipo con un fornetto che si può utilizzare per bollire la teiera; detto fornetto può anche essere situato in una stanza attigua con il doppio vantaggio di riscaldare due stanze contemporaneamente e anche di fornire acqua calda per l’onnipresente tè.
Al top della gamma ci sono i modelli riscaldati elettricamente, con termostato per il controllo della temperatura.
In questo caso nello spazio libero sotto dove non è necessario creare il labirinto di mattoni vengono solitamente ricavati dei cassettoni dove riporre di tutto.
Una cosa non esclude l’altra, nel senso che posso avere un kang del tipo con il fuoco ma tenerlo spento, e sopra metterci uno scaldaletto elettrico.
La superficie del kang può presentare linoleum, stuoie di vimini, sottili assi di legno, piastrelle, insomma c’è una bella varietà.
Il primo impatto con il kang può essere traumatico, ma con l’abitudine si scoprono poi i lati positivi.
Ricordo che si parla di campagne, dove spesso l’impianto di riscaldamenteo è considerato un optional non necessario, anche nelle zone dove fa veramente freddo. In queste situazioni avere una larga superficie calda dove spaparanzarsi è proprio bello, e poi bisogna anche considerare che il kang diventa il centro della casa dove si sta tutti assieme e non solo si dorme ma si si guarda la televisione, si gioca a carte, si leggono libri e si mangia anche, seduti a gambe incrociate vicino a dei piccoli tavolini fatti apposta.
I tavolini sono utili anche per bere una quantità smodata del succitato tè e divorare quantità industriali di semi di zucca e girasole.
Qualche altra pretty pic: