Shanghai

Eccomi in un internet café di Shanghai.
Fuori ha appena piovuto, fa un caldo infame e per strada ti crescono i funghi sotto le ascelle.
Nonostante questo piccolo inconveniente, la città è fantastica nella sua esuberante e continua attività, le strade sono traboccanti di persone e di veicoli carichi di tutti i tipi di merci.
Le bancarelle dove fanno tavola calda sono dovunque; ieri eravamo in 南京路 (nánjīnglù), la famosa via commerciale, piena di centri commerciali e boutique di marche famose.
Abbiamo girato in una traversa, a 10 metri dalla folla, per andare in uno di questi ristorantini.
Ho ordinato un piatto di ravioli e una bottiglia di birra da 66 cl, tutto per la modica cifra di un euro…
Magia della Cina!

romanzi

Come continuare a scrivere un blog sulla cultura cinese senza citare i 四大名著 (sìdà míngzhù)?
Sono i “quattro classici”, che per importanza corrispondono ai nostri Iliade, Odissea, “I promessi sposi” e “la Divina Commedia”.
Per la precisione, i titoli sono i seguenti:

  1. 红楼梦 (Hónglóu Mèng) “Il sogno della camera rossa”
  2. 西游记 (Xīyóu Jì) “Viaggio all’Ovest”
  3. 三国演义 (Sānguó Yǎnyì) “Il romanzo dei tre regni”
  4. 水浒传 (shuǐ hǔ chuán) “I briganti della palude”

Dovrebbe seguire a questo punto una descrizione di ognuno, ma preferisco invece prendere cautamente le distanze e sbilanciarmi su quanto segue.
Queste grandi opere letterarie sono talmente lontane dal nostro quotidiano che è impensabile pretendere di apprezzarle.
Mi spiego meglio: non è che sono solo scritte in cinese, è che si tratta di opere medievali, di struttura e fraseggio completamente diversi da quelli a cui siamo abituati.
Gli stessi cinesi (beh, alcuni, almeno) ammettono che la bellezza dei testi si trova nel modo in cui sono scritti, non nella trama.
Traduzione: per gli occidentali questo si traduce nel fatto che sono una palla pazzesca, almeno per noi che siamo costretti a leggere la versione in inglese, quando va bene.
Di questi, l’unico che mi è piaciuto è il “Viaggio all’Ovest”, che manco a dirlo è il più semplice e bambinesco di tutti: magia, salti, combattimenti, esseri fantastici, c’è di tutto.
Segue “I briganti della palude”, poi i tre regni, mentre non sono proprio mai riuscito a digerire “Il sogno della camera rossa”.
Vorrei fornire del materiale per suffragare ulteriormente la mia posizione.
Avanti, alzi la mano, chi può dire di avere letto ed apprezzato la “Chanson de Roland”? Eppure si tratta di un’opera di tempi e luoghi molto più vicini a noi di quanto non siano i 四大名著.
Ancora: cosa potrebbe pensare un cinese messo di fronte alla Divina Commedia tradotta in cinese, anche bene?
Morale: certo serve conoscere almeno l’esistenza di questi testi: l’interlocutore cinese rimane regolarmente ammirato da tale sfoggio di cultura. Qualche approfondimento sui personaggi principali potrà suscitare anche urla di stupore.
Però, purtroppo, il pieno apprezzamento delle opere è a noi praticamente inaccessibile.
sorry

link vari

Sono sempre stato un attento lettore di japanese.about.com; tra l’altro mi sembra che ultimamente il livello stia migliorando, la lezione sulle espressioni di desiderio è molto carina.
Però mi sono sempre sentito un po’ tradito dal fatto che su un portale come about.com non esista un chinese.about.com; c’è solo chineseculture.about.com.
Mi consolo constatando che ultimamente c’è tutto un fiorire di testi bilingui, dai blog di cinesi che studiano l’inglese ai testi legislativi.
Già che ci siamo vorrei anche segnalare un ottimo dizionario online molto esaustivo; il bello è che oltra alla traduzione del vocabolo che interessa, il sito riporta anche degli esempi di utilizzo.

Cucina 05

Concludiamo la serie di post “Cina in cucina” con degli aneddoti e curiosità varie.

  • Per esempio, oggi in Cina lo spettro della fame è stato definitivamente allontanato, ma qualche traccia si trova ancora per esempio in uno dei saluti traduzionali, ora abbastanza obsoleto: 你吃过了吗? (nǐ chī guò le ma?) “Hai mangiato?”
  • Gli imperatori cinesi appassionati di cucina sono stati molti, impossibile citarli tutti, ma non posso esimermi dal citare l’Imperatrice vedova Cixi (慈禧皇太后, CíXǐ huángtàihòu, 1836-1908), che ha regnato dal 1852 come concubina.
    Molte fonti dicono che in realtà si chiamava 玉兰 (YùLán) “Magnolia” e tutti concordano nel dire che era una signora ghiottona.
    Pare che abbia sperperato fortune colossali in pranzi luculliani. Chi è stato a 北京 avrà visitato il Palazzo d’estate e avrà notato che c’è una barca di marmo sulla riva del lago.
    Pare che sia stata voluta proprio da lei, per andarci a farsi servire i suoi pranzi luculliani.
  • Un mito da sfatare: “testa di scimmia” è il nome di un fungo, e basta, e non voglio sentire storie di gente che ha visto con i propri occhi scimmie vive barbaramente trucidate.

Carrellata sui tipi di cucina cinese:

  • La cucina del Nord: fa freddo, quindi compare la 火锅 (huǒguō) “pentola mongola”.
    Prevalenza della farina cotta sul riso, cibi caldi: montone, agnello e capretto per influenze islamiche e mongole; anatra alla pechinese
  • Cucina dell’Est: L’emblema è 上海 (Shànghǎi) “Shanghai”. Clima caldo e umido, influenza di Nanchino che era capitale imperiale per cui ci sono ancora oggi piatti elaborati.
    A mio personale e insindacabile giudizio segnalo: 醉生螃蟹 (zuìshēngpángxiè) il granchio crudo marinato diffuso in tutta la zona giù fino allo Zhejiang e oltre. 小龙包 (xiǎolóng bāo), gli squisiti ravioli di carne. 皮蛋 (pídàn), l'”uovo dei cent’anni”; 扬州炒饭 (Yángzhōu chǎofàn) “riso saltato alla maniera di Yangzhou”, che secondo me è la base del riso alla cantonese.
  • Sud: cucina cantonese: apertura all’estero e anche alle altre regioni cinesi, quindi molta, moltissima varietà.
    Si dice della zona che si mangia tutto ciò che ha 4 gambe e non è un tavolo, tutto ciò che ha due ali e non è un aereo.
    所有四条腿的东西他们都吃,除了桌子。
    所有两个翅膀的东西他们都吃,除了飞机。
    Cucina caratterizzata da grande abbondanza di pesci e molluschi, tutti vivi perché con il caldo non si possono conservare gli alimenti.
    Tipici di questa zona sono i 春卷 (chūnjuǎn) “involtini primavera”, i 汤圆 (tāngyuán) palline di riso glutinoso servite in una zuppa; 加厘鸡 (jiālí jī) “pollo al curry”.
  • Ovest: 四川 (Sìchuān), la provincia dello Sichuan. Tante minoranze etniche, vicinanza al Tibet, piatti tailandesi. Tutto piccante, piccantissimo, molte spezie. Patria del 麻婆豆腐 (mápó dòufu) “tofu piccante” e del 宫宝鸡丁 (gōngbǎo jīdīng), il pollo in salsa piccante, un piatto che risale (dicono) al III secolo A.C.!
  • Cucina 04

    I cinesi hanno miriadi di storie su cosa sia salutare e cosa no, per esempio quale parte del pesce vada mangiata prima oppure dopo, oppure il fatto che certi tipi di carne provochino calore e vadano quindi mangiati d’inverno (per esempio la carne di cane).
    Nella preparazione di un banchetto viene considerato anche l’equilibrio tra yin e yang, tra cibi secchi e umidi, dolci e salati, amari e piccanti, molli e croccanti.
    La cosa bella è che i piatti vengono serviti tutti assieme, e poi ognuno sceglie quello che più gli aggrada.
    Ora, premetto che quanto segue deriva da mie osservazioni, e quindi dalla mia personale esperienza.
    Non dubito che le cose vadano ben diversamente ai banchetti delle alte sfere del partito, ma sono ambienti che non ho mai frequentato: posso solo riportare quello che ho notato ai ritrovi tra amici, banchetti di nozze, pranzi d’affari.
    Inizio con il dire che il galateo cinese a tavola implica sottigliezze che sono lontane dalla nostra cultura e risultano per noi difficili da apprezzare, da cui la convinzione che i cinesi non abbiano per niente l’idea di come ci si comporti a tavola.
    Per esempio, una delle cose più importanti nelle occasioni ufficiali è l’ordine dei posti a sedere; nella posizione più comoda va l’ospite più importante, al quale spetta il diritto di entrare per primo nella sala nonché di sedersi per primo.
    A seguire in ordine di importanza si sistemano poi tutti gli altri ospiti, in un balletto pieno di gesti, sguardi e silenzi che a noi sfugge nella maniera più totale.
    Altra sottigliezza: mai infilare le bacchette verticalmente nel riso. Questa è una pratica che richiama le offerte all’altare dei defunti, e farlo a tavola è come augurare una disgrazia.
    È considerata cattiva educazione toccarsi i capelli o il naso, nonché giocare con le bacchette.
    In compenso molti dei gesti che da noi sono assolutamente proibiti, per loro non sono assolutamente un problema.
    Per esempio masticare con la bocca aperta, fare rumore bevendo il brodo, eccetera, sono tutte cose alle quali generalmente non si presta la minima attenzione.
    Quindi, per riassumere: il galateo a tavola esiste anche in Cina, è molto importante, solo che è diverso dal nostro, quindi non ci scandalizziamo, non creiamo un caso e concentriamoci sulle squisite pietanze che verranno servite.

    informatica06

    Ultima puntata dei post sul trattamento dei testi nelle lingue orientali.

    Il super encoding di cui si parlava nella puntata precedente esiste e si chiama UNICODE.
    È chiamato anche UCS (Universal Character Set).
    Abbiamo già visto la differenza tra character repertoire, character code e character encoding.
    Ora vediamo di applicarla a Unicode.
    Per la precisione, Unicode è il nome del character repertoire: è un insieme di caratteri (character set), tale e quale all’alfabeto che si insegna all’asilo: A, B, C. In realtà Unicode è composto da più insiemi di caratteri, però tutti insieme collettivamente prendono questo nome.
    I primi posti di questo alfabeto sono tali e quali ai codici ASCII visti in precedenza. Solo che arrivati alla Z continua, ed elenca ogni carattere di ogni lingua viva o morta o inventata.
    Esiste una corrispondenza tra i numeri e questi caratteri, e questo è l’aspetto “character code”. In Unicode ogni sistema di scrittura ha la sua area di competenza, per esempio come detto prima i numeri da 0x0020 a 0x007F rappresentano i caratteri ASCII.
    I caratteri cinesi sono ordinati per radicale, nel senso che nell’elenco viene prima 水 (shuǐ) con codice 27700, poi 氵 (三点水 sāndiǎnshuǐ) con codice 27701, poi a seguire tutti i caratteri derivati.
    Si noti che nelle tabelle ufficiali c’è scritto “CJK Unified ideographs”: In “Unicodese” non si fa differenza tra caratteri cinesi e giapponesi, cioè tra Hanzi e Kanji.
    Si è realizzata quella che viene chiamata “Han Unification”, che consiste nel creare un insieme di caratteri comune alla lingua giapponese e alla lingua cinese cosa che ha provocato non pochi battibecchi specialmente da parte dei giapponesi.
    Questa è la tabellina delle zone “interessanti”:
    0x3000-0x303F: Japanese-style punctuation
    0x3040-0x309F: Hiragana
    0x30A0-0x30FF: Katakana
    0xFF00-0xFFEF: Full-width roman characters and half-width katakana
    0x4E00-0x9FAF: CJK unifed ideographs – Common and uncommon kanji
    0x3400-0x4DBF: CJK unified ideographs Extension A – Rare kanji
    0x20000-0x2A6DF: CJK unified ideographs Extension B – Very rare kanji

    informatica05

    Penultima puntata dei post sul trattamento dei testi nelle lingue orientali.
    L’encoding Big5 (大五吗, dàwǔmǎ) è lo standard di fatto per i caratteri non semplificati (繁体字).
    Si usa a Taiwan, Hong Kong e in varie comunità di cinesi all’estero, tipo America, Thailandia etc…
    Il nome BIG 5 si riferisce alle cinque grosse ditte che collaborarono allo sviluppo dello standard, che fu pubblicato nel 1984.
    Il numero di caratteri elencato nello standard BIG 5 è molto più grande di quello del GB 2310-80; BIG5 ha 13494 caratteri, di cui 13053 Hanzi e 441 non-Hanzi. I caratteri Hanzi sono raggruppati in livelli come il GB 2310-80, comunque sono tutti ordinati per radicale e numero di tratti senza tenere in considerazione la pronuncia.
    C’è anche un mostro denominato BIG5+ (BIG 5 Plus), sviluppato a Taiwan, che comprende 21585 caratteri.
    Attenzione attenzione, lo standard a Taiwan si chiama NS 11643-1992 (Chinese National Standard). Questo standard comprende 48027 caratteri.
    Hong Kong, per non essere da meno, ha esteso BIG5 per includere caratteri usati localmente e ha istituito il cosiddetto GCCS (“Government Chinese Character Set).
    Ora veniamo al problema principale. Questi encoding non si possono usare contemporaneamente.
    Quindi non solo non si può scrivere un documento che contenga sia lettere accentate che caratteri cinesi, ma non si può scrivere un documento che abbia sia caratteri semplificati che non, come non si può scrivere un documento con lettere ebraiche e caratteri tamil, o anche tamil e arabo, eccetera.
    Allora perchè non fare un super encoding usando tutti i bit che ci vogliono e mettere dentro tutti i caratteri di tutte le lingue?

    informatica04

    Continuano i post sul trattamento dei testi nelle lingue orientali.
    Il codice HZ è una variante del GB, ed è stato sviluppato da una serie di esperti su internet di cui il più in vista è il dottor Fung-Fung Lee, per sopperire alle limitazioni imposte dai sistemi convenzionali di email e news.
    Questo perché fino a poco tempo fa i server di posta funzionavano a 7 bit, e invece il codice GB utilizza tutti e 8 i bit di un byte.
    Quindi quando spedisco una mail in GB e la mail transita attraverso uno di questi server (ora obsoleti), l’ottavo bit viene tranciato e il ricevente vede solo 乱码 (luànmǎ), scarabocchi (in giapponese, 文字化け – もじばけ).
    L’idea geniale è stata di mischiare codice GB a 7 bit con caratteri ASCII e mettere dei delimitatori per dire “Qui inizia il testo in cinese”, “Qui finisce il testo in cinese”.
    I delimitatori sono ‘~{‘ e ‘~}’.
    Esempio:

    Testo in italiano (o inglese)… 我是意大利人 altro testo…

    diventa

    Testo… ~{ÎÒÊÇÒâ´óÀûÈË~} Testo…