qipao

Oggi si parla di 旗袍 (qípáo), l’abito femminile tradizionale cinese.
Se ne possono ammirare alcuni qui: www.qi-pao.com.
Secondo il mio personale parere, il qipao è una delle creazioni più riuscite della moda di tutti i tempi, insieme al sari indiano e alle gonne a sbuffo dei telefilm di “happy days”.
Per chi volesse approfondire la storia del qipao suggerisco di andarsi a leggere la relativa pagina su wikipedia, sito di cui ancora una volta si dimostra il valore.
Da noi se ne possono ammirare esempi in molti ristoranti cinesi, in quanto l’uniforme delle cameriere è proprio uno di questi abiti.
È anche possibile acquistarne in Italia, per esempio a Milano basta fare un giro in Paolo Sarpi.
Nota linguistica: 旗 è “bandiera” e 袍 è “tunica”; il termine deriva da 旗人之袍 (qírén zhī páo), dove 旗人 sono gli “uomini della bandiera”, cioè i Manchu: quindi “La tunica dei Manchu”.

Sun YatSen

孙中山 (Sūn Zhōngshān) “Sun Yat-Sen”, altrimenti noto come “Padre della rivoluzione”; 國父 (国父, guófù) “Padre della repubblica”, 革命先行者 (gémìng xiānxíngzhě) “Anticipatore della rivoluzione” e “Padre della cina moderna”, una delle figure di maggiore spicco della Cina del ventesimo secolo.
Nacque l’11 Novembre 1866 in un posto del 广东 (Guǎngdōng) chiamato 香山 (xiāng shān), che dopo la sua morte venne ribattezato 中山 (Zhōngshān); nel corso della sua vita usò parecchi nomi, tra cui 孙文 (Sūn Wén), 陈文 (Chén Wén), 山月 (Shān Yuè), 杜嘉偌 (Dù Jiā Ruò), eccetera.
Visse tutta la vita combattendo per costruire una Cina democratica, partecipò alla destituzione della dinastia Qing, fondatore del Kuomingtang, primo presidente della Repubblica Cinese (R.O.C.) nel 1912.
Il potere gli fu sottratto poco dopo la sua elezione da 袁世凯 (Yuán Shìkǎi), che era un ufficiale dei Qing.
Morì nel 1924, assistendo alla rovina dalle Cina consumata dall’anarchia e dalla violenza dei signori della guerra; il potere si concentrò poi nelle mani di 蒋介石 (Jiǎng Jièshí) “Chiang Kaishek”ma Sun non fece in tempo a vederlo.
Le idee di Sun erano basate su tre principi: 民族主义 (mínzúzhǔyì) “nazionalismo”, 民权主义 (Mínquánzhǔyì) “democrazia” e 民生主义 (mínshēngzhǔyì) “governo per il popolo”; vennero chiamati 三民主义 (sānmínzhǔyì) “I tre principi del popolo”.
In breve, il suo pensiero consisteva nel fatto che il governo della Cina doveva essere repubblicano ed eletto democraticamente dal popolo, e non dato ad una casata imperiale straniera. Il possesso della terra doveva essere nazionalizzato e distribuito egualmente tra il popolo; i beni dovevano essere distribuiti equamente, e gli effetti del capitalismo mitigati dal governo.
不少名字

tessitrice

Come promesso, ecco un post sulla leggenda del pastorello e della tessitrice.
La leggenda sta alla base della festa del 七夕 (qīxī), termine che letteralmente significa “la notte dei sette”, perché secondo il calendario tradizionale cade il settimo giorno del settimo mese lunare.
La festa è anche nota con questi nomi: 乞巧节 (qǐ qiǎo jié) “Festa delle preghiere per incrementare le proprie abilità”; 七姐诞 (qī jiě dàn) “Nascita (compleanno) della settima sorella”; 巧夕 (qiǎo xī) “Notte delle abilità”.
I riferimenti alle abilità derivano da delle tradizioni secondo le quali le ragazze durante questa festa devono dimostrare le proprie abilità e sperare in un buon marito.
I due protagonisti sono 织女 (zhīnǚ) “la tessitrice” e 牛郎 (niúláng) “il pastorello”.
La leggenda dice che una notte sette sorelle fatate stavano facendo il bagno in un lago.
Il pastorello le scopre e ruba gli abiti di una delle sette, nota come “la tessitrice”.
Questa viene mandata a recuperare gli abiti, ma il pastorello la vede biotta e questa quindi è obbligata a sottostare alla sua richiesta di matrimonio.
L’abbinamento si rivela fortunato: i due vivono felici e contenti, senonché la madre della tessitrice, 王母娘娘 (Wángmǔ niángniang) “Regina madre dell’Occidente”, scopre che una delle sue figlie è sposata ad un misero mortale.
Allora separa i due, scolpendo un fiume nel cielo per mezzo di uno dei suoi spilloni fermacapelli 金簪 (jīnzān), formando la Via Lattea (银河 yínhé).
I due sono costretti ad osservarsi da lontano, impersonificati dalle stelle Altair (pastorello) e Vega (tessitrice).
Il pastorello si prende cura dei due figli (le stelle β e γ Aquilae), mentre la tessitrice tesse senza posa.
Ma una volta all’anno le gazze hanno pietà di loro e formano un ponte attraverso il cielo, 鹊桥 (quèqiáo), così i due possono stare assieme per una intera notte.
Ci sono varie versioni della storia, ma il succo è questo.
In Giappone si festeggia questa stessa ricorrenza il 7 Luglio; si scrive con gli stessi caratteri (七夕) e si pronuncia たなばた (Tanabata).

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Ecco una carrellata di tutte le festività cinesi, grandi e piccole:

  1. 1 Gennaio, Capodanno: 元旦 (Yuándàn)
  2. 1 Maggio, Festa del lavoro: 劳动节 (Láodòngjié)
  3. 4 Maggio, Festa dei giovani: 青年节 (Qīngniánjié); si ricorda il “movimento del 4 maggio”
  4. 1 Luglio, Anniversario della fondazione del partito comunista cinese; si ricorda la formazione del primo Congresso Nazionale il Primo Luglio 1921
  5. 11 Luglio, celebrazione di 郑和 (Zhèng Hé), il “Marco Polo” cinese
  6. 1 Agosto: festa dell’Esercito (Army Day): 建军节 (建军节); per ricordare il movimento di Nanchino 南昌起义 (Nánchāng 起义) il Primo Agosto 1927
  7. 1 Ottobre, Festa della Repubblica (National Day): 国庆节 (Guóqìngjié); fondazione della PRC il primo Ottobre 1949
  8. 1° giorno del 1° mese lunare: 春节 (Chūnjié); “festa di primavera, Spring Festival, Chinese New Year”
  9. 15° giorno del 1° mese lunare: 元宵节 (Yuánxiāojié); “Festa delle lanterne, Lantern Festival”
  10. Inizio di Aprile (dipende dal calendario lunare), “Giorno dei morti, Tomb Sweeping Day”:清明节 (Qīngmíngjié)
  11. 5° giorno del 5° mese lunare, “Festa delle barche-drago, Dragon Boat Festival”: 端午节 (Duānwǔjié)
  12. 7° giorno del 7° mese lunare, “Festa del doppio sette, Double Seven Festival”: 七夕 (Qīxī); una specie di san Valentino cinese. Dietro c’è la leggenda del pastore e la tessitrice, magari un giorno ci farò un post.
  13. 15° giorno del 7° mese lunare, “Giorno dei morti, Spirit Festival, Ghost Festival”: 中元节 (Zhōngyuánjié), una specie di Halloween cinese
  14. 15° giorno dell’8° mese lunare, “Festa di metà autunno, Mid-Autumn Festival, Moon Festival: 中秋节 (Zhōngqiūjié)
  15. 9° giorno del 9° mese lunare, “Giorno del doppio nove, Double Ninth Festival”:重阳节 (Chóngyángjié)

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Le feste cinesi sono divise in feste tradizionali e feste moderne.
Quello che segue è un elenco delle festività popolari 民间 (mínjiān) più note.

  1. La prima festività da sapere è la festa di primavera, 春节 (Chūnjié, Spring Festival), praticamente è il capodanno cinese secondo il calendario tradizionale.
    Tadizionalmente questa festa si trascorre a casa mangiando il 年夜饭 (niányèfàn) “cenone”, composto solitamente da 饺子 (jiǎozi) “ravioli” se al Nord, oppure 黏糕 (niángāo) “gnocchi di riso” al Sud.
    Sempre presente almeno un 全鱼 (quányú), considerato di buon auspicio perché 鱼 “pesce” è omofono di 余 (yú) “abbondanza”. Tutti dicono 年年有余 (niánniányǒuyú) “sempre più abbondanza anno dopo anno” e si passa un’allegra serata in famiglia.
  2. 元宵节 (Yuánxiāojié) oppure 灯节 (Dēngjié), la “festa delle lanterne” che si tiene il 15mo giorno del primo mese lunare.
    元宵 è formato da 元 che letteralmente significa “primario” e indica il primo mese, più 宵 che è l’abbreviazione di 夜宵 (yèxiāo) “notte”. Il piatto tipico sono i 汤圆儿 (tāngyuánr), palline di riso glutinoso riempite di pasta di sesamo.
  3. 清明节 (Qīngmíngjié) oppure 扫墓节 (sǎomùjié), il giorno della pulizia delle tombe (“Tomb-Sweeping Day” o “Grave Sweeping Day”). Pare che ci sia questo proverbio: 清明时节雨纷纷 (Qīngmíng shíjié yǔ fēnfēn) “Fino alla festa di Qingming, ogni goccia un barile”, perdonatemi la traduzione libera del nostro “Aprile, ogni goccia un barile”.
    Si dice che dopo il Aprile le piogge sono calate al punto di permettere alla polvere di depositarsi sulle tombe degli antenati, che vanno quindi pulite.
  4. 泼水节 (Pōshuǐjié) “festa dei gavettoni, Water-Sprinkling Festival, Water-Splashing Festival).
    Questa festa si tiene tra il 13 e il 15 Aprile, ed è popolare nello 云南 (Yúnnán). L’idea è di pulire via lo sporco, la tristezza e i cattivi spiriti dell’anno vecchio per dare il benvenuto all’anno nuovo.
  5. 端午节 (Duānwǔjié) “festa delle barche-drago, Dragon Boat Festival” si tiene il quinto giorno del quinto mese lunare. Cibo tradizionale: 粽子 (zòngzi), che sono delle palle di riso a forma di piramide con dentro della carne trita, fasciate in foglie e poi bollite.
  6. 中元节 (Zhōngyuánjié) “festa degli spiriti” una specie di Halloween che si tiene il 15mo giorno del settimo mese lunare. Si dice anche 鬼月 (guǐ yuè). Le credenze dicono che alla fine di Agosto – inizio Settembre i fantasmi camminino sulla terra, rendendo pericoloso viaggiare, nuotare, sposarsi o traslocare.
  7. 中秋节 (Zhōngqiūjié) “festa del ricongiungimento familiare, festa di metà autunno, Mid-Autumn Festival”, si tiene il 15mo giorno dell’ottavo mese lunare, è chiamata anche 团圆节 (Tuányuánjié).
    La pietanza tradizionale sono i famigerati 月饼 (yuèbǐng) “dolci della luna, moon cake”, che nessuno mangia ma tutti mettono da parte per darli via l’anno successivo.

Zheng He 2

Seconda e ultima parte del post su 郑和.
Nel 1911 è stata trovata in Sri Lanka una stele scritta in Cinese, Tamil e Arabo e risalente al 1411, riportante un resoconto della visita di Zheng he.
Nel 2006 è stata pubblicata un’antica mappa cinese del mondo, copiata da una mappa ancora più antica (1418), che mostra l’America. L’origine è però controversa.
Sta di fatto che anche supponendo che i Ming fossero stati a conoscenza del Nuovo Mondo, comunque non hanno sfruttato l’occasione, lasciando all’Europa l’opportunità.
Per concludere, in Cina Zheng He è considerato un eroe mondiale; secondo alcuni avrebbe scoperto sia l’America che l’Australia, e al suo confronto Marco Polo scompare nella polvere.
Nel 1985 la sua tomba a Nanjing è stata ristrutturata; nel 2005 è stato aperto un mausoleo con parco a suo nome, vicino a Kunming.
Sono stati costruiti siti, coniate monete, stampati francobolli in quello che alcuni dicono essere parte di una manovra per spostare l’attenzione sugli eroi nazionali invece di idolatrare quelli stranieri.
Immagino che Marco Polo e Simbad il marinaio si stiano rivoltando nelle rispettive tombe…

Zheng He 1

Per la serie di post sui personaggioni cinesi, parliamo oggi di Zheng He 郑和 (Zhèng Hé).
Il suo vero nome era 马三宝 (Mǎ Sānbǎo), nacque nel 1371 nello Yunnan, di nazionalità Hui 回族 (Huízú) e fede musulmana.
Ai tempi lo Yunnan era saldamente in mano ai Mongoli; i Ming erano già da tempo saliti potere e li vedevano come il fumo negli occhi.
Nel 1382 i Ming (ri)conquistarono lo Yunnan e tagliarono le palline ad un po’ di gente compreso il povero Ma SanBao, all’epoca undicenne, che fu portato a 南京 Nánjīng per fare da servitore al principe 永乐 (Yǒng Lè).
Quest’ultimo gli diede il nome Zheng He; quando poi il principe divenne imperatore sottraendo il trono al fratello, Zheng He combattè fieramente a suo fianco e ne divenne il braccio destro.
L’imperatore fece un sacco di cose, tra cui ordinare a Zheng he di andare in giro per il mondo a fare l’esploratore.
Il termine “esplorazione” è forse un po’ ristretto, visto che Zheng partì con una flotta di 62 navi ed arrivò ad avere 20mila uomini sotto il suo comando.
Diciamo che andò in giro a fare un po’ di P.R. per i Ming, convincendo i sovrani locali a non alzare troppo la testa e portando a casa dei bei regali.
Zheng He fece 8 viaggi dal 1405 al 1433, visitando un sacco di posti tra cui Vietnam, Taiwan, India, Java, Persia, Arabia, Africa.
Al ritorno dall’ottavo viaggio trovò che l’imperatore era cambiato; il nuovo capo del celeste impero fu convinto dai suoi consiglieri dell’inutilità di continuare questo tipo di spedizioni, e quindi non se ne fece più niente.
In effetti, mentre le spedizioni di altre nazioni erano basate sui principi dell’espansione economica, quele cinesi erano solo dei viaggi “pubblicitari” per la gloria dell’imperatore, non avevano un vero ritorno economico.
Per essere più sicuri, i consiglieri distrussero anche i diari di Zheng He; quello che sappiamo oggi lo dobbiamo ai resoconti dei suoi marinai.
Peccato, perché poco dopo i Portoghesi incominciarono a stabilire colonie in Africa, poi in India, e alla fine arrivarono in Cina con gli effetti che sappiamo; se i Ming non fossero stati così impegnati a fare i “top manager”, i Portoghesi avrebbero trovato pane ben più duro da sgranocchiare, e forse oggi la geografia del mondo sarebbe diversa.

Personaggi 01

Mi piacerebbe fare una serie di post sui personaggi famosi cinesi, senza scendere troppo nel dettaglio perché su ognuno si potrebbero raccogliere biblioteche intere.
Solo una specie di elenco, qualche data, tanto per sapere chi erano.
Iniziamo dunque con 蒋介石 (Jiǎng Jièshí), altrimenti noto come Chiang Kaishek.
Nacque nel 1887 in una piccola città del 宁波 (Nìngbō); constatando le difficoltà della Cina del tempo decise di dedicarsi alla carriera militare.
Partecipò alla rivoluzione che portò alla caduta dell’ultimo imperatore e della dinastia Qing nel 1911, e fu uno dei fondatori del partito del 国民党 (Guómíndǎng), conosciuto come Kuomintang o Nationalist Party
Crebbe politicamente sulla scia del leader rivoluzionario 孙中山 (Sūn Zhōngshān) Sun Yat Sen; dopo la morte di Sun, Chiang nel 1925 diventò capo del partito e leader della Repubblica Cinese (Republic of China, R.O.C.).
Le sue abilità come comandante militare sono sempre state dubbie, ma nessuno può dubitare che fosse un politico di prima magnitudine: non solo riusciva a guidare una nazione tenendo assieme i signori della guerra, alcuni dei quali erano poco più che banditi: riuscì anche a vendersi come difensore della democrazia davanti a tutto il mondo.
Gli americani boccaloni che speravano in una Cina democratica e cristiana gli mandarono ingenti aiuti per aiutarlo a spingere i giapponesi fuori dalla Cina, che avevano invasa durante la seconda guerra mondiale.
Chiang usò gran parte di queste risorse per per prepararsi alla guerra contro i comunisti, e i giapponesi ne approfittarono alla grande.
Alla fine della guerra i comunisti attaccarono davvero, in quella che è nota come la guerra civile cinese del 1945-49.
Chiang fu sconfitto dai comunisti nel 1949 e scelse la via dell’esilio verso 台湾 (Táiwān) “Taiwan”, dove con i leader del suo partito fondò un governo in esislio a 台北 (Táiběi) “Taipei”, di cui divenne il leader nel 1950.
Morì nel 1975.

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Festività nazionali in Cina.
Ci sono quattro feste ufficiali in Cina:

  1. 元旦 (Yuándàn) “Capodanno, New Year’s Day”, il primo Gennaio, festa di 1 giorno
  2. 春节 (Chūnjié) “Capodanno cinese, festa di primavera, Spring Festival”, primo giorno del primo mese lunare, 3 giorni
  3. 劳动节 (Láodòngjié) “Festa del lavoro, Labour Day”, primo Maggio, 3 giorni
  4. 国庆节 (Guóqìngjié) “Festa della nazione, National Day”, primo Ottobre, 3 giorni

Questa è l’origine della diffusa credenza in base alla quale i cinesi fanno 9 giorni di ferie all’anno.
Ini realtà in occasione del 春节 il weekend viene spostato in modo da avere comunque 3 giorni consecutivi.
N.B.: attenzione: non si tratta di un ponte: per esempio se la festa cade di domenica, allora il sabato si va al lavoro e poi si sta a casa fino a martedì compreso.
Per le altre tre feste si fa lo stesso cinema per stare a casa una settimana intera.
Questa è una pratica iniziata nel 2000 come incentivo per l’economia (nonostante qualche sedicente uomo politico delle nostre parti sostenga che invece bisogna lavorare di più e fare meno vacanze!)
Queste settimane di festa sono chiamate “Golden Weeks” (黄金周 huángjīnzhōu).
Ci sono poi varie feste popolari di cui daremo l’elenco in un prossimo post.

cani

Eh sì, i cani in Cina… una volta, bei tempi, era vietato tenere cani in città.
Ora è caduto anche quest’ultimo bastione, e sono istantaneamente comparsi milioni di botoli rognosi che infestano ogni metro calpestabile.
Cara grazia, qui non sono ancora diffusi i guinzagli elastici che hanno reso le piste ciclabili di Milano più pericolose di un campeggio di strangolatori thug.
Quasi tutti ‘sti cagnacci sono legati con dei guinzagli di dimensioni abbastanza limitate da non costringere i passanti ad offendere le proprie divinità ad ogni passo.
Le razze più gettonate sono il volpino, il pastore tedesco e quello eschimese per tirare la slitta che non mi ricordo mai come si chiama.
Non è che ce l’abbia con i cani, ma secondo me tenere un cane in città è crudele, perché soffre.
Nota linguistica: “tenere un cane” si dice 养狗 (yǎng gǒu).