dispensa

Vado a presentare una dispensa risalente a parecchi anni fa, all’epoca dell’allora Is.M.E.O. / Is.I.A.O. di Milano.

Approfondimenti su queste gloriose e purtroppo non più esistenti istituzioni si possono trovare su wikipedia: ISMEO, ISIAO.

All’epoca, tramite queste istituzioni, il comune di Milano offriva dei corsi serali di lingue.

Ho avuto la fortuna di poter partecipare a questi corsi e di conoscere così tante persone eccezionali tra i compagni e tra gli insegnanti, tra i quali la professoressa Elvira Dell’Oro, redattrice del testo oggetto di questo post, e la carissima  professoressa Giuseppina Merchionne.

Per poter meglio affrontare l’imminente esame HSK, la professoressa Dell’Oro ci distribuì una dispensa di esercizi in formato cartaceo.

Ai tempi provai a formattare il testo in formato elettronico, aggiungendo un dizionario dei termini utilizzati nel testo.

La cosa aveva senso in quei tempi, prima dei telefonini e degli ebook, quando per cercare i caratteri si dovevano perdere ore sui dizionari cartacei.

Il progetto languì in un cassetto per molto tempo. Di recente però ho deciso di rimetterci le mani e farla diventare un ebook.

Questi i link:

渔歌子 Canzone del pescatore

Ripropongo qui una serie di traduzioni di poesie che in passato erano apparse su di un sito con il quale avevo collaborato.

Avevo anche raccolto il tutto in un ebook, che ora sto rimettendo in ordine con dei nuovi contenuti, e che poi metterò online.

张志和 Zhang Zhihe (Zhāng Zhìhé, 732—774 D.C.)

Zhang Zhihe seguì i principi del taoismo per tutta la sua vita. La sua poesia inneggia all’armonia del cosmo e all’integrazione tra natura ed essere umano.

Superò gli esami imperiali a sedici anni ed ebbe per breve tempo un incarico ufficiale. Presto venne bandito e sollevato dall’incarico, e poi perdonato e richiamato alla capitale.

Nelle sue vicessidutini vide la conferma della vanità della vita mondana e reagì ritirandosi a vivere tra laghi e fiumi, preferendo la libertà di una vita semplice in linea con i suoi principi.

渔歌子 Canzone del pescatore

西塞山前白鹭飞,
桃花流水鳜鱼肥。
青箬笠,绿蓑衣,
斜风细雨不须归。

Xi sāi shān qián báilù fēi, Táohuā liúshuǐ guì yú féi.
Qīng ruò lì, lǜ suōyī, Xié fēng xì yǔ bù xū guī.

Gli aironi volteggiano dinanzi alla montagna Sai,
i peschi fioriscono rigogliosi, le verdi acque scorrono,
i persici sono abbondanti.
Con il cappello di bambù e la mantella d’erba,
una leggera brezza sulla pioggerella sottile, perché tornare a casa?

La poesia è ambientata nella stagione della pesca di primavera, nelle regioni a sud dello Yangtze dove sono abbondanti laghi e corsi d’acqua. Il pescatore si trova nei pressi della montagan Xi Sai, in quella che oggi è la regione dello Zhejiang.

È vestito di una mantella di paglia e ha un cappello di bambù sul capo; una combinazione che fino a pochi decenni fa era comune nella Cina rurale.

L’immagine degli aironi volteggianti sullo sfondo della montagna introduce sin dall’inizio un’atmosfera di calma e rilassatezza, preludio al quadretto del pescatore circondato da fiori e abbondanza.

Gradevole il contrasto di colori tra i fiori di pesco rosa e le acque verdi, che suggeriscono la bellezza dello scenario della regione.

Viene da invidiare questo pescatore, in un ambiente del genere, rinfrescato da pioggerella e brezza nei suoi abiti da lavoro. Non c’è da stupirsi se anch’egli, rapito dallo scenario, non abbia voglia di tornare a casa.

L’espressione dell’ultima strofa, “斜风细雨” (xié fēng xì yǔ) si usa ancora oggi per indicare la leggera brezza che accompagna una pioggia sottile.

Arte della Guerra 1

Con questo inizia una serie di post tratti dal libro che ho scritto e pubblicato:


L

I post non saranno pubblicati in un ordine particolare; questo primo post per esempio riguarda una storiella che fa parte dell’appendice.

Prima o poi renderò disponibile anche l’intero testo in formato epub.

L’esercito delle donne

Il seguente aneddoto è riportato dallo storico Si Ma Qian; si svolge nel periodo in cui i generali della nazione di Wu premevano per muovere guerra contro la nazione di Chu, ma il re tentennava. 

Sun Zi era era nativo dello stato di Qi e in seguito alla fama conseguita scrivendo il suo libro He Lu, il re della nazione di Wu, lo chiamò al suo cospetto e disse: “Ho letto attentamente i tuoi 13 capitoli.  Mi sarebbe lecito sottoporre le tue teorie di gestione dei soldati ad una prova?”

Sun Zi rispose che era disposto a sottoporsi alla prova.

Quindi il re chiese: “Potremmo fare la prova con delle donne?”

Sun Zi ancora rispose affermativamente; vennero quindi chiamate 180 dame dal palazzo reale.  Sun Zi le divise in due compagnie, ponendo una delle due favorite del re a capo di ciascuna compagnia. Quindi distribuì lance e spade, e alla fine chiese loro: “Immagino che conoscerete già la differenza tra davanti e dietro, destra e sinistra?”

Le ragazze risposero affermativamente.

Sun Zi continuò: “Quando dico ‘guardare avanti’, voi dovrete guardare dritto avanti a voi.  Quando dico ‘girare a sinistra’, dovrete girarvi a sinistra.  Quando dico ‘girare a destra’, vi girerete a destra.  Quando dico ‘dietrofront’, vi girerete dalla parte opposta.”  Le ragazze assentirono nuovamente.

Finita la spiegazione, iniziò l’esercizio.  Al suono dei tamburi, egli diede l’ordine: “Girare a destra!”

Le ragazze però scoppiarono a ridere, e Sun Zi disse: “Se i comandi non sono chiari, e gli ordini non sono compresi, la colpa è del generale.”

Quindi ripeté la spiegazione, e ricominciò l’esercizio.   Quando diede l’ordine “Girare a sinistra!” nuovamente le ragazze si misero a ridere.

Egli disse: “Se i comandi non sono chiari, e gli ordini non sono compresi, la colpa è del generale.  Ma se gli ordini sono chiari, e i soldati comunque non obbediscono, allora la colpa è degli ufficiali.”

Detto questo, ordinò che i comandanti delle due compagnie fossero decapitati.  In quel momento il re stava osservando le manovre dal suo baldacchino sopraelevato; quando vide che le sue concubine preferite stavano per essere uccise, si agitò parecchio e mandò un messaggio urgente: “Siamo soddisfatti dell’abilità del generale nel comandare le truppe.  Se saremo privati dalle nostre due concubine, la carne e le bevande perderanno il loro sapore.  È nostro desiderio che esse vengano risparmiate.”

Sun Zi rispose: “Sono stato investito della carica di generale di queste forze di Sua Maestà, e in quanto tale ci sono ordini di Sua Maestà che non sono in grado di accettare.”

Si procedette quindi all’esecuzione delle due concubine, dopodiché altre due vennero promosse a comandanti di compagnia.  

Fatto questo, rullarono i tamburi segnalando nuovamente l’inizio dell’esercitazione.  Le ragazza stavolta si comportarono in maniera esemplare, girando a destra o a sinistra, marciando in avanti e all’indietro, in ginocchio o in piedi, con perfetta precisione, senza emettere un suono.

Quindi Sun Zi mandò un messaggio al sovrano: “I suoi soldati, o Sire, sono ora adeguatamente addestrati e disciplinati, e pronti per l’ispezione di Sua Maestà.  Possono essere impiegati per qualsiasi incarico di cui Sua Maestà necessiti; ordinate loro di scagliarsi nell’acqua o nel fuoco, e non si azzarderanno a disobbedire.”

Il re rispose: “Il generale cessi le esercitazioni e ritorni all’accampamento.  Non abbiamo desiderio di effettuare l’ispezione.”

Sun Zi disse: “Il re ama solamente le parole, ma non è in grado di farle diventare fatti.”

In seguito all’episodio il re He Lu si convinse che Sun Zi era effettivamente in grado di comandare un’armata contro Chu, e quindi lo investì dell’incarico di generale.  

In seguito egli sconfisse la Nazione di Chu e prese la loro capitale, Ying; ispirò timore nelle nazioni di Qiu e Jin al Nord, e la sua fama dilagò tra gli altri principi feudali.

linguistica

Vivere in una famiglia mista porta spesso a situazioni divertenti, si sa.
A metà tra il divertente e l’orrido stanno le contaminazioni linguistiche: parole italiane che vengono usate in frasi cinesi e viceversa, e anche storpiature e prese in giro che spesso risultano interessanti.
Di seguito un piccolo elenco delle mostruosità linguistiche di uso comune in casa nostra.

Baoàno, nm., guardia; pl. Baoàni; f. Baoàna, Baoàne. Traslitterazione da 保安 (bǎo’ān). Si vocifera che esistano anche i “Baoanìni” ma non esistono fonti accreditate, per cui potrebbe anche trattarsi solo una leggenda metropolitana.

Sciguà, nf., anguria, traslitterazione da 西瓜 (xī guā). In sé un termine abbastanza banale, ma presentante i notevoli derivati Sciguìno, piccola anguria; Sciguàzza, anguria non matura, poco dolce o comunque non piacevole al palato.

Rozònzo, nm. una polpetta di riso avvolta in foglie di pianta acquatica e con un ripieno di carne; da 肉粽子 (ròu zòngzi); pl. Rozònzi. N.B. il ripieno di carne è usato solo in alcune parti della Cina, mentre normalmente si usa il 大枣 (Dà zǎo) “Giuggiola”, che conferisce un sapore dolce.

Schifàn, nm. zuppa di riso bollito e strabollito fino a diventare una pappetta immangiabile, ragion per cui si sospetta una epentesi dalla traslitterazione diretta “Scifan” di 稀饭 (xī fàn) “zuppa di riso”.

Suròngo, agg. solubile; Caffè surongo, da 素荣咖啡 (sù róng kāfēi) “Caffè solubile”. Principalmente usato per distinguere il caffè vero da quello in bustina; anche come peggiorativo — Ciofeca. Questo caffè è un surongo! (cit. Totò)

Bìng, nm. focaccia, da 饼 (bǐng); il lemma presenta numerosi derivati come per esempio: la Bingtèlla, che sarebbe qualsiasi tipo di Bing con la Nutella; la Marmellatèlla, il Bing con la marmellata; la Nientèlla, quando è finita sia la Nutella che la marmellata.

Cifizzàre, v.t. infastidire, maltrattare; da 欺负 (qīfù), fare il prepotente, prevaricare; — Non avvicinarti al gatto, l’ho appena cifizzàto ed è ancora INCAZZATO COME UN COBRA.

Barza cinese

记者:大爷,如果你有十亩地,愿意把一半的收成献给党吗?
大爷:我愿意!
记者:那如果是两栋别墅,你愿意献出其中一栋吗?
大爷:愿意!
记者:如果有两部车呢?
大爷:愿意!
记者:那中一百万元大奖呢?
大爷:愿意!
记者:有两头牛呢?
大爷:不愿意!!!
记者:为啥田、别墅、车和奖金都愿意,牛倒不愿意呢?
大爷:我真的有两头牛!

Reporter: Nonno, se tu avessi 10 mu* di terra, ne doneresti metà al Partito?
Nonno: Certo che sì!
Reporter: E se avessi due ville, ne doneresti una al partito?
Nonno: Certo!
Reporter: E se avessi due macchine?
Nonno: Sì!
Reporter: E metà di un premio di un milione di RMB?
Nonno: Sì!
Reporter: E se avessi due mucche?
Nonno: No.
Reporter: Ma perché? Terra, ville, macchine, premi sì, e le mucche no?
Nonno: Perché due mucche le ho davvero…

*Un MU equivale 666.6 mq

operazione

Ecco un esempio di umorismo cinese contemporaneo che mi ha fatto ridere parecchio:

Operazione di chirurgia plastica non riuscita
Operazione non riuscita

 

Modella accusa il suo chirurgo plastico, dopo l’operazione i capezzoli sono storti!

La modella Mary Segovia illustra: dopo l’operazione ha un capezzolo su e uno giù.

Il chirurgo Barvaria ritiene l’operazione riuscita, non comprende come la modella possa ritenersi non soddisfatta.

6: finta

声东击西 (shēngdōngjīxī)


stratagem 6
Stratagemma 6: 声东击西

Questo stratagemma è parente stretto del numero 7: 无中生有 “Creare qualcosa dal nulla”, che è stato trattato in precedenza.
La similitudine è tale che a prima vista sembra che il significato sia lo stesso.
Il presente stratagemma 6 viene infatti semplicemente tradotto come “effettuare una finta”, e il 7 “creare qualcosa dal nulla” può essere inteso come un tipo di finta.
Il succo di entrambi gli stratagemmi è di creare delle false aspettative mediante informazioni fasulle, così da attirare le forze del nemico lontano dai reali bersagli, per poi colpirli quando saranno sguarniti.
Bisogna però considerare innanzitutto la sezione dove sono contenuti, e poi il fatto che non necessariamente si deve ragionare in termini di forza bruta o potenza di fuoco.
Il numero 7 sta nel gruppo “Enemy dealing”, in situazioni di confronto con un nemico di pari forza.
Insisto con il dire che non si tratta di forza fisica, ma piuttosto di situazioni dove i due nemici hanno un certo grado di conoscenza dell’avversario, e di conseguenza sono in grado di prevedere le mosse reciproche con una certo grado di affidabilità.
Allora non sarebbe possibile fornire informazioni false riguardo ad un argomento specifico, perché l’avversario potrebbe annusare l’inganno.
Per questo lo stratagemma 7 riguarda informazioni generiche, atte a confondere l’avversario in senso generale, in modo da portarlo al punto di non riuscire a distinguere le informazioni corrette da quelle fasulle.
Il presente stratagemma numero 6 invece sta nella sezione “Winning”, con quelli da usare quando si è in una posizione di superiorità rispetto al nemico.
Stiamo sempre parlando di superiorità dove questo non significa necessariamente disporre di forze soverchianti; si sta trattando di strategie, di informazione, quindi si deve supporre un vantaggio tattico.
In poche parole, lo stratagemma 6 (e tutti quelli dello stesso gruppo) vanno considerati quando il nemico non conosce bene l’avversario e non ha idea di quale potrebbe essere la sua prossima mossa.
In questo caso è logico supporre che il nemico sia in cerca di informazioni di qualsiasi tipo e sia anche propenso a prenderle per vere senza farsi troppe domande.
Riassumendo:

  • stratagemma 6 (winning) = posizione di superiorità rispetto al nemico, il quale non ci conosce ed è avido di informazioni e potrebbe bersi di tutto. Eempio: un incontro casuale al bar, dove si può anche dire di essere milionari e di andare in giro in elicottero.
  • stratagemma 7 (enemy dealing) = pari forza: il nemico ci conosce e potrebbe dubitare di informazioni “troppo” false. Esempio: il marito torna a casa tardi e tenta di giustificarsi con la moglie iraconda. Può certo raccontare qualche balla ma se vuole farsi credere deve inventarsi qualcosa di plausibile: straordinari improvvisi, guasto alla macchina.

L’expat in Cina è particolarmente soggetto a questo tipo di situazioni.
Per esempio i fornitori nei primi approcci faranno di tutto per far credere di essere dei megafantageni (strat.6), e quindi bisogna andare con i piedi di piombo, controllare di persona, etc.
Poi con il passare del tempo la qualità delle forniture diminuirà gradualmente, e quando colti in flagrante inventeranno sempre con una scusa diversa (strat.7), quindi bisogna mettere in piedi dei controlli di qualità strettissimi e soprattutto concordati e controfirmati in precedenza.

pesci rossi

Il pesce rosso, in cinese 金鱼 (jīnyú), è un’altro prodotto dello sterminato ingegno degli antichi cinesi.
Da Wikipedia:

The goldfish (Carassius auratus auratus) is a freshwater fish in the family Cyprinidae of order Cypriniformes. It was one of the earliest fish to be domesticated, and is one of the most commonly kept aquarium fish.

Basta cercare un po’ e si trovano parecchi siti di appassionati sull’argomento.
Gli antichi cinesi, non contenti di avere tra le mani solo un bel pesciolino dal piacevole colore, hanno incominciato a sfruttare le mutazioni naturali per arrivare a innumerevoli varietà diverse.
Risultato, al giorno d’oggi esistono acquari pieni di piccoli mostricini dalle forme più bizzarre, che a mio parere non possono che ispirare un sentimento di pietà.
I cinesi hanno tutto un sistema di classificazione in base a forme e colori e qualità organolettiche delle scaglie, non mi ci metto nemmeno; per i più volonterosi ci sono varie fonti in lingua.
Guardando questi innocenti esserini non posso che reprimere un moto di compassione, lo stesso che mi viene quando sento esaltare le prodezze degli allevatori di gatti o cani di razza.
Non sono un animalista, ma secondo me c’è un limite alle torture che si possono infliggere ad un animale per pure ragioni estetiche.
Ma sospetto che di tutto questo ai cinesi odierni importi solo un unico aspetto, e cioè la possibilità di vendere sempre più infelici deformità e guadagnare molti moltissimi soldi!!!
Un intero universo (di interessi economici) gravita intorno a questi infelici pesciolini, compresi mercatini (primo tra tutti quello di Hong Kong), concorsi di bellezza per pesci, gadgets, negozietti vari.
Segue qualche esempio di alcune delle principali varietà, in realtà ce ne sono altre millanta e più.

  • 水泡眼 (Bubble-eye); questo è efficace per spaventare i bimbi
  • 红白花龙睛 (Red and White Moor) e varianti; mi ricorda un po’ i conigli e i gatti d’angora nella loro dignitosa sofferenza
  • 狮子头 (zhīzi tóu) Lion-head, secondo me uno dei più terrificanti insieme all’Oranda 高头 (gāotóu).
  • 朝天 (cháotiān) “Celestial-eye“, notare in foto l’spressione di sofferenza della serie “uccidimi ti prego”
  • Pearscale 鹅头珠鳞 (étóu zhūlín), qualcuno dovrebbe spiegarmi cosa potrebbe spingere qualcuno a volere un mostro del genere in casa
  • Ponpon o Pompom 绒球 (róngqiú), tra i più ributtanti dell’intera serie
  • Ranchu 兰寿 (lánshòu), anche questo nella top ten dei più spaventosi
  • Ryukin 琉金 (liújīn), questo è giapponese, tanto per chiarire che i cinesi non sono i soli deviati

Bubble eye

Bubble eye

Butterfly Moor

Butterfly Moor

Celestial Eye

Lionhead

Oranda

Oranda

Pearscale

Ponpon

Ranchu

Ryukin

Negozio

Vasche

p.s.
Il cinese 金鱼 (jīnyú) significa “pesce d’oro”, così come il giapponese 金魚 (きんぎょ kingyo), l’inglese “goldfish”, il tedesco “Goldfisch”, il portoghese “peixe-dourado”, il danese “guldfisk” e così via in varie altre lingue.
Perché noi invece lo vediamo “rosso”? Siamo più pragmatici?
E con noi italiani anche i francesi: “poisson rouge”, per non parlare degli spagnoli con il loro “pez de colores”…

cu-cina

Sono il primo a stupirmi di come possa aver tenuto questo blog per tutti questi anni e non avere mai trattato di cucina.
Rimedio oggi con questo post sul 八大菜系 (bādàcàixì), le otto categorie principali nelle quali si divide la cucina cinese.
Tralascio le cucine “etniche” come la cucina hakka, mongola, tibetana &c. e no non si finisce più.
Non entro troppo nel dettaglio perché per ognuna di queste categorie ci sarebbe da scrivere un’enciclopedia con tutte le sottocategorie, varianti, zone e piatti tipici di ogni località.
Mi limito invece ad indicare qualche piatto tipico dei più famosi.
Ne risulta un semplice elenco, la conoscenza del quale garantirà comunque immediato rispetto da parte di eventuali altri commensali cinesi.

  • 鲁菜 (lǔcài) “Cucina dello Shandong”: piatti tipi sono i 清汤燕窝 (qīngtang yànwō) “zuppa di nidi di rondine“, 糖醋黄河鲤鱼 (tángcù Huáng Hé lǐyú) “Sweet and sour Yellow River carp”
  • 川菜 (Chuāncài) “Sichuan”: speziata e piccante. Piatti tipici: 麻婆豆腐 (mápó dòufu) “Stir-fried tofu in hot sauce”, 宫保鸡丁 (gōngbǎo jīdīng) “spicy diced chicken”
  • 粤菜 (Yuècài) “Cantonese” 龙虎斗 (lónghǔdòu) “”, 狗肉煲 (gǒuròu bāo) “dog meat casserole”, 鱼香肉丝 (yúxiāng ròusī) “fish-flavored shredded pork”
  • 闽菜 (Mǐncài) “Fujian”. 佛跳墙 (fótiàoqiáng) letteralmente “Buddha salta il muro”, è fatto di pollo, anatra, cartilagini di maiale frutti di mare secchi, stufati e messi in una specie di anfora con del vino; 七星鱼丸 (qīxīng yúwán) “polpette di pesce delle 7 stelle”, che potrebbe essere il piatto preferito di Ken il guerriero
  • 苏菜 (Sūcài) “Jiangsu”. 松鼠桂鱼 (sōngshǔ guìyú) “Mandarin fish allo scoiattolo”, 盐水鸭 (yánshuǐyā) “anatra sotto sale”
  • 浙菜 (Zhècài) “Zhejiang”. 东坡肉 (Dōngpōròu) “stufato alla Dongpo”, 赛蟹羹 (sàixiè gēng) “zuppa dei granchi da corsa”, 干炸响铃 (gānzhá xiǎnglíng) “campanelle fritte”
  • 湘菜 (Xiāngcài) “Hunan”:组庵鱼翅 (zǔān yúchì) “Stewed Shark’s Fins in Chicken Soup”, 湘西酸肉 (xiāngxī suān ròu) “Xiangxi Sour Meat”
  • 徽菜 (Huīcài) “Anhui”: 火腿炖甲鱼 (huǒtuǐ dùn jiǎyú) “stewed soft shell turtle with ham”,蒸石青蛙 (zhēngshīqīngwā) “steamed stone frog”, 李鸿章杂烩 (lǐhóngzhāng záhuì) “Lihongzhang hotchpotch”

Note:

  • Lo 火锅 (huǒguō) “hotpot” è un piatto che in Cina va per la maggiore, ma non è un piatto tradizionale di nessuna regione in particolare. È un po’ come volere dare una collocazione geografica alla pastasciutta in Italia. Se ne era già parlato in precedenza.
  • Per fare la zuppa 清汤燕窝 (qīngtang yànwō) “nidi di rondine” citata sopra, in teoria si usano dei veri nidi di veri uccelli. Come premesso non sto ad approfondire ma la materia prima reale ha dei prezzi da capogiro per cui normalmente si usa della pasta fatta a forma di nido.
  • Se qualcuno dovesse soffrire per la mancanza della Cucina imperiale in questo parco elenco, dirò che si tratta di una sub-categoria che prende piatti dalla cucina del Jiangsu, di Pechino e dello Shandong. More details at Wikipedia (as usual).
  • Inutile dire che dietro molti di questi piatti ci sono storie e leggende; per esempio il 东坡肉 (Dōngpōròu) “stufato alla Dongpo”, e’ stato creato dal poeta-statista-calligrafo-cuoco-giocoliere funambolo Su Dongpo, quando preso da una partita di scacchi con un amico si era dimenticato di togliere la carne dal fuoco. Durante uno dei suoi numerosi esili, uno dei suoi nemici disse poi all’imperatore che la gente del posto odiava talmente Su Dongpo che aveva dato il suo nome ad un piatto per fingere di mangiare la sua carne.
  • Inutile infastidire i gestori dei ristoranti cinesi in Italia insistendo nel volere qualcuno dei piatti elencati. La maggior parte dei cuochi dei ristoranti cinesi all’estero ha imparato a cucinare DOPO avere lasciato la Cina. I piatti presentati sono perlopiù versioni adattate al gusto italiano di qualcosa che già si avvicina a qualcosa di esistente, come i 年糕 che assomigliano agli gnocchi, oppure anche pure invenzioni (pollo al limone, riso alla cantonese). Stesso discorso per i ristoranti cinesi nelle altre nazioni.

p.s.
Su Dongpo ha fatto di tutto tutto ma non il giocoliere funambolo
Per ulteriori approfondimenti, consiglio l’ottima guida “Chinese food” su Travel China Guide.

poesia:inverno

Titolo: 冬日平泉路晚归
Di 白居易 Bái Jūyì, 772-846 D.C.
Dinastia 唐 (Táng) “Tang”, 618-907 D.C.
Testo:

山路难行日易斜,
烟村霜树欲栖鸦。
夜归不到应闲事,
热饮三杯即是家。

Pronuncia:

Shānlù nán xíng rì yì xié,
yān cūn shuāng shù yù qī yā.
Yè guī bù dào yīng xiánshì,
rèyǐn sān bēi jí shì jiā.

Tornando tardi a Pingquan in un giorno d’inverno

È arduo il sentiero montano, basso il sole all’orizzonte,
in un villaggio sperduto nella foschia un corvo è appollaiato su un albero gelato.
Impossibile tornare prima di notte, ma non importa;
tre bicchieri caldi, e mi sembrerà di essere a casa.

craaa

L’autore fin da bambino dovette adattarsi ad una vita di spostamenti continui, cioè fin da quando venne mandato a vivere da dei parenti per scappare ad una guerra.
Pare che abbia incominciato a scrivere poesie all’età di soli cinque anni, il che secondo me già gli dovrebbe far meritare un posto nella storia.
Durante la sua carriera fu governatore di ben tre province, fatto che attesta il suo successo come uomo di governo.
Per un po’ però fu anche mandato in esilio per avere scritto dei testi troppo arguti su degli affari di stato.
Va anche detto che di quei tempi l’esilio di poeti in luoghi remoti e lontani dalla corte imperiale era una cosa piuttosto comune.
Egli durante la sua vita ebbe tempo di veder passare otto imperatori, immagino che debba essere stato difficile andare d’accordo con tutti…
Comunque, Bai Juyi fu uno dei poeti più prolifici della dinastia Tang.
Scrisse in uno stile semplice e diretto, il che gli ha assicurato non solo il successo nella sua epoca, ma anche una popolarità che in Cina e Giappone dura ancora oggi.
Il testo parla di un viaggio effettuato in un inverno di 1200 anni fa, quando i centri abitati erano sparsi sul territorio e isolati uno dall’altro.
Il poeta ci parla di una natura incontaminata pervasa da una pace semplice e disadorna.
Due aggettivi che ben si prestano a descrivere anche lo stile di scrittura, che nella sua semplicità comunica sensazioni profonde in maniera potente proprio perché non appesantito da troppi orpelli.
Questa poesia può anche essere interpretata come un’espressione della filosofia di vita di quest’uomo che nella sua vita dovette cercare per così tanto tempo un posto dove mettere radici, senza mai trovarlo.
Il viaggiatore è intento in un difficile viaggio, senza punti di riferimento, circondato da un mondo distante e da pericoli incombenti simboleggiati dal corvo.
Comunque gli basta poco per sentirsi a casa, visto che probabilmente la sua abitazione vera e propria è distante o solo un alloggio temporaneo.
È una metafora sul cammino della vita condotta in perenne ricerca di un paradiso che però non arriva mai.
Ma basta prendersela con filosofia, e provare a godere dei piccoli piaceri che questa vita ci offre.

Riferimenti:
白居易 su baidu