parenti

E anche quest’anno la follia del capodanno cinese è finita.
Anche quest’anno ci sono stati i botti che al confronto Napoli è un asilo infantile; qui sembra sia scoppiata la guerra nucleare.
È finito anche il carosello dei parenti che vengono a fare 拜年 (bàinián), gli auguri dei primi giorni dell’anno nuovo.
Il giorno più tragico è 初一 (chūyī), il primo dell’anno; semplicemente perché dopo essere andati a letto alle 2 del mattino, le telefonate di auguri iniziano alle 7 del mattino, non c’è scampo.

Per carità, sono tutte persone calorose, cortesi e piacevoli, però ci sono dei problemi di carattere culturale che rendono difficile la comunicazione.
Il primo e più grosso problema è che parlano un dialetto per me incomprensibile.
I cinesi dicono che il dialetto di 青岛 (Qīngdǎo) non è da considerarsi difficile; in fondo si tratta solo di variazioni sui toni, storpiature nella pronuncia, modi di dire locali e così via, niente di così radicalmente differente dal cinese mandarino. E dici poco!
Beh, certamente niente a che vedere con il cantonese, una lingua a sè stante i cui suoni sono a volte quasi divertenti.
A confronto di certi altri dialetti anche il cantonese è una passeggiata di salute, per esempio il famigerato dialetto di Wenzhou, con suoni che ricordano a volte degli scarichi di lavandino. E non scherzo: durante la guerra con i giapponesi, nativi di Wenzhou erano impiegati come code talkers.
Gli altri problemi sono di carattere più squisitamente culturale, e cioè l’idea cinese di cortesia e rispetto per l’ospite.
In pratica, il tutto si riduce a rimpinzare il detto ospite continuamente, 24 ore su 24, possibilmente facendolo ubriacare fino a farlo collassare in un angolo.
Per cui è un gravissimo errore dire “mi piace” oppure “posso averne ancora?”: si rischia di venire letteralmente sommersi dell’articolo richiesto.
Ci sono due alternative: addurre delle ragioni per cui non sia possibile bere o mangiare o fumare, oppure stare al gioco e ridursi ad un rottame umano intossicato da alcool e fumo in un agolo della stanza, tra l’ilarità generale.
Ecco quindi un utile prontuario per chi debba difendersi dai “Chinese in-laws”:

  1. Sono astemio, non posso bere alcool. 我是戒酒者,不能喝酒。 (wǒ shì jièjiǔzhě, bùnéng hē jiǔ)
  2. Sono celiaco, non posso mangiare ravioli o spaghetti. 我有乳糜泻综合征,不能吃饺子或拉面。(wǒ yǒu rǔmíxiè zōnghézhēng, búnéng chī jiǎozǐ huò lāmiàn)
  3. Non fumo. 我不抽烟。(wǒ bú chōu yān)
  4. Ho problemi di fegato, non posso mangiare questo peraltro prelibato piatto。我肝有问题,不能吃这个我知道很香的菜。(wǒ gān yǒu wèntí, búnéng chī zhègè wǒ zhīdào hěn xiāng de cài)
  5. Sono allergico alla carne(latte, aceto, salsa di soia, pesce). 我对肉(牛奶,醋,酱油,鱼)有过敏(wǒ duì ròu (niúnǎi, cù, jiàngyóu, yú) yǒu guòmǐn)
  6. Sto per (sono in procinto di) vomitare. 我想呕吐。(wǒ xiǎng ǒu tǔ)
  7. Il mio medico me l’ha impedito. 我医生说我不可以。(wǒ yīshēng shuō wǒ búkěyǐ)
  8. La mia religione mi impedisce di mangiarlo. 按照我的宗教,这是禁止的饮食。(ànzhào wǒ de zōngjiào, zhè shì jìnzhǐ de yǐnshí)
  9. Posso mangiare solo riso bianco e verdure bollite. 我只能吃白米饭,上汤蔬菜。(wǒ zhī néng chī báimǐfàn, shàngtāng shūcài)
  10. Anche in Italia si bevono alcolici, ma in genere smettiamo prima di cadere nel ridicolo. 在意大利也有酒,不过我们一般喝一点,不要喝醉让别人笑。(zài yìdàlì yě yǒu jiǔ, búguò wǒmén yībān hē yīdiǎn, bú yào hēzuì ràng biérén xiào)
  11. Anche in Italia si beve il tè, ma in quantità ridotte. 在意大利也有茶,不过我们一般喝一点。(zài yìdàlì yě yǒu chá, búguò wǒmén yībān hē yīdiǎn)

4 thoughts on “parenti”

  1. Non sono tremendi, è che non sanno quando smettere…
    E’ una caratteristica molto diffusa, che vedo spesso accoppiata ad una smania irrefrenabile di dimostrare la superiorità della cultura cinese rispetto a tutte le altre.
    Una combinazione esplosiva…

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