riscaldamento

Finite le feste, finita la vacanza in Italia, ricomincia la vita cinese.
Al ritorno nel Celeste Impero siamo stati accolti da una nevicata, che non ha fatto altro che acuire il già pungente senso di freddo che pervade tutta la casa.
Se ne era già parlato in precedenza, ma ricordo ai miei lettori che in gran parte della Cina la parola “riscaldamento” è sconosciuta, o perlomeno vagamente associata a qualcosa visto nei film stranieri.
Il Paese di Mezzo si divide in due parti:

  1. Nord, dove le case vengono costruite con il riscaldamento, a volte anche centralizzato.
  2. Sud, senza riscaldamento.

Il confine viene tradizionalmente segnato dal grande fiume 长江 (Cháng jiāng) “Yangtze”, infatti a volte le due zone vengono indicate come 江北 (Jiāngběi) “nord del fiume” e 江南 (Jiāngnán) “sud del fiume”.
Si favoleggia anche di una vera e propria legge promulgata nei tempi andati che proibisce la dotazione di impianti di riscaldamento alle costruzioni poste a sud del fiume.
Come si può desumere dalla seguente pretty pic, in base a questa arbitraria decisione un abitante del posto “A” potrà pavoneggiarsi del suo impianto di riscaldamento alle spalle di un meno fortunato abitante del posto “B”, il quale pur abitando parecchio più a nord, non ne ha diritto.

Jiang Nan

Viene spontaneo pensare al Sud della Cina come una terra benedetta da un sole perenne, ma non è così (se no mica ci facevo un post).
Curiosamente, forse a causa di sconvolgimenti climatici conseguenti al riscaldamento globale, in parecchi posti del Sud della Cina d’inverno fa un freddo becco.
Ho vissuto per 5 anni nel bel mezzo del Guangdong e posso affermare senza tema di smentite che la temperatura in inverno non scende mai sotto i 5 gradi Celsius.
Questa di per sé è indubbiamente un’ottima notizia, ma se fuori fa 5 gradi, e in casa fa 5 gradi, vai in ufficio e ci sono 5 gradi, vai al ristorante e sono sempre 5 gradi, alla fine della giornata hai il freddo che ti è entrato nel midollo.
A casa propria uno è però libero di installare quello che vuole, quindi spopolano le stufette elettriche di tutti i tipi; personalmente in casa avevo il condizionatore a pompa di calore che d’inverno si regolava in modo che sparasse aria calda.
Certo siamo ordini di grandezza lontani da una stufa di maiolica, ma almeno si poteva stare in casa senza tre maglioni, cappotto, sciarpa e cappello.
Infatti il problema dello stare in casa o in ufficio davanti al computer è che generalmente si sta fermi, e allora l’unica opzione è coprirsi.
Quando proprio non ce la facevo più, allora andavo al centro benessere e stavo dentro al bagno turco fino a diventare un raviolo al vapore.
Il problema del condizionatore è che non si può mica installare in tutte le stanze, e in particolare non si può mettere in bagno.
Le stufette elettriche in bagno sono pericolose, per gli schizzi d’acqua eccetera.
Per risolvere questo spinoso problema, l’ammirevole ingegno dei cinesi ha concepito lo 浴霸 (yùbà); letteralmente 浴 significa “bagno” e 霸 significa “tiranno”*.
Lo 浴霸 è composto da delle accecanti lampade montate sopra alla doccia che come conseguenza indiretta dell’esagerata luminescenza che producono, emanano anche raggi infrarossi e quindi calore.
Yu Ba Yu Ba

Mi immagino quello che le ha inventate: “Hei Ping, guarda qua, ho inventato una lampada che consuma un botto di elettricità, fa una luce che basta per un tendone da circo e scotta anche. Cosa ne facciamo?”
“Uhm… fammici pensare un attimo… La mettiamo sopra alle docce come riscaldamento!”
“Ma cosa c’entra tutta questa luce?”
“Così ci vedono bene quando si lavano, no?”
Risultato, quasi dappertutto in Cina è possibile avvalersi di queste lampade per arrostirsi la cervice sotto la doccia, mentre i piedi ahimè saranno abbandonati al loro tristo destino.
In compenso grazie alla luce degna di un vero astro del firmamento, è possibile leggere giornali scritti a caratteri piccolissimi, dipingere panorami su gusci di noce e varie altre attività di questo tipo.
Personalmente sospetto che l’incenerimento dei capelli conseguente all’utilizzo del prodotto sia permanente, per cui cerco di farne a meno per quanto possibile.

*nota: Tirannosaurus Rex in cinese si dice 霸王龙 bàwánglóng, appunto “dinosauro tiranno”