Conversazione

Qualche giorno fa ho telefonato ad un’azienda che sta vicino a dove lavoro.
Volevo chiedere un’informazione a un tizio straniero che conosco, e che lavora lì.
In quell’azienda ci ero anche già stato in visita di cortesia, e mi avevano fatto tutti una gran bella impressione, per cui ho esordito fiduciosamente in inglese.
Io (in inglese): “Buongiorno, mi chiamo Tizio Caio, vorrei parlare con Mr. Sempronio.”
Gentile signorina all’altro capo: (silenzio, poi:)”ehm…”
I: “Mr. Sempronio. Cerco Mr. Sempronio!”
GS: “ehm…”
I (in cinese): “Senta, cerco Mr. Sempronio, o qualcun altro degli stranieri che lavorano lì.
GS: “ehm… WA – IT!”(shuffle, shuffle)
Gentile giovanotto: “HEL – LO! CAN – I – HELP – YOU?”
I: “Senta, vorrei parlare con Mr. Semprionio o qualcun altro degli stranieri che lavorano lì. Devo chiedere un’informazione.
GG: “Non c’è nessuno. Sono tornati tutti a casa loro, saranno qui tra un paio di settimane.
I: “Allora forse lei mi potrà aiutare. Ho bisogno di sapere il numero di telefono dell’amministrazione del vostro parco industriale.
GG: (silenzio)”ehm… Come posso aiutarla?
I: (silenzio stupito)”Beh… dandomi il numero di telefono dell’amministrazione del parco industriale!
GG: “Un attimo.“(rustle, rustle, mormorio sottovoce)
Gentile signorina numero 2: “Come posso aiutarla?
I (già un po’ alterato): “Ho bisogno di sapere il numero di telefono dell’amministrazione del vostro parco industriale.
GS2: “Il numero di telefono dell’amministrazione del parco industriale?
I: “Sì. È molto semplice. Si tratta di un numero di telefono, io lo chiamo e risponde l’amministrazione.
GS2: “Un attimo, prego.
Gentile signorina numero TRE: (non sto scherzando) “Come posso aiutarla?
I (tentando di trattenere il flusso di improperi che stava sgorgando impetuoso dal mio subconscio): “Ho bisogno di sapere, etc…,etc…
GS3: (silenzio)”Come posso aiutarla?
A questo punto le ho sbattuto il telefono in faccia.
Ho aspettato la pausa pranzo, sono andato in macchina sul posto, ho chiesto al tizio di guardia al cancello, il quale mi ha dato un numero; fine della storia.
Cosa è successo, lo so benissimo: è scortese dire “non lo so”, piuttosto è meglio fare la figura degli imbecilli e far perdere tempo al malcapitato finché questo desiste e se ne va.
Il giorno dopo in pausa pranzo ho parlato dell’accaduto ai colleghi cinesi con i quali ho un po’ più di confidenza, perché i miei poveri stanchi neuroni giravano in circolo e non riuscivano comunque a capacitarsi dell’accaduto.
Da bravo Laowai, la mia tesi era che sarebbe stato senza dubbio più gentile dire “Guardi, non lo so, se vuole lasci il numero, mi informo, la richiamo”, qualcosa del genere, sempre meglio che fare tutto ‘sto teatrino.
Alcune delle risposte dei colleghi mi hanno lasciato esterrefatto.
Certo si tratta di opinioni di singoli, ma secondo me sono comunque degli esempi significativi di “pensiero cinese”.

“La Cina è un paese ancora in via di sviluppo. Abbiamo ancora molto da imparare da voi occidentali. In futuro si adotteranno sicuramente modalità di comunicazione più efficienti.”

Traduzione: si sentono ancora inferiori… e meno male!

“La mentalità cinese si oppone al confronto diretto. Per evitare il conflitto, siamo educati a tergiversare e rimandare.”

Riflessione: chissà perché allora gli operai della fabbrica dove lavoro incrociano le braccia per protesta ogni due per tre, e se c’è una minima discordia sul trattamento si precipitano a fare esposti all’ufficio del lavoro!

“Fornire un’informazione significa assumersi una responsabilità. Tu hai sbagliato parlando in inglese e dicendo che cercavi il loro capo. In questo modo si sono impauriti e bloccati.”

Morale: la prossima volta faccio chiamare la signora delle pulizie!

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