Oggi è il primo di Gennaio, e per una volta nella vita vorrei iniziare il nuovo anno con dei buoni propositi.
Anzi, un solo proposito: cercare di non farmi venire il sangue acido a causa di certi comportamenti ai quali purtroppo assisto quotidianamente.
Per esempio quando sono in coda e qualche abitante della Terra di Mezzo mi passa davanti dandomi uno spintone senza nemmeno guardarmi.
Allo stesso modo, cercherò, di non saltare in aria come una mina antiuomo nelle quotidiane situazioni nelle quali per salvare la faccia si perdono intere giornate. (Proprio ieri in banca ho dovuto assistere a una cinquantina di telefonate a vari capi e capetti per chiedere autorizzazione a fare una cosa che poi è risultato tutti sapevano sin dall'inizio che non si poteva fare)
Oppure cercare di non rabbuiarmi quando in macchina qualcuno mi taglia la strada rischiando di venirmi addosso, cosa che purtroppo capita tutti i giorni almeno un paio di volte al minuto risultando in una rabbuiatura perenne.
Oppure cercare di non sbuffare quando un collega viene a chiedere a me di parlare con il suo vicino di scrivania perché ritiene che lui non ci possa parlare avendo lui altre responsabilità e non avendo l'autorità necessaria, risultando in una continua perdita di tempo trascorso a fare il portavoce di infinite lagne.
Ormai si sarà già capito il senso generale del post, e a questo punto potrà risultare significativa la storia del pollo e del tacchino.
Tutti sanno dei galli da combattimento, e di come sia diffusa in certi paesi la pratica di aizzarli l'uno contro l'altro per farli combattere fino all'ultimo sangue.
Bisogna sapere che anche i più mansueti tacchini, alla vista di un potenziale rivale in amore, sentono ribollire il sangue; e anche loro ricorrono alla violenza per risolvere la questione.
Ai panciuti volatili però l'evoluzione ha fornito un sistema per evitare di incorrere in esagerati sprgimenti di sangue.
Nella fattispecie, quando il tacchino più debole sente che la disfatta è prossima, poggia la testa a terra ed offre il collo indifeso all'avversario.
A questo punto il vincitore capisce di avere ottenuto la meglio e non si accanisce ulteriormente, lasciando l'avversario con l'onta della sconfitta e la possibilità di riprendersi, e magari cercare in futuro un'occasione più propizia.
Se però si mettono assieme un gallo e un tacchino, cosa succede?
I due animali sono abbastanza simili per potersi scambiare i segnali riguardanti l'inizio del combattimento, per cui si azzufferanno a prima vista.
Il tacchino pur essendo più grosso del gallo è anche più pesante e meno agile, per cui generalmente ha la peggio.
Le affinità che hanno scatenato l'inizio del combattimento però arrivano solo fino ad un certo punto; il tacchino infatti seguendo il suo proprio codice di comportamento offrirà il collo al gallo.
Purtroppo l'istinto del gallo non prevede questa possibilità e anzi vista la possibilità di colpire una parte vulnerabile, continuerà ad infierire sullo sconfitto.
Il povero tacchino sentendosi sempre più inferiore si appiattirà sempre di più per terra, ed il gallo finirà per ammazzarlo in maniera molto truculenta.
Ecco in sintesi quello che succede quando un omino bianco si tuffa nella folla urbana delle città cinesi: li sistema di valori e consuetudini che lo ha assistito per tutta la vita viene a confrontarsi con un universo differente.
Molte delle cose che dava per scontate non avranno più senso, e molte delle normali abitudini che incontrerà sul suo cammino gli sembreranno assurde.
Inutile accanirsi nel comportarsi come si è stati cresciuti, se non si vuole fare la fine del tacchino; meglio rassegnarsi e cercare di adattarsi alla situazione.
Per cui se qualche conterraneo disperso in Cina avrà la ventura di vedermi passare accanto, non si stupisca se mi sentirà mormorare senza posa una specie di mantra: "Polli e tacchini, polli e tacchini".
Anzi lo consiglio a chi si trovi nella mia stessa situazione; a me giova molto.
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