Note
Italiano: Gennaio, Febbraio, Marzo, Aprile, Maggio, Giugno, Luglio, Agosto, Settembre, Otttbre, Novembre, Dicembre
NotePost banale?In effetti... Saranno molto più interessanti i post sui nomi dei giorni della settimana e i nomi dei giorni del mese.
La palma della semplicità va a cinesi e giapponesi; noi e gli anglofoni risentiamo del calendario romano che aveva solo 10 mesi, ecco perché Ottobre è il decimo mese ma il nome che suggerisce il numero otto; stesso discorso per Novembre (9) e Dicembre (10).
Luglio poi si chiamava "Quintilio" ma il nome venne cambiato in onore di Giulio Cesare che era nato in quel mese!
Agosto invece si chiamava Sextilio ma il nome venne cambiato in onore di Cesare Augusta, che in quel mese riportò varie vittorie.
Gennaio e Febbraio non esistevano, e sono stati aggiunti dopo.
Poi ci sono state le riforme di Giulio Cesare e la riforma del calendario gregoriano, tanto per fare ancora un pò di casino.
Qualche volta si sente dire ‟大概” (dà gài) seguito da un'affermazione o da una stima di qualche quantità. Significa ‟Pare che ...”, ‟Più o meno” quindi suggerisce una congettura.
L'espressione ‟大致” (dà zhì) è apparentemente equivalente ma la prima ha più un senso di ‟tirare a indovinare”, mentre la seconda mette l'enfasi sul fatto stesso.
C'è poi ‟约” (yuē) che si riferisce solo a stime di quantità e così com'è si usa solo nello scritto.Nel parlato si usa ‟约莫” (yuē mo).
Esempio:
Quarto 宿題 da 東京.
「例」 道が込んでいますね。(交通事故です。。。交通事故の)ようですね。
Vocaboli:
le soluzioni:
Ho trovato questa storiella su un numero di 鬼怪故事 (guǐguài gùshi, "storie di mostri") che ho comperato in via Paolo Sarpi (chinatown di Milano).
E' una rivista per ragazzi, talmente semplice che riesco a leggerla anche io.
Note
Note
Premio per le complicazioni inutili ai giapponesi: posso capire che nel medioevo "giorno" si diceva "か", ma per il resto, specialmente per i primi giorni, proprio non c'è logica.
Secondi classificati, gli anglofoni: mi ricordo quando a scuola si studiava 1st, 2nd, 3rd, sembrava demenziale. Ma perché non si potevano scrivere i numeri così com'erano?
Direi che noi e i cinesi siamo a pari merito come sistema più semplice.
Esercizio! Forma potenziale!
Ogni riga ha tre campi: ~ます, potenziale (ていねい) - potenziale (ふつう)
Di ogni riga è riempito un solo campo, bisogna riempire gli altri.
(例)のように、動詞をいい形に変えて書いてください。 動詞 - 可能形(ていねい) - 可能形(ふつう)
例:飲みます - 飲めます - 飲める
Vocaboli
Soluzioni
Nota: 可能形 (かおうけい)=forma potenziale
dal "Libro dei 1000 caratteri":
Note
Come fanno i cinesi a comunicare tra loro la forma di un carattere quando non possono scriverlo? Per esempio, al telefono?
Il metodo più gettonato è sicuramente quello di citare una parola composta che contiene il carattere.Per esempio, per spiegare a qualcuno che il carattere che intendo io è “知 (zhi)” dirò “知道的知”: è lo zhi di zhīdao.
Per i cognomi, si usano riferimenti a persone famose: “她姓邓,邓小评的邓”. (Si chiama Deng come Dèng XiǎoPíng).
Sempre per per i cognomi, certi hanno una specie di nome proprio, come 木子李 (mùzǐlǐ) per 李, “lo 李 fatto con 木 e 子”.
Altrimenti, si passa ad elencare i componenti con una serie di formule fisse che normalmente sanno solo i madrelingua.Eccone alcuni:
Chissà quali formule utilizzeranno i giapponesi?
uno 成语 da http://www.oneaday.org/
Note
肥 (féi) indica il grasso; l'aggettivo invece è 胖 (pàng).
Una parola simpatica è 胖子 (pàng zi): significa "cicciottello" , "grassoccio", si può usare anche tra amici, "你这个胖子!"
Questo post riguarda uno degli infiniti usi del verbo 来る(くる) in giapponese.
In particolare, oggi si parla del costrutto V-て来る, che suggerisce l'idea di un'azione che sta iniziando oppure che è continuata fino ad un certo punto.
In cinese si usa 开始 (kāishǐ) seguito dal verbo.Per esempio:
Oppure:
Ancora:
La differenza tra V-て来る e 始める è molto sottile.
La costruzione con 来る si usa quando qualcosa accade a chi sta parlando o a qualcuno molto vicino a chi parla, mentre con 始める chi implica nessuna relazione con l'accaduto.
Per formare una frase esortativa in cinese si aggiunge 吧 (ba) alla fine della frase, per esempio, "走吧?" (zǒuba?) "Andiamo?"
In Cina, spesso l'ospite viene invitato a servirsi da solo, specialmente se il cibo è considerato ottimo.
Date le spiegazioni precedenti, potrebbe sembrare che una frase classica sia la seguente: "你吃鸡吧?" (nǐchījība?) "Perché non prendi il pollo?"
Attenzione! Se tutti ridono, allora vuol dire che si è stati vittima di un classico scherzo cinese.
In realtà, 鸡吧 (jība) è una parola colloquiale per 'pene', e la frase di prima suona come "Ti dedichi al sesso orale?"
la risposta corretta è "我不吃鸡吧. 我吃鸡肉." (wǒbúchījība. wǒchījīròu.), "Non faccio sesso orale. Mangio pollo."
In generale, meglio evitare di aggiungere 吧 (ba) a qualsiasi parola che finisca con "ji", come: 飞机 (fēijī, aeroplano), 电视机 (diànshìjī, televisione), 发动机 (fādòngjī, motore), etc...
One way to form the exhortative is to add 吧 at the end.
Example: "走吧?" (zǒuba?) "Shall we go?"
In China, people often remind the guest to help him or herself to the food on the table, especially the items they think are good.
Given the above explanation, it may seem that the standard sentence would be something like the following:"你吃鸡吧?" (nǐchījība?) "Would like some chicken?"
But beware! If everyone else starts laughing, yo'u've been a victim of a classical dinner joke.
Actually, 鸡吧 (jība) is a slang word for 'penis', and the sentence sounds like "Do you eat penis?"
The correct way to answer this question is: "我不吃鸡吧. 我吃鸡肉." (wǒbúchījība. wǒchījīròu.) "I don't eat penis. I eat chicken."
Generally speaking, just plain avoid to add 吧 to every word ending with the "ji" sound, like: 飞机 (fēijī, airplane), 电视机 (diànshìjī, television), 发动机 (fādòngjī, engine), etc...
Ecco una vera perla di saggezza cinese.
他以为是隔壁人家的儿子偷的。
于是,他常常注意那人的行动。
觉得那人走路的样子,说话的声音,都和平常人不同。
总之,那人的一举一动,都很像一个偷东西的人。
后来,他自己把那柄失落的斧头找回来了。
原来是他上山砍柴时,自己掉在山谷里的。
第二天,他又碰见隔壁人家的儿子,再留心那人走路的样子,说话的声音,就都不像一个偷东西的人了。
tā yǐ wéi shì gé bì rén jiā de ér zǐ tōu de。
yú shì, tā cháng cháng zhù yì nǎ rén de xíng dòng。
jué dé nǎ rén zǒu lù de yàng zǐ, shuō huà de shēng yīn, dōu hé píng cháng rén bú tóng。
zǒng zhī, nǎ rén de yī jǔ yī dòng, dōu hěn xiàng yī gè tōu dōng xī de rén。
hòu lái, tā zì jǐ bǎ nǎ bǐng shī luò de fǔ tóu zhǎo huí lái le。
yuán lái shì tā shàng shān kǎn chái shí, zì jǐ diào zài shān gǔ lǐ de。
dì èr tiān, tā yòu pèng jiàn gé bì rén jiā de ér zǐ, zài liú xīn nǎ rén zǒu lù de yàng zǐ, shuō huà de shēng yīn, jiù dōu bú xiàng yī gè tōu dōng xī de rén le。
Egli credeva che fosse stata rubata dal figlio dei vicini.
Osservando come camminava per strada e come parlava, gli sembrava che non fosse come le altre persone.
Tutti i movimenti che faceva sembravano indicare che fosse un ladro.
Infine l'uomo ritrovò l'ascia che aveva perso.
Era successo che mentre era sulla montagna a far legna, l'aveva lasciata in una valle.
Il giorno dopo incontrò ancora il figlio dei vicini e stavolta gli sembrò che la sua maniera di camminare e di parlare non fossero proprio per niente quelle di un ladro.
He suspected that it was the son of the neighbours who stole it.
He observed him walking down the street and talking to others and he looked different from other people.
All his movement seemed to reveal that he was a thief.
Time passed and the man found his axe.
He lost it in a mountain gully while he was cutting firewood.
The day after he bumped again into the neighbours' son, and that time his way of walking and talking was not at all like those of a thief.
Vocaboli
Notela storiella è condensata nel seguente 成语:“疑人偷斧” (yí rén tōu fǔ)
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