Mi piacerebbe fare una serie di post sui personaggi famosi cinesi, senza scendere troppo nel dettaglio perché su ognuno si potrebbero raccogliere biblioteche intere.
Solo una specie di elenco, qualche data, tanto per sapere chi erano.
Iniziamo dunque con 蒋介石 (Jiǎng Jièshí), altrimenti noto come Chiang Kaishek.
Nacque nel 1887 in una piccola città del 宁波 (Nìngbō); constatando le difficoltà della Cina del tempo decise di dedicarsi alla carriera militare.
Partecipò alla rivoluzione che portò alla caduta dell'ultimo imperatore e della dinastia Qing nel 1911, e fu uno dei fondatori del partito del 国民党 (Guómíndǎng), conosciuto come Kuomintang o Nationalist Party
Crebbe politicamente sulla scia del leader rivoluzionario 孙中山 (Sūn Zhōngshān) Sun Yat Sen; dopo la morte di Sun, Chiang nel 1925 diventò capo del partito e leader della Repubblica Cinese (Republic of China, R.O.C.).
Le sue abilità come comandante militare sono sempre state dubbie, ma nessuno può dubitare che fosse un politico di prima magnitudine: non solo riusciva a guidare una nazione tenendo assieme i signori della guerra, alcuni dei quali erano poco più che banditi: riuscì anche a vendersi come difensore della democrazia davanti a tutto il mondo.
Gli americani boccaloni che speravano in una Cina democratica e cristiana gli mandarono ingenti aiuti per aiutarlo a spingere i giapponesi fuori dalla Cina, che avevano invasa durante la seconda guerra mondiale.
Chiang usò gran parte di queste risorse per per prepararsi alla guerra contro i comunisti, e i giapponesi ne approfittarono alla grande.
Alla fine della guerra i comunisti attaccarono davvero, in quella che è nota come la guerra civile cinese del 1945-49.
Chiang fu sconfitto dai comunisti nel 1949 e scelse la via dell'esilio verso 台湾 (Táiwān) "Taiwan", dove con i leader del suo partito fondò un governo in esislio a 台北 (Táiběi) "Taipei", di cui divenne il leader nel 1950.
Morì nel 1975.
Le feste cinesi sono divise in feste tradizionali e feste moderne.
Quello che segue è un elenco delle festività popolari 民间 (mínjiān) più note.
Tadizionalmente questa festa si trascorre a casa mangiando il 年夜饭 (niányèfàn) "cenone", composto solitamente da 饺子 (jiǎozi) "ravioli" se al Nord, oppure 黏糕 (niángāo) "gnocchi di riso" al Sud.
Sempre presente almeno un 全鱼 (quányú), considerato di buon auspicio perché 鱼 "pesce" è omofono di 余 (yú) "abbondanza". Tutti dicono 年年有余 (niánniányǒuyú) "sempre più abbondanza anno dopo anno" e si passa un'allegra serata in famiglia.
元宵 è formato da 元 che letteralmente significa "primario" e indica il primo mese, più 宵 che è l'abbreviazione di 夜宵 (yèxiāo) "notte". Il piatto tipico sono i 汤圆儿 (tāngyuánr), palline di riso glutinoso riempite di pasta di sesamo.
Si dice che dopo il Aprile le piogge sono calate al punto di permettere alla polvere di depositarsi sulle tombe degli antenati, che vanno quindi pulite.
Questa festa si tiene tra il 13 e il 15 Aprile, ed è popolare nello 云南 (Yúnnán). L'idea è di pulire via lo sporco, la tristezza e i cattivi spiriti dell'anno vecchio per dare il benvenuto all'anno nuovo.
La pietanza tradizionale sono i famigerati 月饼 (yuèbǐng) "dolci della luna, moon cake", che nessuno mangia ma tutti mettono da parte per darli via l'anno successivo.
Festività nazionali in Cina.
Ci sono quattro feste ufficiali in Cina:
Questa è l'origine della diffusa credenza in base alla quale i cinesi fanno 9 giorni di ferie all'anno.
Ini realtà in occasione del 春节 il weekend viene spostato in modo da avere comunque 3 giorni consecutivi.
N.B.: attenzione: non si tratta di un ponte: per esempio se la festa cade di domenica, allora il sabato si va al lavoro e poi si sta a casa fino a martedì compreso.
Per le altre tre feste si fa lo stesso cinema per stare a casa una settimana intera.
Questa è una pratica iniziata nel 2000 come incentivo per l'economia (nonostante qualche sedicente uomo politico delle nostre parti sostenga che invece bisogna lavorare di più e fare meno vacanze!)
Queste settimane di festa sono chiamate "Golden Weeks" (黄金周 huángjīnzhōu).
Ci sono poi varie feste popolari di cui daremo l'elenco in un prossimo post.
Ecco una carrellata di tutte le festività cinesi, grandi e piccole:
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Come promesso, ecco un post sulla leggenda del pastorello e della tessitrice.
La leggenda sta alla base della festa del 七夕 (qīxī), termine che letteralmente significa "la notte dei sette", perché secondo il calendario tradizionale cade il settimo giorno del settimo mese lunare.
La festa è anche nota con questi nomi: 乞巧节 (qǐ qiǎo jié) "Festa delle preghiere per incrementare le proprie abilità"; 七姐诞 (qī jiě dàn) "Nascita (compleanno) della settima sorella"; 巧夕 (qiǎo xī) "Notte delle abilità".
I riferimenti alle abilità derivano da delle tradizioni secondo le quali le ragazze durante questa festa devono dimostrare le proprie abilità e sperare in un buon marito.
I due protagonisti sono 织女 (zhīnǚ) "la tessitrice" e 牛郎 (niúláng) "il pastorello".
La leggenda dice che una notte sette sorelle fatate stavano facendo il bagno in un lago.
Il pastorello le scopre e ruba gli abiti di una delle sette, nota come "la tessitrice".
Questa viene mandata a recuperare gli abiti, ma il pastorello la vede biotta e questa quindi è obbligata a sottostare alla sua richiesta di matrimonio.
L'abbinamento si rivela fortunato: i due vivono felici e contenti, senonché la madre della tessitrice, 王母娘娘 (Wángmǔ niángniang) "Regina madre dell'Occidente", scopre che una delle sue figlie è sposata ad un misero mortale.
Allora separa i due, scolpendo un fiume nel cielo per mezzo di uno dei suoi spilloni fermacapelli 金簪 (jīnzān), formando la Via Lattea (银河 yínhé).
I due sono costretti ad osservarsi da lontano, impersonificati dalle stelle Altair (pastorello) e Vega (tessitrice).
Il pastorello si prende cura dei due figli (le stelle β e γ Aquilae), mentre la tessitrice tesse senza posa.
Ma una volta all'anno le gazze hanno pietà di loro e formano un ponte attraverso il cielo, 鹊桥 (quèqiáo), così i due possono stare assieme per una intera notte.
Ci sono varie versioni della storia, ma il succo è questo.
In Giappone si festeggia questa stessa ricorrenza il 7 Luglio; si scrive con gli stessi caratteri (七夕) e si pronuncia たなばた (Tanabata).
Per la serie di post sui personaggioni cinesi, parliamo oggi di Zheng He 郑和 (Zhèng Hé).
Il suo vero nome era 马三宝 (Mǎ Sānbǎo), nacque nel 1371 nello Yunnan, di nazionalità Hui 回族 (Huízú) e fede musulmana.
Ai tempi lo Yunnan era saldamente in mano ai Mongoli; i Ming erano già da tempo saliti potere e li vedevano come il fumo negli occhi.
Nel 1382 i Ming (ri)conquistarono lo Yunnan e tagliarono le palline ad un po' di gente compreso il povero Ma SanBao, all'epoca undicenne, che fu portato a 南京 Nánjīng per fare da servitore al principe 永乐 (Yǒng Lè).
Quest'ultimo gli diede il nome Zheng He; quando poi il principe divenne imperatore sottraendo il trono al fratello, Zheng He combattè fieramente a suo fianco e ne divenne il braccio destro.
L'imperatore fece un sacco di cose, tra cui ordinare a Zheng he di andare in giro per il mondo a fare l'esploratore.
Il termine "esplorazione" è forse un po' ristretto, visto che Zheng partì con una flotta di 62 navi ed arrivò ad avere 20mila uomini sotto il suo comando.
Diciamo che andò in giro a fare un po' di P.R. per i Ming, convincendo i sovrani locali a non alzare troppo la testa e portando a casa dei bei regali.
Zheng He fece 8 viaggi dal 1405 al 1433, visitando un sacco di posti tra cui Vietnam, Taiwan, India, Java, Persia, Arabia, Africa.
Al ritorno dall'ottavo viaggio trovò che l'imperatore era cambiato; il nuovo capo del celeste impero fu convinto dai suoi consiglieri dell'inutilità di continuare questo tipo di spedizioni, e quindi non se ne fece più niente.
In effetti, mentre le spedizioni di altre nazioni erano basate sui principi dell'espansione economica, quele cinesi erano solo dei viaggi "pubblicitari" per la gloria dell'imperatore, non avevano un vero ritorno economico.
Per essere più sicuri, i consiglieri distrussero anche i diari di Zheng He; quello che sappiamo oggi lo dobbiamo ai resoconti dei suoi marinai.
Peccato, perché poco dopo i Portoghesi incominciarono a stabilire colonie in Africa, poi in India, e alla fine arrivarono in Cina con gli effetti che sappiamo; se i Ming non fossero stati così impegnati a fare i "top manager", i Portoghesi avrebbero trovato pane ben più duro da sgranocchiare, e forse oggi la geografia del mondo sarebbe diversa.
Seconda e ultima parte del post su 郑和.
Nel 1911 è stata trovata in Sri Lanka una stele scritta in Cinese, Tamil e Arabo e risalente al 1411, riportante un resoconto della visita di Zheng he.
Nel 2006 è stata pubblicata un'antica mappa cinese del mondo, copiata da una mappa ancora più antica (1418), che mostra l'America. L'origine è però controversa.
Sta di fatto che anche supponendo che i Ming fossero stati a conoscenza del Nuovo Mondo, comunque non hanno sfruttato l'occasione, lasciando all'Europa l'opportunità.
Per concludere, in Cina Zheng He è considerato un eroe mondiale; secondo alcuni avrebbe scoperto sia l'America che l'Australia, e al suo confronto Marco Polo scompare nella polvere.
Nel 1985 la sua tomba a Nanjing è stata ristrutturata; nel 2005 è stato aperto un mausoleo con parco a suo nome, vicino a Kunming.
Sono stati costruiti siti, coniate monete, stampati francobolli in quello che alcuni dicono essere parte di una manovra per spostare l'attenzione sugli eroi nazionali invece di idolatrare quelli stranieri.
Immagino che Marco Polo e Simbad il marinaio si stiano rivoltando nelle rispettive tombe...
Note
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匣子: scatolotto, è la radiolina che il giovane ascolta con le cuffie
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Oggi vorrei raccontare la storia dietro a questo 成语 (chéngyǔ):
黔驴技穷 (qiánlǘjìqióng) "Una tigre di carta"
Il carattere 黔 (qián) è l'abbreviazione di 贵州 (Guìzhōu), una famosa località nello 云南 (Yúnnán).
驴 (lǘ) è l'asino; 技 (jì) è "tecnica" e 穷 (qióng) è "povero".
Letteralmente, la frase suonerebbe come "Le scarse abilità dell'asino di Guizhou".
La storia inizia così:
一只老虎出来觅食吃, 远远地望见了这头驴。老虎从来没有见过驴,看到这家伙身躯庞大,耳朵长长的,脚上没有爪,样子挺吓人的。老虎有点害怕,在心里琢磨:妈呀,什么时候跑出这么个怪物来了,看上去似乎不太好惹。还是不要贸然行事,观察一下再说吧。
Yǒu ge xǐhuān duōshì de rén, cóng wàidì yòng chuán yùn liǎo yī tóu lǘ huí guìzhōu, kěshì yìshí yòu bùzhī gāi pài shénme yòng cháng, jiù bǎ tā fàng dào shānjiǎo xià, rèn tā zìjǐ chīcǎo, sànbù.
Yī zhǐ lǎohǔ chūlai mì shí chī, yuǎnyuǎndi wàngjiàn liǎo zhè tóu lǘ. Lǎohǔ cóngláiméiyǒu jiàn guò lǘ, kàndào zhè jiāhuo shēnqū pángdà, ěrduo chángcháng de, jiǎo shàng méiyǒu zhǎo, yàngzi tǐng hèrén de. Lǎohǔ yǒudiǎn hàipà, zài xīnlǐ zhuómó: mā yā,shénmashíhòu pǎo chū zhème ge guàiwu lái liǎo, kànshangqu sìhu bùtài hǎo rě. Háishì bùyào mào rán xíngshì, guānchá yīxià zài shuō ba.
Una tigre in giro a caccia vide da lontano l'asino. La tigre non avev mai visto prima un asino, e ne contemplò la dimensione imponente, le lunghe orecchie, le zampe senza artigli, l'aspetto spaventevole. La tigre ebbe un po' di timore, pensava tra sé: Ahi, da dove sarà uscito questo fenomeno, sembra proprio pericoloso. Questo non è un affare da prendere alla leggera, me ne starò un po' in disparte ad osservare.
Note
Seconda puntata della storia di
黔驴技穷 (qiánlǘjìqióng) "Una tigre di carta"
有一天,老虎正慢慢地接近驴,驴忽然长叫了一声,声音十分响亮。老虎吓了一跳,以为驴想吃掉它,回头转身就跑。跑到较远的地方,老虎又仔仔细细地观察了驴一番,觉得它似乎没什么特别厉害的本领。
又过了几天,老虎渐渐习惯了驴的叫声,于是它又进一步和驴接触,以便更深入地了解它。老虎终于走到驴身边,围着它又叫又跳,有时还跑过去轻轻挨一下驴的身体再跑开。
yǒuyītiān, lǎohǔ zhèng mànmàndi jiējìn lü, lü hūrán cháng jiào liǎo yī shēng, shēngyīn shífēnxiǎngliàng. lǎohǔ hè liǎo yī tiào, yǐwéi lü xiǎng chīdiào tā, huítóu zhuǎnshēn jiù pǎo. pǎo dào jiào yuǎn de dìfang, lǎohǔ yòu zǎizǎi xì xì dì guānchá liǎo lü yī fān, juéde tā sìhu méishénme tèbié lìhai de běnlǐng.
yòu guò liǎo jǐtiān, lǎohǔ jiànjiàn xíguàn liǎo lü de jiàoshēng, yúshì tā yòu jìnyībù hé lü jiēchù, yǐbiàn gèng shēnrùdì liǎojiě tā. lǎohǔ zhōngyú zǒu dào lü shēnbiān, wéi zhe tā yòu jiào yòu tiào, yǒushí hái pǎo guòqu qīngqīng ái yīxià lü de shēntǐ zài pǎo kāi.
A ben vedere non sembrava tanto feroce, allora raccogliendo un po' coraggio, pian piano si avvicinava sempre di più, con cautela, non avendo ancora ben chiaro di cosa si trattasse.
Un giorno mentre la tigre si stava appunto avvicinando, l'asino ragliò rumorosamente, un lungo ragio sonoro.
La tigre fece un salto di paura, e per paura che l'asino volesse assalirla scappò via.
Dopo avere corso per un bel po' la tigre di nuovo con molta cautela tornò ad osservare l'asino, pensando che in effetti non aveva dimostrato nessuna capacità speciale.
Dopo qualche altro giorno la tigre fece l'abitudine al raglio dell'asino, quasi fino a toccarlo, approfondendone sempre di più la conoscenza.
Alla fine la tigre si trovò accanto all'asino, girandogli attorno, ruggendo e saltando; ad un certo punto gli corse incontro e lo toccò leggermente per poi correre via.
Note
Oggi si parla dell'etimologia del 竹蜻蛉 (たけとんぼ; taketonbo).
Il vocabolario dice "Small wooden Japanese toy that flies when spun between the palms of one's hands"; se ne possono vedere ottime immagini sul web.
Letteralmente, "taketonbo" significa "libellula di bambù"; infatti in giapponese 蜻蛉 (とんぼ) è "libellula" e
竹 (たけ) è "bambù".
In cinese, 蜻蛉 (qīnglíng) indica sì "libellula" ma è un nome generico; infatti 蜻蛉目 (qīnlíngmù) è un termine tecnico che indica l'ordine "odonata" che si divide in due sottoordini: Zygoptera e Anisozygoptera.
La parola cinese 蜻蜓 (qīngtíng) indica la libellula che conosciamo anche noi, la "Odonata Anisoptera".
Il sottordine Anisozygoptera comprende solo due specie, e cioè l'"Epiophlebia Superstes", comune in Giappone; e l'"Epiophlebia Laidlawi", nativa nelle regioni dell'Himalaya.
La parola cinese per indicare questi tipi di libellula è 豆娘 (dòuniáng), in inglese "damselfly".
In Cina non è diffuso il giocattolo di bambù, comunque il carattere 竹 si pronuncia zhú.
Eh sì, i cani in Cina... una volta, bei tempi, era vietato tenere cani in città.
Ora è caduto anche quest'ultimo bastione, e sono istantaneamente comparsi milioni di botoli rognosi che infestano ogni metro calpestabile.
Cara grazia, qui non sono ancora diffusi i guinzagli elastici che hanno reso le piste ciclabili di Milano più pericolose di un campeggio di strangolatori thug.
Quasi tutti 'sti cagnacci sono legati con dei guinzagli di dimensioni abbastanza limitate da non costringere i passanti ad offendere le proprie divinità ad ogni passo.
Le razze più gettonate sono il volpino, il pastore tedesco e quello eschimese per tirare la slitta che non mi ricordo mai come si chiama.
Non è che ce l'abbia con i cani, ma secondo me tenere un cane in città è crudele, perché soffre.
Nota linguistica: "tenere un cane" si dice 养狗 (yǎng gǒu).
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