20: pesce

Created on: 2010-12-15 by admin

Non sempre è possibile trovare una traduzione in grado di trasmettere esattamente lo stesso "sapore" dell'originale.

Ne è un esempio lo stratagemma di oggi:

浑水摸鱼 (húnshuǐmōyú)

stratagem 20
Stratagemma 17: 浑水摸鱼

Dal vocabolario: "Stir the water to catch the fish", "fish in troubled waters"

I caratteri:

  • 浑 (hún) "fangoso, torbido"
  • 水 (shuǐ) "acqua"
  • 摸 (mō) "tastare"
  • 鱼 (yú) "pesce"

Per questo stratagemmma si trovano traduzioni come "Agitare l'acqua per catturare il pesce", "Create confusion and use this confusion to further your own goals".

Non sono molto d'accordo su queste interpretazioni; prima di tutto il carattere 浑 (hún) non è un verbo ma un aggettivo; poi 浑水 significa proprio "Acqua fangosa".

摸 (mō) poi non implica nessuna connotazione di cattura, bensì solo l'idea di toccare, trovare qualcosa annaspando.

Anche l'idea di agitare apposta le acque mi sembra un po' estranea alla questione.

Se dovessi fare una traduzione proprio letterale direi "Toccare il pesce nell'acqua torbida", mentre una traduzione semanticamente più corretta sarebbe "Approfittare della confusione per volgere la situazione a proprio vantaggio".

Anche questo sembra un'ovvietà, ma... qualcuno si è mai soffermato a pensare all'altra faccia della medaglia?

E cioè, cosa succede ai poveri pesci?

In effetti per gli stranieri che arrivano in Cina freschi di occidente praticamente tutta l'acqua è torbida, vuoi per la barriera linguistica, vuoi per le incomprensioni culturali.

Purtroppo sono proprio gli stranieri a fare la parte del pesce, mentre ai furbi cinesi non resta che tastare a piacimento.

Quante volte mi sono sentito addurre le scuse più imbecilli, le proposte più assurde, seguite da un laconico "Qui in Cina si fa così"?

Oppure "È a causa dei regolamenti cinesi", oppure "È perché la maniera di pensare dei cinesi è differente", eccetera eccetera.

Tutte castronierie, fomentate dalla credenza diffusa che gli stranieri a) sono tutti ricchi sfondati, e b) sono pronti a bersi qualsiasi bufala tanto sono vogliosi di fare affari con la potente nazione dei Figli del Cielo.

Devo dire che almeno all'inizio davo loro ascolto, pensando che dopotutto ero un ospite in un paese straniero e dovevo essere io quello che si adeguava alle usanze locali.

Dopo la prima settimana però ho incominciato a nutrire qualche sospetto, "to smell a rat", come dicono in America (scrivo apposta qualcosa in inglese per attirare più visitatori da google e sentirmi quindi più importante).

Ora non dico di essere diventato furbo, ma almeno so cosa aspettarmi e ho idea di dove andare a parare.

Questo il mio consiglio ai compatrioti dispersi nelle vastità dell'Impero Celeste: non fate i pesci nell'acqua fangosa, non credete a nessuno, non firmate niente, documentatevi il più possibile da fonti certe; portatevi appresso fotocopie delle normative cinesi e sbandieratele sotto il naso di chi vuol farvi credere strane corbellerie.

Alla bisogna, rivolgetevi ad organizzazioni ufficiali come il 劳动所 (láodòng suǒ) "Ufficio locale del lavoro", il 派出所 (pàichūsuǒ) "Stazione di polizia locale" e simili: solitamente sono professionali e pronti ad aiutare chi è in difficoltà, persino un 大鼻子 (dàbízi) "lit. big nose, slang for foreigner (Hello google friends!)".

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