Taotie

Prosegue la carrellata sugli animali leggendari della mitologia cinese.
Quello di oggi mi ha colpito soprattutto per la complessità dei caratteri che costituiscono il nome della bestia: 饕餮 (tāotiè).
Li scrivo un po’ più in grande:

饕餮


Questi sono nella top ten dei caratteri più complessi che io abbia mai visto: 22 e 18 tratti.
Hanno entrambi il radicale 食 (shí) “cibo” quindi rievocano 餐 (cān), quello di 餐厅 “mensa”, che però arriva solo a 16 tratti.
Quale deve essere stata la molla che ha portato alla creazione di un paio di caratteri del genere? Forse una indigestione?
Sarei quasi tentato di impararlo per poi fare bella figura con gli amici cinesi, ma mi sa che è inutile perché non lo sanno nemmeno loro.
Fattostà che il bestio in questione esiste fin dalla remota dinastia Shang, quindi sono più di tremila anni che generazioni di sfortunati studenti devono perdere tempo e neuroni a studiarlo.
Pare che le tracce più remote del suo aspetto siano state ritrovate su dei vasi in bronzo.
Non poteva mancare il link su wikipedia (ma come fanno?).
La pagina di baidu dice che il Taotie era uno dei nove “figli del drago“, e questo mi ha spinto ad approfondire un curioso fatto al quale non avevo mai in precedenza trovato spiegazione.
Sta a dire che ogni tanto si trova un riferimento a 九龙, specialmente nei toponimi come il quartiere di Hong Kong Kowloon che gli ostinati Hongkonghini scrivono 九龍.
La domanda è: “Perché nove, e non otto che è il numero fortunato?”
Chiaramente c’è sotto la solita storiella con imperatore, il quale era solito organizzare una parata in un posto con otto colline chiamato 八龙 (bālóng) “otto draghi”.
L’imperatore era il nono drago (mi viene quasi da scrivere “faceva il bullo dicendo di essere il nono drago”).

Some pretty pictures:

饕餮 1 饕餮 2 饕餮 3
statua
faccia
come raffigurato sui vasi

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