immortali

I 八仙 (Bāxiān) “Otto immortali” sono divinità del Taoismo, piuttosto presenti nell’iconografia popolare cinese.
Sono otto personaggi, alcuni dei quali riconducibili a persone realmente esistite.
Ognuno di loro simboleggia una condizione della vita, come giovinezza, vecchiaia, povertà, prosperità, nobiltà, normalità, uomo e donna.
Il primo è 张果老 (Zhāng Guǒlǎo), visse durante la dinastia 唐 (Táng).

Ricopriva un incarico ufficiale di alto livello e attirò l’attenzione dell’imperatore che aveva sentito parlare di lui da un maestro taoista. Questo taoista disse che chi avesse rivelato la vera natura di Zhang sarebbe morto all’istante. Tuttavia, se l’imperatore in persona fosse andato a chiedere perdono a Zhang a piedi nudi, Zhang avrebbe potuto riportare in vita il malcapitato.

L’imperatore promise che avrebbe fatto quanto detto, e il maestro taoista rivelò che Zhang era l’incarnazione del caos primordiale. Detto questo, il taoista crollò al suolo morto.
L’imperatore mantenne la sua promessa e andò a chiedere perdono a Zhang.
Questo sparse dell’acqua sul defunto e questo riacquistò la vita.
Poco dopo, Zhang si ammalò e si ritirò sulle montagne, dove morì più o meno intorno all’anno 744.
Quando i suoi discepoli aprirono la tomba, la trovarono vuota.
La leggenda vuole che Zhang possedesse un asino bianco magico capace di viaggiare per 10mila miglia in un giorno.
Questo asino avrebbe potuto essere piegato come un fazzoletto e portato in tasca; per riportarlo alla normalità, bastava spargergli sopra dell’acqua.
Il simbolo di Zhang è un tamburo molto allungato fatto con un pezzo di bambù, dal quale spuntano le due bacchette per usarlo.

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