sei regole (2)

Continuazione del post sulle regole di formazione dei caratteri.

  1. Caratteri associativi (会意, huìyì): Caratteri ottenuti unendo due o più simboli ideografici.
    La relazione tra le componenti indica il nuovo significato.
    Esempi: 从 (cóng, seguire): due 人 uno dietro l’altro
    森 (sēn): tanti alberi, foresta
    旦 (dàn): il sole che sorge all’orizzonte, alba
    休 (xiū): un uomo appoggiato ad un albero, riposare
    鸣尖卡
  2. Caratteri notativi: (转注, zhuǎnzhù): Questa classificazione e la prossima sono ambigue, nel senso che sono presenti nei testi antichi ma senza una spiegazione chiara.
    L’argomento è tuttora oggetto di accesi dibattiti, ma l’opinione più diffusa è che si tratta di coppie di caratteri che condividono lo stesso radicale e che hanno significato e pronuncia simile. Ci sono due sottocategorie: 追加 (zhuījiā, addizione) e 改造 (gǎizào, trasformazione).
    Esempi della prima: 考, 纠, 蛇, 娶, 燃, 暮, le cui componenti 老, 系, 虫, 女, 火, 日 sono state aggiunte successivamente.
    Esempi della seconda: “悦(说), 讣(赴), 间, 措(错), 赈(振), dove le componenti 心, 言, 日, 手, 贝 sono state trasformate in 言、走, 月, 金, 手.
  3. Caratteri “Borrowing” (假借, jiǎjiè). Questa secondo me è la categoria di più difficile interpretazione.
    A quanto ho capito esistono due tipologie: “loan” figurativi (转义借字, zhuǎnyì jièzì) e “loan” omofonici (同音借字, tóngyīn jièzì).
    Esempio della prima categoria: il 令 (lìng, causa) di 命令 (mìnglìng, comando) è stato preso a prestito nella parola 县令 (xiànlìng, ufficiale di contea).
    Immagino che ci sia stata un’evoluzione parallela di due caratteri che si sono fusi, o qualcosa del genere.
    Esempio della seconda categoria: il carattere 难, la cui parte a destra è stata presa da un carattere ora obsoleto che indicava un tipo di uccello.

2 thoughts on “sei regole (2)”

  1. Ciao, forse ho capito come funziona, ma non ne sono sicuro e ti chiederei un parere.

    Anticamente esisteva un carattere autonomo: spesso era un sostantivo (relativamente facile da “raffigurare”).

    Però, come succede spesso, c’era un omofono o quasi omofono che non si sapeva come scrivere, magari perché di senso più astratto. In quel caso, si è “espropriato” il carattere del significato originario per reimmatricolarlo con il significato nuovo.

    In quella situazione, per il vecchio significato, rimasto “sfrattato” si è optato per ridargli il vecchio carattere ma declassato a semplice parte “fonetica”, alla quale obbligatoriamente aggiungere una parte “semantica” (che in origine sarebbe stata ridondante).

    A quanto pare questa è la storia di 来 (lai, venire) creato con il prestito (più giusto forse chiamare furto) della parte superiore e ormai solo fonetica di 麥 (mài, grano).
    Saluti

    1. Nino, la tua esposizione non fa una grinza.
      Chissà che faccia ha fatto lo scriba al quale era venuta la geniale idea di usare 來 per dire “venire” quando poi arrivò al punto in cui doveva scrivere qualcosa come: “Lo zio Gino è venuto a comperare il grano.”
      Me lo immagino che si gratta il capoccione, e dopo un po’ gli si accende la lampadina: “Grande: prendo il carattere 來, aggiungo uno sbirolo sotto e nessuno si accorgerà di niente. Ecco qua: 麥”.
      Nelle epoche successive famosi studiosi (Karlgren) hanno sentenziato che lo sbirolo era 夂, e stava ad indicare che il grano cresceva lentamente. boh…
      Vedi anche : zhongwen.com

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