Ammettiamolo: prendere l'aereo è una seccatura di proporzioni disumane.
Fosse solo l'aereo in sé, vabbé, passi, potrebbe anche andare. In fondo è molto simile ad un pullman, con in più la possibilità di vedere qualche paesaggio interessante, e ti danno pure qualcosa da mangiare.
Purtroppo quanto ci potrebbe essere di positivo viene invariabilmente rovinato dal fattore umano, in primis i vicini di posto.
Personalmente le ho provate tutte: prendere il posto il più avanti possibile, o dietro; corridoio, finestrino, vicino ai bagni; mi manca solo di sedermi in braccio ad una hostess ma non penso che mi lascino (e forse anche la moglie avrebbe qualcosa a ridire). Sta di fatto che dovunque decida di mettermi immancabilmente piombano sulla scena gli altri scellerati protagonisti della tragedia.
Il più pericoloso è il ciccione russatore. Sono praticamente certo che esista una associazione segreta di ciccioni che tiene sotto controllo i miei spostamenti. Appena faccio il click per prenotare un volo, da qualche parte in una stanza in penombra suona un allarme. Uno di questi lardoni si sveglia di botto e istantaneamente prenota un posto vicino al mio. Questi plantigradi trascorrono i giorni immediatamente precedenti al volo in una veglia forzata, di modo che non appena toccano il sedile crollano come ippopotami fulminati da un fucile da caccia grossa.
Due sono i principali strumenti di tortura di questi terribili personaggi: 1) russano come la proverbiale segheria e 2) tentano sempre di crollarmi addosso.
Una volta sulla tratta Cina-Italia mi è toccato quello che penso essere il cinese più grasso che abbia mai visto. Una vera montagna d'uomo, fosse stato giapponese avrebbe potuto fare il lottatore di sumo professionista. Ha incominciato a russare già mentre sistemava la borsa nella cappelliera e poi si è svegliato solamente quando era ora di mangiare, mettendo in difficoltà la hostess che alla domanda "Pollo o manzo?" si è sentita rispondere "Tutti e due. Tre. Di ognuno." Dopo avere divorato tutto ha lasciato cadere il vassoio di plastica ormai rovinato dai segni dei suoi denti ed è crollato di schianto, nuovamente addormentato. Come una umana torre pendente ha ripreso a strabordare dalla mia parte, costringendomi ad un certo punto a prenderlo a gomitate per paura che mi soffocasse sotto il suo peso. Un incubo.
Sono sicuro che sia un complotto perché una volta è successo che uno di questi pachidermi probabilmente non aveva sentito l'allarme e non aveva fatto in tempo a prendere il posto vicino al mio. Passando vicino mi ha guardato con una faccia tutta stizzita e si è messo un paio di posti più avanti, comunque con la testa tutta storta in modo che potessi sentire chiaramente i suoi grugniti e mostrarmi tutti i particolari delle bolle che faceva dal naso.
Recentemente però ho trovato un metodo per evitare tutti questi fastidi e cioè: faccio il check-in online il giorno prima per scegliere i posti, e poi poche ore prima di partire rientro sul sito e li cambio.
Fino a che non mi scoprono, volo tranquillo.
Forse sono io che non capisco...
Però mi sembra strano; solitamente chiunque, se dotato di sufficiente perseveranza, a furia di spaccarsi le corna sempre sugli stessi problemi dovrebbe riuscire a capire come superare le difficoltà.
Invece mi capita che ancora oggi, dopo 13 anni che combatto contro fornitori cinesi belli e brutti, ancora oggi (ripetizione per enfasi) mi trovo a non capire perché succedono certe cose.
Scenario: il cliente C. (da "Cliente") mi chiama dicendo che il suo fornitore, la fabbrica F. ("Fornitore"), ha un problema: il disegno di un certo particolare del prodotto è cambiato ormai da tempo, ma le ultime forniture sono ancora fatte come nel disegno vecchio. Bisogna andare a fondo della faccenda.
Prima di tutto dovrei chiamare la fabbrica F., contattare la signorina S. ("Stronza") e chiedere le ragioni dell'accaduto.
Con molta riluttanza la S. ammette che in realtà quel particolare non lo fanno loro ma una terza parte "T."
- "Bene bene", dico, - "Passami i riferimenti di T., che ci vado a fare una ispezione."
- "Non si può."
- "Ma come, non si può?! È un segreto?"
- "Non è un segreto ma non si può lo stesso."
- "Beh per favore dammi una ragione plausibile. Sono stato incaricato di reperire questa informazione e se non ce l'ho non posso mica rispondere che 'Non si può'. Spiegami l'arcano e trasferirò a chi di dovere."
- "Se volete andare da questo fornitore dovete venire qui e una mia collega vi accompagnerà."
- "Mi spiace ma non è quello che ho chiesto. Non mi interessa andare là assieme alla tua collega (che immagino essere racchia e stronza come te, n.d.t.) Per favore passami la tua collega che ci parlo io."
- "Adesso non si può. Devo prima chiedere e poi ti faccio sapere."
- "Va bene, aspetto tue notizie." e attacco.
Subitamente richiamo il cliente C., mi assicuro che sia seduto per evitare che batta la testa svenendo dalle risate, e riferisco l'accaduto. Mi dice quindi che "Adesso ci pensa lui".
Passa qualche ora. Ding! Arriva una mail dalla S., contenente (sorpresa sorpresa) una scansione di un biglietto da visita... ma solo del retro! Contenente uno sberleffo di frase augurale e chiaramente nessun accenno al nome, indirizzo, telefono etc...
Reprimo a stento l'istinto che mi porterebbe a commettere un omicidio al telefono e invece racconto l'accaduto a C.; gli raccomando cautela perché visto come sta procedendo la cosa, sicuramente c'è sotto qualcosa di losco e si rischia di mandare all'aria la collaborazione. "Non c'è problema! Ci penso *IO*!", mi dice.
Vabbé, penso tra me, lasciamo che se la sbroglino tra loro.
Passa ancora del tempo. Ri-Ding! Altra mail, stavolta con il fronte del biglietto da visita. E un sinistro avvertimento: il fornitore T. non parla né inglese né tantomeno (ma guarda te) l'italiano.
Ri-richiamo quindi la S.: - "Ohibò cara S., ma che problema c'è? Ci son qua io!"
E ora la perla: - "T. parla solo dialetto."
(Ha-ha! Ma con chi credi di parlare?) - "Dai non fa niente, tanto sono abituato, anche mia suocera parla solo dialetto."
- "T. non è abituato a parlare con gli stranieri" (e ci credo, me lo stai dipingendo come una specie di sub-umano appena sceso dall'albero)
- "Senti S., se non vuoi che ci vada mi devi dire perché, se no tutta questa tiritera io la riporto pari pari al C. mettendo in copia anche il tuo capo e poi saranno grane per tutti."
Insomma per farla breve, alla fine vado dal T., che scopro essere un omino abbastanza affabile nonostante le fuorvianti impressioni della S.
Una volta arrivato nella sua classicissima baracca di lamiera con pavimento in terra battuta sperduta nel mezzo del nulla cosmico e stabilito un protocollo di comunicazione, si arriva al nocciolo della questione.
La morale della storia è che il T. aveva ammassato una quantità inverosimile del suddetto particolare nella vecchia versione, forse dopo avere male interpretato qualche articolo visto sul telefonino riguardo i vantaggi dell'economia di scala.
Il cambiamento del disegno era stato un brutto colpo, e non sapendo cosa fare era ricorso ai metodi cinesi: offuscare il tutto in una nebbia di finti problemi e sperare nel miracolo, mentre il F. gli reggeva bordone.
Soprassediamo sulle domande che sorgerebbero naturali, prima tra tutte: "Ma cosa speravi di ottenere?"
Passiamo invece alla soluzione... Rendere semplicemente nota la questione al C. e negoziare una fornitura ad esaurimento scorte per poi passare al nuovo disegno. Iperbolico, vero? Ah se non ci fossi io a tirare fuori questi conigli dal cappello...
Inutile insistere sul fatto che se la storia veniva fuori il giorno stesso del cambiamento del disegno si sarebbe risparmiata un'infinità di tempo e rotture di scatole... ma tant'è, pure io devo magnà, no?
Chi mi conosce sa che non ho una buona opinione dei notai.
In effetti questo è un eufemismo; per tanti anni ho sostenuto appassionatamente che la soluzione migliore sarebbe stata di catturarli tutti con delle trappole, usando come esca delle mazzette di soldi finti; poi metterli su un'isola abitata da cannibali e belve feroci e lasciare che se la sbrigassero da soli.
Qualche telecamera nascosta qua e là avrebbe assicurato un successo mondiale e sicuramente qualche Oscar ad un'edizione apposita dell'"isola dei famosi", per l'occasione chiamata "L'isola della Giustizia Divina".
Con l'età mi sono ammorbidito, non sono più così sanguinario come una volta; ora mi accontenterei di chiuderli tutti in una colonia penale tipo la Cayenne e lasciarli semplicemente a marcire ai lavori forzati.
Ora, non è che abbia qualcosa contro i notai di per sé; anzi sono convinto che svolgano compiti utili e necessari.
Nemmeno mi voglio dilungare sugli aspetti della questione che considero negativi, perché sono evidenti e sotto gli occhi di tutti.
Vorrei solo aggiungere alla discussione la mia personale esperienza con i notai in Cina, paese sì comunista, ma che ha deciso di fondare il suo sistema giuridico sul Diritto Romano, ed in particolare (udite udite) ha scelto proprio l'Italia come faro illuminante.
Ebbene, anche in Cina esistono gli studi notarili "公证处" (gōngzhèng chù), in tutte le città, e funzionano come un qualsiasi servizio pubblico. I notai sono pubblici ufficiali, dopotutto. Anche in Italia. Anche se in Italia operano come professionisti. Anzi, come una gilda medievale.
Quando in Cina si ha bisogno del notaio, si va allo studio notarile. Niente appuntamenti, niente salamelecchi, niente richieste di udienza, niente mal di pancia.
Si arriva in uno stanzone con file di poltroncine da una parte e una serie di porte dall'altra; ogni porta si apre su un ufficetto. Arrivi lì con le tue carte, prendi il numerino e ti siedi ad aspettare.
Quando sul tabellone appare il tuo numero entri, ti presenti ed esponi la tua situazione.
Non vorrei generalizzare troppo ma quando mi è successo di andare di persona, ho sempre trovato persone competenti e disponibili. Magari non sono tutti così. E magari nemmeno quelli che ho incontrato in patria erano un campione rappresentativo. Ma se devo trarre una conclusione dalle mie esperienze personali, direi che la controparte italiana potrebbe trarre un significativo beneficio imitando l'attitudine dei colleghi cinesi.
Arriviamo alla parte succosa, e cioè la parcella.
Ecco una semplice tabella comparativa dei soli atti immobiliari, presa da fonti ufficiali:
Costi cinesi
Valore (RMB) | Percentuale |
0 ~ 500,000 RMB | 0.3% |
500,001 ~ 5,000,000 RMB | 0,25% |
5,000,001 ~ 10,000,000 RMB | 0,2% |
10,000,001 ~ 20,000,000 RMB | 0,15% |
20,000,001 ~ 50,000,000 RMB | 0,1% |
50,000,001 ~ 100,000,000 RMB | 0,05% |
> 100,000,001 RMB | 0,01% |
Costi italiani
Valore (EUR) | Percentuale |
5.000,00 ~ 25.000,00 | 7,66% |
25.001,00 ~ 500.000,00 | 1,078% |
500.001,00 ~ 1.000.000,00 | 0,440% |
1.000.001,00 ~ 3.500.000,00 | 0,210% |
3.500.001,00 ~ 5.000.000,00 | 0,140% |
Cosa è possibile evincere da quanto esposto finora?
Di primo acchito, direi che il notaio cinese non si potrà permettere poltrone in pelle umana e scrivanie Luigi XIII.
Secondo, che pur essendo il notaio cinese un funzionario serio e rispettato, non è necessario effettuare richiesta di udienza manco fosse il Papa.
Quarto, che il notaio cinese, a differenza di quello italiano, fa qualcosa. Cioè, effettivamente porta dei contenuti concreti: aiuta, consiglia, si prende delle responsabilità. Inaudito, vero?
Quinto e ultimo: come può pretendere una nazione come la nostra, ancora succube di pastoie medievali di questo tipo, ad avere qualche speranza di competere sul mercato mondiale?
Si va dal fornitore ad effettuare un'ispezione per un prodotto che monta delle righe millimetrate.
Ora, ai non iniziati questo dettaglio potrebbe sembrare insignificante.
In fondo che sarà mai una riga millimetrata? Un millimetro è un millimetro, uguale per tutti.
E invece si scopre che su molte di queste righe a fine scala c'è un errore di un millimetro, a volte 1.5.
Si controllino i disegni tecnici! Parte di corsa diretta verso gli "uffici" (una stanzuccia ricavata da un prefabbricato) la responsabile del controllo qualità.
Trattasi di una ciccionazza insopportabile con la voce da gallina e gli occhi da serpe, già nota per considerare il suo lavoro una fastidiosa seccatura che la distoglie dalle sue occupazioni preferite, e cioè dormire e spupazzarsi il telefonino.
Con somma sorpresa si constata che il disegno tecnico riporta una tolleranza, che è di 0.7 mm su due metri.
Viene istantaneamente sollevato un polverone che se fosse stato reale e non una figura poetica, sarebbe stato paragonabile a quello causato dall'asteroide che causò l'estinzione dei dinosauri. Gridano, si rifiutano di continuare, non vogliono spedire, minacciano di smettere la produzione.
Scrivono mail infuocate nelle quali pretendono che il cliente dall'estero mandi loro delle righe millimetrate da montare, oppure che accetti il prodotto senza di esse.
A questo punto si organizza una seconda spedizione in forze, con intenti però diplomatici.
La delegazione composta da me e dal collega "tecnico" di turno viene ricevuta dalla suddetta ciccionazza e dal suo capo, un tizio tignoso e magro dallo sguardo obliquo, del tipo che se ti passa accanto in strada subito controlli se hai ancora il portafogli.
Partecipa anche il "direttore commerciale", un altro tizio pure ciccionazzo che tanto non fa differenza perché non stacca gli occhi dal telefonino.
Unica luce in fondo al tunnel, il ragazzo che hanno appena assunto e che devo dire essere un vero prodigio: parla inglese come se nulla fosse, ha una formazione tecnica e... incredibile... quando gli parli , ti ascolta! Annuisce! RISPONDE!
Dopo i convenevoli e le lamentazioni di rito, durante le quali ci vengono elencate le disastrose conseguenze della presente crisi, tocca a noi... ed inizia la fase che in fondo preferisco: "Noi siamo qua per aiutarvi".
Come al solito esordisco con delle caute domande riguardo alle loro modalità di accettazione merce.
Risulta che vengono fatti dei controlli "a campione". Bene, dico, quali controlli?
Il silenzio imbarazzato della ciccionazza è molto eloquente.
Mi trattengo dal prorompere in quella che sarebbe la risposta più naturale e cioè "Allora brutta strega, finalmente abbiamo capito chi dobbiamo prendere a calci sui denti."
Molte spiacevoli esperienze però mi hanno insegnato che in queste situazioni la cosa più importante è ignorare la cosa per evitare di far perdere la faccia al malcapitato; in caso contrario ci si sarà creati un pericoloso nemico.
Quindi invece sorvolo abilmente e dico "Potremmo intervenire noi e proporre un metodo per i test di accettazione. In questo modo saremmo sicuri della qualità del prodotto e il cliente sarebbe soddisfatto."[1]
Parte quindi la spedizione (piuttosto fantozziana devo dire) al workshop, dove si mostra la superiore competenza tecnica occidentale misurando la riga millimetrata con un metro da muratore.
Vengono scattate anche delle foto, alle quali vengono aggiunti dei commenti in rosso. Le foto vengono inviate al magrolino tignoso il quale con somma gioia esclama: "Adesso sì che possiamo fare i controlli!".
Incredibile o meno questo è bastato e risolvere la situazione; evidentemente si trattava solo di un problema di rapporti interpresonali, dove nessuno voleva ammettere le proprie colpe e tantomeno sobbarcarsi una responsabilità in più.
Ho riportato qui le foto che hanno reso possibile il miracolo, con la partecipazione straordinaria del pollicione di "yours truly".
Note:
[1] Questo equivale a dire "Ci assumiamo noi la responsabilità", cosa che alle orecchie del fornitore cinese medio suona più o meno come "Hai vinto una vacanza all inclusive alle Barbados."
Con questo inizia una serie di post tratti dal libro che ho scritto e pubblicato:
I post non saranno pubblicati in un ordine particolare; questo primo post per esempio riguarda una storiella che fa parte dell'appendice.
Prima o poi renderò disponibile anche l'intero testo in formato epub.
Il seguente aneddoto è riportato dallo storico Si Ma Qian; si svolge nel periodo in cui i generali della nazione di Wu premevano per muovere guerra contro la nazione di Chu, ma il re tentennava.
Sun Zi era era nativo dello stato di Qi e in seguito alla fama conseguita scrivendo il suo libro He Lu, il re della nazione di Wu, lo chiamò al suo cospetto e disse: “Ho letto attentamente i tuoi 13 capitoli. Mi sarebbe lecito sottoporre le tue teorie di gestione dei soldati ad una prova?”
Sun Zi rispose che era disposto a sottoporsi alla prova.
Quindi il re chiese: “Potremmo fare la prova con delle donne?”
Sun Zi ancora rispose affermativamente; vennero quindi chiamate 180 dame dal palazzo reale. Sun Zi le divise in due compagnie, ponendo una delle due favorite del re a capo di ciascuna compagnia. Quindi distribuì lance e spade, e alla fine chiese loro: “Immagino che conoscerete già la differenza tra davanti e dietro, destra e sinistra?”
Le ragazze risposero affermativamente.
Sun Zi continuò: “Quando dico ‘guardare avanti’, voi dovrete guardare dritto avanti a voi. Quando dico ‘girare a sinistra’, dovrete girarvi a sinistra. Quando dico ‘girare a destra’, vi girerete a destra. Quando dico ‘dietrofront’, vi girerete dalla parte opposta.” Le ragazze assentirono nuovamente.
Finita la spiegazione, iniziò l’esercizio. Al suono dei tamburi, egli diede l’ordine: “Girare a destra!”
Le ragazze però scoppiarono a ridere, e Sun Zi disse: “Se i comandi non sono chiari, e gli ordini non sono compresi, la colpa è del generale.”
Quindi ripeté la spiegazione, e ricominciò l’esercizio. Quando diede l’ordine “Girare a sinistra!” nuovamente le ragazze si misero a ridere.
Egli disse: “Se i comandi non sono chiari, e gli ordini non sono compresi, la colpa è del generale. Ma se gli ordini sono chiari, e i soldati comunque non obbediscono, allora la colpa è degli ufficiali.”
Detto questo, ordinò che i comandanti delle due compagnie fossero decapitati. In quel momento il re stava osservando le manovre dal suo baldacchino sopraelevato; quando vide che le sue concubine preferite stavano per essere uccise, si agitò parecchio e mandò un messaggio urgente: “Siamo soddisfatti dell’abilità del generale nel comandare le truppe. Se saremo privati dalle nostre due concubine, la carne e le bevande perderanno il loro sapore. È nostro desiderio che esse vengano risparmiate.”
Sun Zi rispose: “Sono stato investito della carica di generale di queste forze di Sua Maestà, e in quanto tale ci sono ordini di Sua Maestà che non sono in grado di accettare.”
Si procedette quindi all’esecuzione delle due concubine, dopodiché altre due vennero promosse a comandanti di compagnia.
Fatto questo, rullarono i tamburi segnalando nuovamente l’inizio dell’esercitazione. Le ragazza stavolta si comportarono in maniera esemplare, girando a destra o a sinistra, marciando in avanti e all’indietro, in ginocchio o in piedi, con perfetta precisione, senza emettere un suono.
Quindi Sun Zi mandò un messaggio al sovrano: “I suoi soldati, o Sire, sono ora adeguatamente addestrati e disciplinati, e pronti per l’ispezione di Sua Maestà. Possono essere impiegati per qualsiasi incarico di cui Sua Maestà necessiti; ordinate loro di scagliarsi nell’acqua o nel fuoco, e non si azzarderanno a disobbedire.”
Il re rispose: “Il generale cessi le esercitazioni e ritorni all’accampamento. Non abbiamo desiderio di effettuare l’ispezione.”
Sun Zi disse: “Il re ama solamente le parole, ma non è in grado di farle diventare fatti.”
In seguito all’episodio il re He Lu si convinse che Sun Zi era effettivamente in grado di comandare un’armata contro Chu, e quindi lo investì dell’incarico di generale.
In seguito egli sconfisse la Nazione di Chu e prese la loro capitale, Ying; ispirò timore nelle nazioni di Qiu e Jin al Nord, e la sua fama dilagò tra gli altri principi feudali.
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