Zheng He 2

Seconda e ultima parte del post su 郑和.
Nel 1911 è stata trovata in Sri Lanka una stele scritta in Cinese, Tamil e Arabo e risalente al 1411, riportante un resoconto della visita di Zheng he.
Nel 2006 è stata pubblicata un’antica mappa cinese del mondo, copiata da una mappa ancora più antica (1418), che mostra l’America. L’origine è però controversa.
Sta di fatto che anche supponendo che i Ming fossero stati a conoscenza del Nuovo Mondo, comunque non hanno sfruttato l’occasione, lasciando all’Europa l’opportunità.
Per concludere, in Cina Zheng He è considerato un eroe mondiale; secondo alcuni avrebbe scoperto sia l’America che l’Australia, e al suo confronto Marco Polo scompare nella polvere.
Nel 1985 la sua tomba a Nanjing è stata ristrutturata; nel 2005 è stato aperto un mausoleo con parco a suo nome, vicino a Kunming.
Sono stati costruiti siti, coniate monete, stampati francobolli in quello che alcuni dicono essere parte di una manovra per spostare l’attenzione sugli eroi nazionali invece di idolatrare quelli stranieri.
Immagino che Marco Polo e Simbad il marinaio si stiano rivoltando nelle rispettive tombe…

Zheng He 1

Per la serie di post sui personaggioni cinesi, parliamo oggi di Zheng He 郑和 (Zhèng Hé).
Il suo vero nome era 马三宝 (Mǎ Sānbǎo), nacque nel 1371 nello Yunnan, di nazionalità Hui 回族 (Huízú) e fede musulmana.
Ai tempi lo Yunnan era saldamente in mano ai Mongoli; i Ming erano già da tempo saliti potere e li vedevano come il fumo negli occhi.
Nel 1382 i Ming (ri)conquistarono lo Yunnan e tagliarono le palline ad un po’ di gente compreso il povero Ma SanBao, all’epoca undicenne, che fu portato a 南京 Nánjīng per fare da servitore al principe 永乐 (Yǒng Lè).
Quest’ultimo gli diede il nome Zheng He; quando poi il principe divenne imperatore sottraendo il trono al fratello, Zheng He combattè fieramente a suo fianco e ne divenne il braccio destro.
L’imperatore fece un sacco di cose, tra cui ordinare a Zheng he di andare in giro per il mondo a fare l’esploratore.
Il termine “esplorazione” è forse un po’ ristretto, visto che Zheng partì con una flotta di 62 navi ed arrivò ad avere 20mila uomini sotto il suo comando.
Diciamo che andò in giro a fare un po’ di P.R. per i Ming, convincendo i sovrani locali a non alzare troppo la testa e portando a casa dei bei regali.
Zheng He fece 8 viaggi dal 1405 al 1433, visitando un sacco di posti tra cui Vietnam, Taiwan, India, Java, Persia, Arabia, Africa.
Al ritorno dall’ottavo viaggio trovò che l’imperatore era cambiato; il nuovo capo del celeste impero fu convinto dai suoi consiglieri dell’inutilità di continuare questo tipo di spedizioni, e quindi non se ne fece più niente.
In effetti, mentre le spedizioni di altre nazioni erano basate sui principi dell’espansione economica, quele cinesi erano solo dei viaggi “pubblicitari” per la gloria dell’imperatore, non avevano un vero ritorno economico.
Per essere più sicuri, i consiglieri distrussero anche i diari di Zheng He; quello che sappiamo oggi lo dobbiamo ai resoconti dei suoi marinai.
Peccato, perché poco dopo i Portoghesi incominciarono a stabilire colonie in Africa, poi in India, e alla fine arrivarono in Cina con gli effetti che sappiamo; se i Ming non fossero stati così impegnati a fare i “top manager”, i Portoghesi avrebbero trovato pane ben più duro da sgranocchiare, e forse oggi la geografia del mondo sarebbe diversa.

Novella 15

  1. 中文: 老瞎子有点可怜他了,停下来等他。
  2. 拼音: lǎo xiā zǐ yǒudiǎn kělián tā le, tíngxiàlái děng tā .
  3. Italiano: Il vecchio cieco si impietosì un poco, e si fermò ad aspettarlo.
  4. English: The old blind pitied him a little, and stopped to wait for him.

Note

  • 可怜: pietoso, poverino
  • 停下来: fermarsi

    1. 中文: “除了獾就是蛇,”小瞎子赶忙说,担心师父骂他。
    2. 拼音: “chúle huān jiùshì shé,” xiǎo xiāzǐ gǎnmáng shuō, dānxīn shīfǔ mà tā.
    3. Italiano: “Oltre al tasso c’era un serpente,” disse velocemente il piccolo cieco preoccupato che il maestro lo redarguisse.
    4. English: “Apart from the badger there was a snake,” said the little blind talking fast, worrying that the master would rebuke him.

    Note

  • 除了: oltre, eccetto
  • 獾: tasso
  • 蛇: un serpemte
  • 赶忙: in fretta
  • 担心: preoccuparsi
  • 骂: rimproverare; fa parte della frase più usata per spiegare i toni: 妈骂马吗? (māmàmǎma) “La mamma rimprovera il cavallo?”
  • Personaggi 01

    Mi piacerebbe fare una serie di post sui personaggi famosi cinesi, senza scendere troppo nel dettaglio perché su ognuno si potrebbero raccogliere biblioteche intere.
    Solo una specie di elenco, qualche data, tanto per sapere chi erano.
    Iniziamo dunque con 蒋介石 (Jiǎng Jièshí), altrimenti noto come Chiang Kaishek.
    Nacque nel 1887 in una piccola città del 宁波 (Nìngbō); constatando le difficoltà della Cina del tempo decise di dedicarsi alla carriera militare.
    Partecipò alla rivoluzione che portò alla caduta dell’ultimo imperatore e della dinastia Qing nel 1911, e fu uno dei fondatori del partito del 国民党 (Guómíndǎng), conosciuto come Kuomintang o Nationalist Party
    Crebbe politicamente sulla scia del leader rivoluzionario 孙中山 (Sūn Zhōngshān) Sun Yat Sen; dopo la morte di Sun, Chiang nel 1925 diventò capo del partito e leader della Repubblica Cinese (Republic of China, R.O.C.).
    Le sue abilità come comandante militare sono sempre state dubbie, ma nessuno può dubitare che fosse un politico di prima magnitudine: non solo riusciva a guidare una nazione tenendo assieme i signori della guerra, alcuni dei quali erano poco più che banditi: riuscì anche a vendersi come difensore della democrazia davanti a tutto il mondo.
    Gli americani boccaloni che speravano in una Cina democratica e cristiana gli mandarono ingenti aiuti per aiutarlo a spingere i giapponesi fuori dalla Cina, che avevano invasa durante la seconda guerra mondiale.
    Chiang usò gran parte di queste risorse per per prepararsi alla guerra contro i comunisti, e i giapponesi ne approfittarono alla grande.
    Alla fine della guerra i comunisti attaccarono davvero, in quella che è nota come la guerra civile cinese del 1945-49.
    Chiang fu sconfitto dai comunisti nel 1949 e scelse la via dell’esilio verso 台湾 (Táiwān) “Taiwan”, dove con i leader del suo partito fondò un governo in esislio a 台北 (Táiběi) “Taipei”, di cui divenne il leader nel 1950.
    Morì nel 1975.

    feste01

    Festività nazionali in Cina.
    Ci sono quattro feste ufficiali in Cina:

    1. 元旦 (Yuándàn) “Capodanno, New Year’s Day”, il primo Gennaio, festa di 1 giorno
    2. 春节 (Chūnjié) “Capodanno cinese, festa di primavera, Spring Festival”, primo giorno del primo mese lunare, 3 giorni
    3. 劳动节 (Láodòngjié) “Festa del lavoro, Labour Day”, primo Maggio, 3 giorni
    4. 国庆节 (Guóqìngjié) “Festa della nazione, National Day”, primo Ottobre, 3 giorni

    Questa è l’origine della diffusa credenza in base alla quale i cinesi fanno 9 giorni di ferie all’anno.
    Ini realtà in occasione del 春节 il weekend viene spostato in modo da avere comunque 3 giorni consecutivi.
    N.B.: attenzione: non si tratta di un ponte: per esempio se la festa cade di domenica, allora il sabato si va al lavoro e poi si sta a casa fino a martedì compreso.
    Per le altre tre feste si fa lo stesso cinema per stare a casa una settimana intera.
    Questa è una pratica iniziata nel 2000 come incentivo per l’economia (nonostante qualche sedicente uomo politico delle nostre parti sostenga che invece bisogna lavorare di più e fare meno vacanze!)
    Queste settimane di festa sono chiamate “Golden Weeks” (黄金周 huángjīnzhōu).
    Ci sono poi varie feste popolari di cui daremo l’elenco in un prossimo post.

    cani

    Eh sì, i cani in Cina… una volta, bei tempi, era vietato tenere cani in città.
    Ora è caduto anche quest’ultimo bastione, e sono istantaneamente comparsi milioni di botoli rognosi che infestano ogni metro calpestabile.
    Cara grazia, qui non sono ancora diffusi i guinzagli elastici che hanno reso le piste ciclabili di Milano più pericolose di un campeggio di strangolatori thug.
    Quasi tutti ‘sti cagnacci sono legati con dei guinzagli di dimensioni abbastanza limitate da non costringere i passanti ad offendere le proprie divinità ad ogni passo.
    Le razze più gettonate sono il volpino, il pastore tedesco e quello eschimese per tirare la slitta che non mi ricordo mai come si chiama.
    Non è che ce l’abbia con i cani, ma secondo me tenere un cane in città è crudele, perché soffre.
    Nota linguistica: “tenere un cane” si dice 养狗 (yǎng gǒu).