massaggi

Questa è una storia di seconda mano che mi è stata raccontata dall’amico a cui era capitata anni fa.
La riporto perché mi è capitato di raccontarla in questi giorni.
Il protagonista è l’ingegner P., che aveva trascorso un sacco di tempo in Malesia per lavoro. Si parla di anni ed anni di trasferte per costruire e collaudare impianti industriali.
Con il passare del tempo era diventato amico di un imprenditore malese con il quale aveva lavorato spesso, chiamiamolo Mr. I.
I due ne avevano passate assieme di cotte e di crude, finendo per sviluppare un’amicizia fraterna.
Siccome Mr. I. abitava da solo in una casa enorme l’ingegner P. era spesso invitato a trascorrere la notte nella stanza degli ospiti; alla fine la cosa era diveentata talmente regolare che il P. non andava nemmeno più in albergo e per la durata delle trasferte abitava fisso da Mr. I.
Accadde che Mr. I. dovette assentarsi per qualche giorno.
Chiamò quindi il P.: «Senti, ho chiesto ad una massaggiatrice di venire stasera a casa perché soffro di mal di schiena, ma io non posso esserci perché ho un affare urgente da sbrigare e devo uscire subito. L’ho già pagata; quando lei arriva, il massaggio fattelo fare tu”.
Quella sera il P. a casa da solo sentì suonare il campanello, e alla porta trovò una simpatica signorina malese: evidentemente era la massaggiatrice.
Spiegandosi a gesti, le fece capire di essere proprio lui il destinatario del massaggio.
Lei capì e lo fece sistemare, per poi somministrargli il massaggio; a detta del P. si trattò di un trattamento paradisiaco, e io già so che le malelingue si precipiteranno su facili illazioni a base di strozzacappone e happy ending, ma posso assicurare che il P. non è il tipo da lasciarsi andare a simili bassezze.
Finito il *normale* massaggio alla schiena, la massaggiatrice salutò e se ne tornò a casa.
Passò del tempo, il P. continuava a fare avanti e indietro tra l’Italia e la Malesia, sempre frequentando Mr. I.
Un giorno questo Mr. I se ne andò per i fatti suoi lasciando il P. solo nella sua grande casa, senza lasciare detto niente; una cosa normale visto che ognuno comunque faceva la sua vita, non è che andassero sempre a braccetto.
Quella sera ancora una volta suonò il campanello, e ancora una volta alla porta si presentò una simpatica signorina malese che tentò di dire qualcosa, ma il P. non capiva la lingua; la signorina poi non conosceva l’inglese.
Dopo qualche infruttifera pantomima l’ingegnere decise di farla accomodare, aspettandosi che Mr. I. tornasse entro breve.
Quelli erano tempi precedenti all’arrivo della telefonia mobile, e in mancanza di un mezzo per raggiungere l’amico non c’era effettivamente niente altro da fare.
Il tempo passava, e il P. ad un certo punto decise che era ormai troppo tardi per sperare in un ritorno di Mr. I.
Inutile lasciarsi sfuggire un’occasione del genere; decise quindi di approfittare del massaggio come la volta precedente.
La signorina all’inizio era riluttante ma lui fece del suo meglio per spiegare con ricche pantomime che non era il caso di preoccuparsi, che Mr. I. era un caro amico, che avevano fatto così anche l’altra volta, e così via.
Alla fine la signorina cedette e gli fece il massaggio; dopodiché se ne andò via.
Al ritorno di Mr. I., il P. gli disse: “Guarda, è venuta la massaggiatrice ma non era brava come quella dell’altra volta. Non mi ha lasciato molto soddisfatto.”
Mr. I. rispose: “Per forza, quella era il tecnico della compagnia tei telefoni, era venuta per controllare il collegamento a internet!”

sommergibile

Vorrei riportare in questa modesta sede un piccolo aneddoto che secondo me la dice lunga sullo stato delle cose nella Terra di Mezzo.
Tutto inizia con questa fake news:

4
This is fake

Riporto di seguito il testo a beneficio degli utilizzatori mobile che magari non vedono bene la figura.

Cina: l’esercito vara il nuovo sommergibile, che cola immediatamente a picco.
Il generale: “È un sommergibile, è normale che stia sott’acqua”
L’ingegnere capo: “Nessuno mi aveva detto che doveva anche tornare su”
La reazione dei media cinesi: “Successo al 50%”

Evidentemente non si tratta altro che di una delle centinaia di immagini più o meno divertenti che impazzano sui social.
Ora, di fronte ad una immagine del genere pensavo che chiunque avrebbe annusato l’inganno, specialmente considerata la collocazione in mezzo a centinaia di altre simili.
Dopo averla ricevuta e averci sogghignato per un bel pezzo l’ho subito girata a un po’ di persone: qualche amico storico residente in Italia, poi vista l’attualità dell’argomento anche a vari compatrioti “scappati di casa” che vivono e lavorano in Cina.
Risultato: dall’Italia, ben poche reazioni. Una cosa del tutto normale, direi.
Dalla Cina, sorpresa! Praticamente ci sono cascati tutti!
Mi hanno chiesto se era proprio vero, qualcuno mi ha chiesto il link all’articolo originale, uno si è perfino lamentato che qui (in Cina) “certe notizie” non le passano!
Secondo me questo la dice lunga su quello che dobbiamo accettare tutti i giorni dovendo andare per fabbriche tutti i giorni qui nel Celeste Impero.
Per non parlare poi dell’effettiva affidabilità del Made in China in generale, del delicato equilibrio tra i pro e i contro della globalizzazione in generale eccetera, ma non scaviamo troppo perché se no poi faccio la figura di quello che la butta sempre in polemica.

Azoto

L’altro giorno uno dei nostri va a fare l’ispezione in fabbrica e controlla alcuni doppi vetri che in passato avevano avuto dei problemi.
L’ispettore viene sempre seguito da un rappresentante della fabbrica, il quale segue le operazioni e in teoria dovrebbe accertarsi che venga fatto tutto come si deve; in pratica invece fa da parafulmine umano quando qualcosa va storto (quasi sempre).
Insomma ad un certo punto l’ispettore chiede al tizio cinese: «Attenzione a sigillarli bene questi vetri, se no esce l’azoto.»
Segue un sospettissimo silenzio del tizio cinese.
Allora il nostro uomo chiede: «Perché se no esce l’azoto che c’è dentro, no?»
Altro sospetto silenzio del cinese stavolta concomitante ad uno sguardo obliquo verso l’uscita dal capannone, curiosamente simile all’atteggiamento di qualcuno che stia pensando al percorso migliore per una fuga precipitosa.
«Dentro c’è l’azoto al 99% come abbiamo chiesto, vero?»
Il cinese, esaminandosi le unghie: «Ssiiiiiii…..»
«Come ssssiiiiiii, c’è o non c’è?»
«In pratica sì, l’azoto c’è»
«Come, ‘in pratica’? O l’azoto c’è, oppure non c’è, delle due l’una!»
«Ce n’è più di tre quarti.»
Morale: siccome la normale aria è composta dal 78% di azoto, i tecnici della fabbrica avevano deciso che così era più che sufficiente, senza considerare gli indubbi vantaggi quali non dover perdere tempo a maneggiare pesanti bombole e preoccuparsi del sigillante, perdite e chissà quali altri fastidiosi inconvenienti.
In fondo che cosa potrà mai succedere con una differenza del solo 21% rispetto alle specifiche, riguardanti per altro un banale (ma costoso) gas inerte quando sappiamo tutti che l’isolante perfetto è il vuoto etc… etc…

golden week

Oggi 10 Maggio 2021 si ritorna in ufficio dopo un risicato weekend composto dalla sola Domenica, i.e. Sabato 9 era giorno lavorativo in tutta la Cina.
Ohibò, come mai un giorno solo?
Come esposto in precedenza, è usanza dell’Impero concedere ai suoi amati sudditi il privilegio di godere delle festività nazionali anche più a lungo di quanto sarebbe dovuto.
Per esempio: la recentemente trascorsa festività del 劳动节 (Láodòng jié) “festa dei lavoratori” in base al calendario ufficiale è una festività di un giorno, che quest’anno miracolosamente cade di lunedì e quindi diventava di giorni 3, e cioé 1-2-3 Maggio.
Invece si sono aggiunti anche i giorni 4 e 5, per un totale di ben 5 giorni consecutivi di riposo.
Non è che i giorni in più siano piovuti dal cielo: si tratta di Sabato 9, di cui sopra, che è stato scambiato di posto con il 4 Maggio.
Domenica 25 ha subito lo stesso tristo destino andando a finire sul 5 maggio.
Succede che alla fine di ogni anno solare il solerte governo centrale emette un calendario di aggiustamenti ai giorni di riposo che precedono o seguono le date ufficiali, in modo da allungare il periodo di riposo.
Per esempio, questo doveva essere il calendario senza aggiustamenti, con dei normali wekend di due giorni e un giorno in più in occasione del Primo Maggio:

Aprile

Lu
Ma
Me
Gi
Ve
Sa
Do

19
20
21
22
23
24
25

26
27
28
29
30

Maggio

 
 
 
 
 
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9

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13
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15
16

Questo invece dopo gli aggiustamenti:

Aprile

Lu
Ma
Me
Gi
Ve
Sa
Do

19
20
21
22
23
24
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Maggio

 
 
 
 
 
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Come si evince dal pregevole calendario qui sopra, dal 25 al 30 Aprile si lavora per 6 giorni di fila, poi ci si stramazza sul divano per 5 giorni, poi altri tre giorni di lavoro seguiti da un solo giorno di riposo cioè il 9 Maggio, e infine si torna alla solita routine di sempre.
In seguito a rigorosi esperimenti scientifici posso affermare senza tema di smentita che un solo giorno di riposo non serve a una beata fava di niente.
Quelli che devono fare viaggi della speranza per tornare a casa e che non ce l’avrebbero fatta in soli tre giorni hanno tutto il mio rispetto, ma avrei preferito mantenere i normali weekend, per poi spararmene uno di tre giorni.
in effetti la mossa tattica sarebbe stata chiedere ferie per il 6-7-8, ma avrei rischiato di dimenticarmi tutte le password e non essere riconosciuto dai colleghi al mio ritorno.

RCEP

4
L’articolo nella gloriosa forma originale pervenutami

Trascrizione!

日本共同社28日报道说,中日韩及东盟等15国签署的区域全面经济伙伴关系协定 (RCEP) 当理在日本参院全体会议土获得批准,此前是本众院已批准该协定,这意味着RCEP在目本国会批准程序由此完成。
报道称,在日本批准前中国、新加坡与泰国已完成国内批准程序,并通知东盟秘书处。
目前,其他缔约国也在国内立法机构审查环节。
《日本经济新闻》称,现在焦点是RCEP何时生效,自前看年底可能性较大。
共同社称,于去年10月中旬签署的RCEP通过削减关税,知识产权等统一规则,在亚洲地区建立推进贸易自由化的大型框架。
已签署的15国经济总量和人口合计各占到全世界约三成。
日本经济产相梶山弘志曾将这一协定称为“亚洲贸易基石”。
《日本济新闻》认为,RCEP签署对于区域经济发展无疑是巨大成功,但由于中美对立持续加深,贸易纷争有可能再度加剧,经济安全与供应链问题也将再度成为舆论关注的焦点。
日媒报道称,根据日本政府此前预计,RCEP的签署将全面增加是本的出口、投资和消费,至少拉动日本GDP提升2.7%,就业增加约57万人。
RCEP成员国对目本工业产品征收的关税最终撒销率约为92%,这将对日本国内出口企业带来利好,而些前日方担忧的,对国内农林水产业的负面影响则较为有限。
其中最为关键的是,通过RCEP,日本首次和中国韩国分别达成双边关税减让安排,这意味着86%的中日贸易品以及83%的日韩贸易品将最终取消关税。
作为日本最大和第三大贸易伙伴,中国和韩国在日本对外贸易总额中占据约三成比重。

Traduzione! (rullo di tamburi…)

L’agenzia giapponese Kyodo news ha riferito il giorno 28 che il Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) firmato da 15 paesi tra cui Cina, Giappone, Corea del Sud e ASEAN dovrebbe essere approvato nella sessione plenaria del Senato giapponese. La Camera dei Rappresentanti aveva precedentemente approvato l’accordo , il che significa che il processo di approvazione del RCEP nell’attuale Congresso è così completato.
Secondo il rapporto Cina, Singapore e Thailandia hanno completato le procedure di approvazione interna prima dell’approvazione del Giappone e ne hanno informato il segretariato dell’ASEAN.
Al momento anche altri Stati firmatari sono nel processo di revisione della legislatura nazionale.
Il Nikkei (Nihon Keizai Shimbun) ha dichiarato che ora il punto focale è la data di entrata in vigore del RCEP, ed è probabile che si tratti di fine anno.
Kyodo News Agency ha dichiarato che il RCEP firmato lo scorso anno a metà ottobre ha istituito un quadro su larga scala per promuovere la liberalizzazione del commercio in Asia attraverso regole uniformi come la riduzione delle tariffe e i diritti di proprietà intellettuale.
La produzione economica totale e la popolazione dei 15 paesi firmati rappresentano ciascuna circa il 30% del mondo.
Il ministro dell’economia giapponese Hiroshi Kajiyama una volta ha definito questo accordo “la pietra angolare del commercio asiatico”.
Il Nikkei ritiene che la firma dell’RCEP sia senza dubbio un grande successo per lo sviluppo economico regionale.
Tuttavia, poiché l’antagonismo sino-statunitense continua ad aggravarsi, le controversie commerciali potrebbero intensificarsi nuovamente e le questioni di sicurezza economica e catena di approvvigionamento torneranno al centro dell’opinione pubblica.
I media giapponesi hanno riferito che, secondo le precedenti previsioni del governo giapponese, la firma del RCEP aumenterà le sue esportazioni, investimenti e consumi a tutto tondo, aumentando almeno il PIL del Giappone del 2,7% e l’occupazione di circa 570.000 persone.
Il tasso finale delle tariffe imposte dai membri RCEP sui prodotti industriali è di circa il 92%, il che porterà benefici agli esportatori nazionali giapponesi, mentre è relativamente limitato l’impatto negativo sui settori dell’agricoltura, foreste e industrie ittiche domestiche di cui il Giappone si preoccupa.
La cosa più importante è che attraverso RCEP, il Giappone, la Cina e la Corea del Sud hanno raggiunto per la prima volta rispettivamente accordi bilaterali di riduzione delle tariffe, il che significa che l’86% dei prodotti commerciali Cina-Giappone e l’83% dei prodotti commerciali Giappone-Corea del Sud finiranno per annullare le tariffe.
La Cina e la Corea del Sud, per il Giappone rispettivamente il partner commerciale più grande e il terzo in ordine di grandezza, rappresentano circa il 30% del commercio estero totale del Giappone.

(applauso)

tempi

Un po’ in ritardo ma vorrei dire che quest’anno durante il capodanno cinese non si è sentito nemmeno un botto, non un petardo, manco una scorreggetta.
Come cambiano i tempi… fino a qualche anno fa a capodanno c’era la guerra nucleare e adesso invece tutto si è svolto in un silenzio da cattedrale.
Di questo passo smetteranno anche di sputazzare per strada…

aspirina

Oggi mi è capitata un’esperienza surreale.

È venuto a cercarmi un collega lamentando mal di testa e chiedendomi se avessi un’aspirina.

Di aspirine non me ho mai avute, ho risposto, però mi sono anche offerto di andarla a prendere alla farmacia sotto, visto che il poverino stava male e anche se stava bene non sa una parola di cinese, che non è mica un difetto, però se devi andare in farmacia mica puoi metterti a mimare il mal di testa, specie di questi tempi.

Morale che mi infilo la mia bella mascherina e vado di sotto alla farmacia, dove vengo accolto da un burbero baoano che mi prende nomecognometelefonodadovevienidovevaiunfiorino, e mi rimbalza al commesso.

Il commesso tutto allegro pretende di capire cosa voglio, e come da manuale mi fa le domande di rito, e cioè se la voglio in polvere, in sciroppo, in supposta, in vena, in pomata, in collirio eccetera.

Ma io che mi ero preparato in anticipo gli faccio vedere la foto della normale scatoletta di aspirina.

Al che inizia il cinema: tira fuori un tablet e mi chiede come mi chiamo, numero di telefono, numero del documento di identificazione.

Un «Perché?» mi esce dalla bocca prima che abbia tempo di fermarlo.

«Semplice», risponde lui sempre più giulivo, «questo è un medicinale che richiede ricetta medica, quindi le chiedo i dati così il medico gliela può prescrivere.»

Sopraffatto da questa logica, prendo il tablet e scrivo dei dati inventati; sono sempre gli stessi, ho una identità fasulla mandata a memoria per questi casi. Prima o poi qualcuno si stupirà della non esistenza di questo tizio immaginario.

Attenzione che adesso arriva il meglio: il commesso prende il tablet, tap tap tap, parte una videochiamata con una tizia in mascherina.

Il commesso gli spiega che c’è uno che ha bisogno di un’aspirina per il collega con il mal di testa, e gira il tablet dalla mia parte in modo che quella possa vedermi in video (con la mascherina, il cappello di lana e la sciarpa).

Mi guarda per 0.2 secondi e poi dice «Va bene».

Il commesso si ripiglia il tablet, tap tap tap, e mi consegna la mia aspirina.

Che devo dire? Efficienza cinese? Efficienza “Fatta la legge, trovato l’inganno”?

Capiamoci: questi hanno sviluppato una APP su tablet APPOSTA per fare questo giochino.

Sono allibito, questo paese non finisce mai di stupirmi.

letti

Oooh molto bene, oggi niente rant, niente spruzzate di veleno a 360 gradi, niente urlacci, bensì un calmo e tranquillo post sulle abitudini cinesi, che bello.
Anzi vorrei introdurre un argomento particolarmente rilassante e cioè parlare di letti, i modesti ma indispensabili mobili della camera da letto.
Nella totalità delle case delle città cinesi i letti sono uguali a quelli che si trovano nelle altre parti del mondo: materassi, coperte, lenzuola etc…
Non appena si esce dalla città per una gita fuori porta però ci si deve confrontare con la dura realtà delle campagne.
Si tratta di una realtà dura perché è fatta di mattoni.
Si immagini una normale stanza, divisa a metà; la metà con la porta, dove si entra, ha il pavimento normale. Nell’ altra metà il pavimento arriva all’altezza di un tavolo, formando un enorme gradone.
Questo gradone ha nome 炕 (kàng), ed è fatto appunto di mattoni e cemento.

Con cassettoni
Se dorme
Con cassettoni
Mattoni e cemento

Sotto ai mattoni c’è una sorgente di calore che può essere di vario tipo in base al grado di modernità dei padroni di casa.
Il tipo più tradizionale ha un focherello tipo stufetta, alimentato a legna o a carbone. In questo caso l’interno del kang è fatto come un labirinto per consentire al calore di distribuirsi uniformemente prima di disperdersi tramite la canna fumaria.

Con cassettoni
un allegro focherello
Con cassettoni
Altro focherello
Con cassettoni
Ancora focherello

Salendo nella scala dell’evoluzione si ha il tipo con un fornetto che si può utilizzare per bollire la teiera; detto fornetto può anche essere situato in una stanza attigua con il doppio vantaggio di riscaldare due stanze contemporaneamente e anche di fornire acqua calda per l’onnipresente tè.
Al top della gamma ci sono i modelli riscaldati elettricamente, con termostato per il controllo della temperatura.

Con cassettoni
Con riscaldamento elettrico

In questo caso nello spazio libero sotto dove non è necessario creare il labirinto di mattoni vengono solitamente ricavati dei cassettoni dove riporre di tutto.

Con cassettoni
Con cassettoni

Una cosa non esclude l’altra, nel senso che posso avere un kang del tipo con il fuoco ma tenerlo spento, e sopra metterci uno scaldaletto elettrico.
La superficie del kang può presentare linoleum, stuoie di vimini, sottili assi di legno, piastrelle, insomma c’è una bella varietà.
Il primo impatto con il kang può essere traumatico, ma con l’abitudine si scoprono poi i lati positivi.
Ricordo che si parla di campagne, dove spesso l’impianto di riscaldamenteo è considerato un optional non necessario, anche nelle zone dove fa veramente freddo. In queste situazioni avere una larga superficie calda dove spaparanzarsi è proprio bello, e poi bisogna anche considerare che il kang diventa il centro della casa dove si sta tutti assieme e non solo si dorme ma si si guarda la televisione, si gioca a carte, si leggono libri e si mangia anche, seduti a gambe incrociate vicino a dei piccoli tavolini fatti apposta.
I tavolini sono utili anche per bere una quantità smodata del succitato e divorare quantità industriali di semi di zucca e girasole.

Con cassettoni
Se magna
Con cassettoni
Particolare dei tavolini

Qualche altra pretty pic:

Con cassettoni
Variante con cucina incorporata
Con cassettoni
Fuoco spento e stuoia di vimini
Con cassettoni
Tavolino
Con cassettoni
A cozy corner

camere rosse

红楼梦 (Hónglóu Mèng) “Il sogno delle camere rosse” è uno dei 四大名著 (sì dà míng zhù), i quattro pilastri della letteratura classica cinese, sui quali mi sono già sbilanciato in un precedente post, anzi rimando il fedele lettore a ripassare quanto detto riguardo alle possibilità di un reale apprezzamento dell’opera da parte di noi bianchetti.
Il ponderoso tomo è stato scritto a metà del 18mo secolo in piena dinastia 清 (Qīng, 1644-1911); l’autore è 曹雪芹 (Cáo Xuěqín) Cao Xueqin.
In questa sede aggiungo solo che questo romanzo vanta una schiera di appassionati paragonabile solo ai fedeli di Shakespeare in Occidente.
Letteralmente infinite sono state le opere derivate, tra cui la celeberrima serie televisiva (电视连续剧) degli anni ’80.
Merita un approfondimento la vita dell’attrice 陈晓旭 (Chén Xiǎoxù) “Chen Xiaoxu”, classe 1965, che nella serie ha interpretato il personaggio di 林黛玉 (Lín Dàiyù, chiamata anche 林姐姐 Lín jiějiě “Sorella Lin”).
Le storie riguardanti la produzione della serie televisiva meriterebbero a loro volta dell’attenzione letteraria, in quanto la troupe visse per un sacco di tempo a stretto contatto e pare che succedesse di tutto.
Diciamo solo che la nostra Xiaoxu conobbe il primo marito proprio sui set di questa serie.
Dopo l’esperienza come attrice nel 1989 decise di arruolarsi nell’esercito.
Devo chiarire che non bisogna immaginarsi la nostra eroina vestita da marine che fa il passo del leopardo su un percorso di guerra: la People’s Army dispone delle proprie compagnie teatrali, e lei semplicemente continuò la carriera di attrice accettando un posto sicuro da un datore di lavoro affidabile.
Comunque nel 1991 decise di lasciare l’esercito e fare l’imprenditrice, anche qui mietendo successi uno dopo l’altro.
A 32 anni era amministratore delegato di una azienda di pubblicità milionaria; poi diventò presidente e direttore generale di un’altra nuova azienda che ebbe ancora più successo, insomma una corsa vertiginosa costellata di premi a destra e a manca.
Questa donna eccezionale trovò anche il tempo di sposarsi una seconda volta.
Devota al buddhismo da sempre, pare che un giorno mentre era in macchina con un amico rimase molto colpita da un sermone del maestro Ven Chin Kung (more info su baidu, wikipedia), del quale abbracciò gli insegnamenti.
Nel 2007 prese gli ordini come monaca buddhista e nello stesso anno purtroppo morì di cancro al seno. Aveva 41 anni.
Qui ci sono delle foto: cctv.com

Laozi

Prosegue la fortunata serie sui personaggioni famosi cinesi.
Oggi si fanno due parole su Laozi 老子 “il vecchio maestro”, in molti testi chiamato Lao Tzu.
Pare che sia vissuto tra il 571 e il 471 A.C., oppure nel periodo degli Stati Combattenti del 4º secolo A.C, dipende dalle fonti.
Dico “pare” perché di preciso non si sa nemmeno se sia realmente esistito; ma andiamo avanti.
All’anagrafe 李耳 (Lǐ Ěr), ma secondo i costumi dei tempi ebbe anche altri altri nomi e nomigonoli, di cortesia e postumi, tra cui 字聃 (Zì Dān), 一字 (yī Zì), 伯陽 (Bó Yáng).
Filosofo, scrittore, fu lui a fondare il Taoismo, la religione indigena della Cina. O meglio, potrebbe essere anche il personaggio che ha raccolto in un sistema fruibile quelle che potevano essere una serie di credenze, filosofie o scritti precendenti.
Fattostà che esistito o meno, l’influenza di questo personaggio non può essere descritta nelle poche parole di un mero post di un fetecchioso blog come questo.
Basti dire che Lao Zi viene venerato come una divinità ancora oggi. OK, questo non è un buon esempio, vista la quantità di personaggi venerati come divinità al giorno d’oggi dai cinesi (il pantheon cinese deve essere un posto piuttosto affollato.)
Comunque, a lui viene attribuito il 道德经 (Dào Dé Jīng), o “Tao Te Ching” che dir si voglia, cioè il canone della religione taoista.
Ripeto: questo signore ha creato una religione che è stata il faro guida di una civiltà impareggiabile, religione che ancora oggi va alla grande.
Eccolo in tutta la sua sfolgorante bellezza in una immagine spudoratamente copiata da baidu:

Laozi

Nel pantheon taoista viene chiamato 太上老君 (Tài shàng lǎo jūn) “Vecchio gentiluomo delle altezze”.
Lo si può ammirare in praticamente tutti i templi taoisti; è raffigurato sempre come un vecchio dalla lunga barba, spesso in groppa ad un bufalo d’acqua.