benzina

Partimmo quindi da 程阳 (Chéngyáng) alla volta di 肇兴 (Zhàoxīng), un villaggio sempre di etnia 侗 (Dòng).
L’intenzione era di arrivare in tempo per assistere ai festeggiamenti della festa di 中秋节 (Zhōngqiūjié) “Mezzo autunno”.
In questa occasione i vari villaggi Dong organizzano delle gare di 芦笙 (lúshēng) “Lusheng“, uno strumento musicale fatto con le canne di bambù.
Ci sarebbe piaciuto molto assistere alle gare, per cui ci mettemmo in cammino di buon’ora.
Avevo il serbatoio della macchina quasi a metà, un’autonomia di più di 200 Km, per cui non mi preoccupai più di tanto della benzina.
Anzi avevamo deciso che quando l’autonomia fosse scesa a 150 Km, allora avremmo incominciato a guardarci attorno per una stazione di servizio.
Sfortuna vuole che per più di 200 Km non trovammo nemmeno una pompa della benzina; nemmeno una pompetta, una tanica, una bottiglia di benzina. Niente.
Chiedendo a destra e a manca, alla fine un poliziotto di un villaggetto di montagna ci indirizzò verso un sobborgo dei dintorni dove c’era una pompa della benzina.
Tutti speranzosi (con autonomia ormai a circa 20 Km) ci inerpicammo per una strada sì asfaltata, ma infestata di maligne buche impossibili da evitare.
Arrivati alla stazione di servizio venimmo accolti dal sorridente gestore, il quale ci informò gentilmente che causa il ponte festivo, l’autobotte della benzina non era passata e quindi di benzina non ce n’era.
Che fare? Disperati, chiedemmo in giro se in paese ci fosse qualcuno che vendeva benzina al dettaglio; in teoria è una cosa abbastanza grave, ma a volte le officine dove fanno riparazioni tengono qualche tanica di scorta.
Sembrava che ci fosse un tizio appena fuori dal paese noto per questo commercio in benzina (se ne deduce che in quella zona l’autista dell’autobotte deve essere un tipo abbastanza volubile).
Cercando di schiacciare il meno possibile sull’acceleratore, riuscimmo ad arrivare in questo postaccio maledetto con una autonomia pari a zero: serbatoio vuoto.
Si trattava del posto più desolato, sporco, polveroso e infame di tutta la provincia.
Tanto per mettere la ciliegina sulla torta, il trafficante di benzina non era in casa.
Ci mettemmo quindi ad aspettare assieme ad un paio di furgoncini e dei ragazzi in moto, tutti bisognosi di carburante.
Aspetta ed aspetta, non arrivava nessuno. Lascio immaginare cosa volesse dire starsene sotto al sole in questo scenario degno di Mad Max (o Kenshiro) con due bambini piccoli.
Il nostro compagno di viaggio, che è una lenza, nel frattempo aveva già fatto amicizia con tutti e ad un certo punto annunciò che andava a comperare la benzina.
Saltò dietro ad una moto guidata da uno dei ragazzi e repentinamente scomparve.
Il tempo passava tra polvere, sole e cambi di pannolino, fino a quando finalmente ritornò con una tanica da 20 litri!
Oh gioia!
Passammo quindi al riempimento del serbatoio con il prezioso (pagato 4 volte il valore normale!) liquido e quindi ripartimmo alla volta della nostra meta.

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