ristrutturazione

Oramai è passato un anno e mezzo da quando ci siamo trasferiti definitivamente nel nostro appartamento attuale.
Nelle ore più buie della notte, quando fisso insonne il soffitto (a causa di qualche manicaretto cinese consumato in quantità indecorose) ricordo ancora con orrore il periodo della ristrutturazione.
Qui in Cina gli appartamenti si vendono “nudi”, cioè non c’è dentro niente, non c’è l’intonaco sulle pareti, né il pavimento, ci sono solo muri di mattoni e l’impiantito di cemento nudo.
Se l’appartamento è di seconda mano, il prezzo è basato sul fatto che il nuovo occupante rimuova accuratamente ogni traccia di rifinitura e riparta da zero (in pratica, ciò significa che i soldi della ristrutturazione sono persi in ogni caso).
Devo dire che all’inizio eravamo entusiasti: che bello poter decidere dove far passare ogni cavo, ogni tubo, dove mettere ogni presa, tutto!
Ben presto però la dura realtà cinese ha imperiosamente imposto un freno al mio entusiasmo; a mia moglie no, perché essendo cinese sapeva già tutto da prima.
In particolare mi riferisco agli operai che vengono a fare i lavori. Perlomeno, il 98% di essi, perché in realtà qualche raro esempio di efficienza e professionalità esiste.
La caratteristica che accomuna tutti quanti è che fino a pochi giorni prima stavano in cima a qualche montagna oppure in mezzo a qualche deserto, per cui non hanno la più vaga idea di cosa tu stia dicendo.
Quelli più esperti, che sono scesi dalla montagna (o dall’albero, a volte) da più giorni, hanno imparato a fare una cosa, una cosa sola, e la fanno sempre allo stesso modo.
Ne consegue che qualsiasi cosa tu voglia, ti dicono di sì, sorridono, e poi fanno comunque quello che vogliono.
A lavoro fatto, quando arrivi a controllare, sono tre le scuse più diffuse:

  1. “Tanto è lo stesso”
  2. “Così è meglio”
  3. “Così costa meno”

Esempi.
Gesso: avevamo deciso che il gesso che la ditta di ristrutturazioni ci voleva mettere sui muri non ci piaceva, e volevamo un’altra marca con caratteristiche diverse.
Ebbene, incredibile dictu, gli operai addetti a carteggiare i muri si sono rifiutati di eseguire il lavoro.
Le scuse addotte avevano dell’incredibile, tipo “È troppo duro”, “Non abbiamo mai fatto una cosa simile”, “Non siamo sicuri di poter garantire un risultato adeguato”.
Non c’è stato verso: abbiamo dovuto cercare degli altri omini meno schizzinosi che si sono dedicati al lavoro senza fiatare e hanno tirato le pareti lisce.
Lapilli: Abbiamo chiamato un omino a montare il lavandino in bagno.
Avevamo deciso di fare un piano in cemento armato fissato su due pareti opposte e appoggiato alla terza, sul quale appoggiare un piano di vetro e quindi il lavandino.
Detto omino si è presentato in maniera molto professionale: attrezzi, materiali, tutto a puntino.
L’ho lasciato lavorare e sono andato a vedere altre cose.
Dopo un po’ sento il rumore della smerigliatrice angolare che morde il ferro, ma non ci faccio nemmeno caso. Poi per caso passo davanti alla porta del bagno, guardo dentro… Sommo orrore!
Stava tagliando un supporto di ferro, e le scintille della mola andavano dirette dirette sulle MIE piastrelle!
Allora l’ho fermato subito e gli ho detto: “Ma non vedi cosa stai facendo? Rovini tutte le piastrelle!”
Risposta: “Non c’è problema.”
Al che mi sono ‘irritato': “Questo è il MIO bagno, queste sono le MIE piastrelle e lo decido IO se va bene o meno.”
Al che mi sono messo a grattare via i lapilli attaccati alle piastrelle, accorgendomi che fortunatamente l’entità del danno era irrisoria.
L’omino intanto stava dietro di me a guardarmi grattandosi la testa perplesso a cotanta manifestazione di cocciutaggine forestiera.
Quando mi sono chinato per pulire le piastrelle sotto al piano, mi ha dato due colpetti sulla spalla e mi ha detto: “È inutile pulire lì, tanto non si vede!”
A quel punto ho incominciato a vederci rosso e a sputacchiare parlando mentre gli dicevo “Il bagno è MIO! Decido IO cosa pulire!”
Mi ha dovuto tirare via mia moglie con la forza.
Porta scorrevole Avevamo deciso di installare un piano di marmo sotto alla porta scorrevole del balcone. Questo voleva dire sostituire la guida in metallo dove scorre la porta.
Il giorno fatidico arrivano due ragazzi di 16 anni circa, capelli punk e sigaretta penzolante dalle labbra.
Portano una mola flessibile e nient’altro.
Si guardano in giro, trovano una piastrella e un tubetto di colla avanzato, e con questi tirano una riga approssimativa sul marmo.
Procedono quindi ad effettuare il taglio con la mola flessibile tenuta in mano senza nessun appoggio, con il risultato di effettuare un’incisione a dir poco ‘wobbly’.
Vabbè, fa niente, li lascio continuare.
Applicano il mastice, inseriscono la guida in metallo.
La porta non va su.
Il fighetto n.1 mi guarda attraverso la frangia dei capelli e dice: “Bisogna tagliare la porta”.
Sorvoleremo ora sul fatto che la porta scorrevole sotto ha un sistema di rotelline, che prima ci stava perfettamente, e sorvoleremo anche sulle pietose scuse addotte, tra le quali però brilla “Capita sempre, lo facciamo spessissimo.”
Morale, dopo avere interpellato vari altri omini, è risultato che avevano inserito la guida al contrario.
Tolta la guida, inseritala correttamente, tutto a posto.
Altri esempi con protegoniste le Ayi 阿姨 āyí, letteralmente “zietta”; il termine indica qualsiasi donna di una certa età e particolarmente le donne di servizio.
Ora proseguirò con due fatti che sono assolutamente veri al 100%.
Ayi n.1 Questa signora arriva dalla direzione del bagno e dice: “Si è rotta quella cosa attaccata al muro.”
“Quale cosa attaccata al muro?”
“Non so come si chiama.”
Vado a vedere, è il braccetto della doccia che si è smollato.
“Ma è la doccia! Si è rotta la doccia. Perchè non hai detto ‘doccia (淋浴 línyù)’?”
“Non so cos’è.”
Ayi n.2 “Signora Ayi, per favore puoi bagnare le piante?”
“Come si fa?”
(Pensando “Ma questa non arrivava dalla campagna?”) “Prendi l’acqua e la butti sulla pianta!”
La Ayi se ne va.
Dopo un minuto vado a vedere, aveva messo dell’acqua in una bacinella, inumidiva la punta delle dita nell’acqua e poi con essa spruzzava le foglie.

Potrei continuare all’infinito, ma questo rischia di diventare un unico ‘rant’ troppo lungo.
Come concludere? Dovrei ricordare che viviamo in una città piccola, probabilmente questo tipo di cose a Shanghai non succedono.
Non voglio mica dire che questa gente sia cattiva, anzi quello che fanno lo fanno con il cuore, solo che è difficile per noi europei abituarsi ad un sistema di pensiero così differente da quello con cui siamo stati cresciuti.
E poi bisogna comprendere la situazione di partenza: io stesso sono stato ospite in case di campagna cinesi con il pavimento in terra battuta, niente bagno, e solo un unico rubinetto in cortile.
Quindi, amici stranieri, attenzione a quando commissionate i lavori in casa: indagate attentamente le competenze delle maestranze, e seguite personalmente l’avanzamento di ogni singolo lavoro.

5 thoughts on “ristrutturazione”

  1. Amico mio… facciamoci coraggio… posso pubblicare questo post come prova a mio discarico che quello che scrivo e’ vero e non capita solo a me??
    Un Saluto

    TomcatUSA

  2. Invece nel subcontinente indiano fanno finta di non capire per non lavorare. Poi ti capita di beccarli che ridono perché pensano che ti hanno fregato…

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