beone

Girando con il bimbo piccolo al traino si finisce per conoscere una quantità di coppie giovani nella stessa situazione.
Recentemente ho conosciuto un tipo che dice di fare il pilota di caccia in una base militare; aveva organizzato la festa per i 100 giorni del figlio e ci aveva invitati.
In questo tipo di feste non succede niente di particolare; si va al ristorante, si mangia e si beve, è finita lì.
Chiaramente essendo l’unico straniero tutti vogliono fare il brindisi, quindi sono uscito un po’ alticcio, ma alla fine me la sono cavata bene (come diceva un mio vecchio caro amico, “si camminava agevolmente”).
Tempo dopo questo richiama e ci invita fuori a cena, me e altri amici, tutti con mogli e figli.
Però vedevo che gli altri erano un poco riluttanti, e a dire la verità lo ero un poco anche io perchè si trattava di andare fuori città dopo l’ufficio, che con un bimbo di pochi mesi non è cosa da poco: organizzare poppate, pannolini, passeggini, etc…
Comunque alla fine siamo andati, e ho scoperto l’orrida verità: il tizio è un beone professionista.
Alla cena si era portato una cassa di vino rosso portoghese; la sua idea di cena era praticamente bere continuamente fino a vedere chi stramazzava per primo sotto al tavolo.
Il problema era che non ci si poteva rifiutare di bere: ad ogni tentativo di rifiuto reagiva come se gli avessi sputato in faccia.
E la moglie al fianco non batteva ciglio! Bella sorridente reggeva il pupo come se niente fosse!
Ecco perchè gli altri erano riluttanti a partecipare alla cena: lo conoscevano da prima e sapevano chiaramente come sarebbe andata a finire.
Non contento, il tizio ci comunicava anche le statistiche: a vent’anni era capace di bere una cassa di birra senza battere ciglio, poi aveva calato un po’, poi ha ripreso, e via con altri dati sui vari tipi di superalcolici.
Naturalmente alla fine siamo usciti tutti barcollando, ma il tizio si considerava offeso perchè non avevamo finito di bere tutta la cassa!
Ma recentemente ho avuto la mia vendetta.
In un’altra occasione avevamo invitato un po’ di gente a casa, compreso questo ‘mbriacone.
Avevo messo a disposizione della birra, ma trovandosi a casa altrui questo non ha osato eccedere; si è quindi dato alla dialettica e ha arringato uno per uno tutti quanti su degli argomenti assolutamente noiosi.
Ad un certo punto, evidentemente a corto di argomenti, guarda l’appendiabiti dove avevo appeso il mio berretto e mi fa: “In Occidente tutti quando escono di casa si mettono il cappello?”.
Gli altri amici hanno alzato gli occhi al cielo, pensando “Eccolo, mò ricomincia con le sue ca..ate”.
A me si sono illuminati gli occhi, ma non ho dato a vedere e ho replicato: “Certo, naturalmente”.
Lui forse non si aspettava questa risposta, e insiste: “Ma come? Perchè?”.
Io: “Non lo sai? C’è una legge ben precisa. Ogni nazione ha la sua variante ma la sostanza è la stessa per tutti. È vietato uscire senza cappello.”
A quel punto qualcuno aveva già incominciato a subodorare la trappola, ma lui: “Una legge per il cappello?”.
Io: “Si tratta di cappelli speciali. All’interno c’è un rivestimento speciale che impedisce alle radiazioni di entrare nel cervello, così si evita di fare domande stupide.”
Ammetto di essere stato forse troppo perfido; essendo tutti cinesi gli astanti non hanno dato troppo sfogo alle emozioni, ma gli sguardi di soddisfazione che mi hanno rivolto mi hanno largamente compensato per la perdita del saluto di Mr. Beone!

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