Prosegue la fortunata serie sui personaggioni famosi cinesi.
Oggi si fanno due parole su Laozi 老子 “il vecchio maestro”, in molti testi chiamato Lao Tzu.
Pare che sia vissuto tra il 571 e il 471 A.C., oppure nel periodo degli Stati Combattenti del 4º secolo A.C, dipende dalle fonti.
Dico “pare” perché di preciso non si sa nemmeno se sia realmente esistito; ma andiamo avanti.
All’anagrafe 李耳 (Lǐ Ěr), ma secondo i costumi dei tempi ebbe anche altri altri nomi e nomigonoli, di cortesia e postumi, tra cui 字聃 (Zì Dān), 一字 (yī Zì), 伯陽 (Bó Yáng).
Filosofo, scrittore, fu lui a fondare il Taoismo, la religione indigena della Cina. O meglio, potrebbe essere anche il personaggio che ha raccolto in un sistema fruibile quelle che potevano essere una serie di credenze, filosofie o scritti precendenti.
Fattostà che esistito o meno, l’influenza di questo personaggio non può essere descritta nelle poche parole di un mero post di un fetecchioso blog come questo.
Basti dire che Lao Zi viene venerato come una divinità ancora oggi. OK, questo non è un buon esempio, vista la quantità di personaggi venerati come divinità al giorno d’oggi dai cinesi (il pantheon cinese deve essere un posto piuttosto affollato.)
Comunque, a lui viene attribuito il 道德经 (Dào Dé Jīng), o “Tao Te Ching” che dir si voglia, cioè il canone della religione taoista.
Ripeto: questo signore ha creato una religione che è stata il faro guida di una civiltà impareggiabile, religione che ancora oggi va alla grande.
Eccolo in tutta la sua sfolgorante bellezza in una immagine spudoratamente copiata da baidu:
Nel pantheon taoista viene chiamato 太上老君 (Tài shàng lǎo jūn) “Vecchio gentiluomo delle altezze”.
Lo si può ammirare in praticamente tutti i templi taoisti; è raffigurato sempre come un vecchio dalla lunga barba, spesso in groppa ad un bufalo d’acqua.