Oggi parliamo dello stratagemma 树上开花
“树上开花” si traduce letteralmente come “fioritura sull’albero”, “fiori sull’albero”.
Questo stratagemma prevede di presentare qualcosa di insolito o inaspettato per attirare l’attenzione dell’avversario, e poi sfruttare la sua sorpresa per colpirlo.
A differenza di altri stratagemmi dello stesso tipo volti ugualmente a distrarre l’attenzione del nemico con sottili sotterfugi, questo implica l’utilizzo di tecniche spettacolari e mirabolanti.
L’idea alla base di questo stratagemma è sempre la stessa, e cioè usare l’inganno e la sorpresa per sconfiggere l’avversario, ma inducendo il nemico a pensare “questa è troppo grossa, non può essere un trucco”.
La storia cinese è ricca di aneddoti del genere, su tutti citiamo come esempio quanto accadde nel 208 DC durante la 长坂坡大战 (cháng bǎn pō dà zhàn) “Battaglia di Chang Ban”, come raccontato nel 三国演义 (sān guó yǎn yì) “Romanzo dei tre regni”.
Tralascio di proposito tutto il pippone preliminare di chi ha attaccato/tradito/sconfitto/insultato chi, vengo al sodo e cioè alla mossa del generale 张飞 (Zhāng Fēi) “Zhang Fei”, quando il suo superiore 刘备 (Liú Bèi) “Liu Bei” dovette darsela a gambe di fronte all’invincibile 曹操 (Cáo Cāo) “Cao Cao” che lo stava inseguendo intenzionato a suonargliele di santa ragione.
Possiamo solo immaginare la faccia del povero Zhang Fei quando il suo furbo superiore gli ordinò di restare indietro a coprire la ritirata con solo una trentina di soldati a far fronte all’intera armata avversaria.
Comunque il valente Zhang Fei non si perse d’animo e ordinò ai suoi soldati di addentrarsi nella foresta e tagliare dei rami dagli alberi, di legarli ai cavalli e correre avanti ed indietro sollevando più polvere possibile.
Zhang Fei si mise sul ponte che conduceva alla foresta, da solo, sul suo cavallo nero, armato di una sola lancia.
Quando Cao Cao arrivò vide Zhang Fei bello tranquillo sul ponte, mentre dietro di lui un polverone in movimento suggeriva la presenza di un gran numero di soldati. Beh proprio tranquillo no, infatti pare che gridasse con voce tonante “我乃燕人张翼德也!谁敢与我决一死战?” ( wǒ nǎi yàn rén zhāng yì dé yě! shuí gǎn yǔ wǒ jué yī sǐ zhàn?) “Sono Zhang Yide (uno dei suoi tanti nomi) di Yan! Chi osa sfidarmi in combattimento all’ultimo sangue?”.
Fattostà che nonostante la sua leggendaria sagacia, Cao Cao credette che si stesse preparando un’imboscata e ordinò ai suoi di fermarsi, garantendo così il successo della fuga di Liu Bei.
In tempi moderni un ottimo esempio potrebbe essere la trasmissione radiofonica del 1938 quando l’allora quasi sconosciuto Orson Welles ebbe la brillante idea di raccontare “War of the Worlds” come se i fatti stessero accadendo realmente.
In quell’occasione moltissime persone credettero alla trasmissione, fino al verificarsi di episodi di isteria di massa.
Il furbo Orson vide la sua carriera proiettarsi nell’olimpo di Hollywood, con i risultati che tutti sappiamo.
Forse però la plama d’oro va alla “Operation Fortitude” nella WWII, quando gli alleati fecero credere ai nazisti che avrebbero invaso la Norvegia.
Leggendo di cosa furono capaci, viene da pensare che dopotutto gli alleati ebbero anche di che divertirsi: finti carri armati gonfiabili, finti aerei di cartone, finte trasmissioni in codici facili da decifrare, e l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Morale che i nazisti abboccarono inghiottendo tutta la lenza, l’amo e la canna, e dando così agli alleati un notevole vantaggio tattico quando invece sbarcarono in Normandia.