ingranaggi

Qualche anno fa facevo il grande manager in una fabbrica che comperava da un fornitore esterno un componente in bronzo, o in ottone, non ricordo.
Era un ingranaggio pesantuccio ma non particolarmente grande; si poteva tenere agevolmente in una mano.
La richiesta era che il materiale fosse sufficientemente resistente, e in questo caso la specifica era la durezza, che veniva misurata sulla scala Brinell.
A questo punto potrei forse farmi bello con descrizioni di sofisticati meccanismi di analisi molecolare, ma la realtà è come al solito molto più prosaica: alla fine per fare la prova della durezza si prendono dei punzoni e si massacra il materiale per vedere quanto profondi sono i buchi che si riescono a fare.
Chiaramente un materiale molto duro e resistente costa di più di un materiale morbido; il gioco dei fornitori è sempre il solito, cioè dosare attentamente le proporzioni delle materie prime e il processo di lavorazione in modo da ottenere un prodotto accettabile minimizzando i costi di produzione.
Il nostro fornitore era un cantinaro dei peggiori, e dire che di cantinari avevamo un vasto campionario; basti dire che l’unico fornitore buono del nostro portafoglio un bel giorno ha deciso che non ci voleva più come clienti, ma questa è un’altra storia.
Insomma questo qua stava sempre sul filo del rasoio; lo chiameremo Golosastro, per motivi che verranno chiariti più avanti.
Il reparto di controllo qualità effettuava dei test a campione sulle consegne: prendeva un po’ di questi ingranaggi e giù botte con punzoni appuntiti, annotando i risultati per poi calcolare delle statistiche. Alla fine se in un lotto si trovavano abbastanza pezzi accettabili allora il tutto veniva accettato, se no niente.
Detta così sembra semplice ma ogni volta col Golosastro era una guerra. Non ci si può immaginare il numero di telefonate, litigi, appelli e contrappelli alla logica e alla lunga collaborazione, insomma era una vera spina nel fianco. E gli puzzava pure l’alito di aglio.
Morale che una volta questo bel tomo consegna una partita dei suddetti ingranaggi che diciamocelo, faceva proprio pena. Il QC mi chiama e mi dice che stavolta si dovevano chiudere tutti e due gli occhi oppure anche con tutta la buona volontà non c’era altro da fare che non appioppare la giusta definizione: ciarpame.
Come da copione prendo il telefono e comunico la notizia al peracottaro: ⟪Senti “coso”, stavolta non ci hai dato ingranaggi, queste so’ girelle, vienitele a ripigliare.⟫
Con mio sommo stupore il “coso” non batte ciglio; anzi poco dopo arriva sul suo infame furgoncino, mi guarda storto (come sempre), prende su le sue cassette di ferraglia e se ne va. Rimango a fissarlo con i pugni sui fianchi mentre si allontana nella polvere del meriggio (mi è uscita così, sorry).
Passa un po’ di tempo, poi arriva la successiva consegna.
Memori della passata esperienza parlando col QC veniamo alla conclusione che per l’occasione bisogna stare particolarmente attenti, in quanto nell’aria si avverte un certo sentore di imbroglio (oltre che di aglio).
Quasi subito infatti Mr. QC mi chiama; vado a vedere, e vengo informato che la recente consegna consiste in realtà di due varietà di ingranaggi ben differenti, a ben vedere distinguibili anche ad occhio nudo: una parte è quasi accettabile, l’altra arriva evidentemente dalla consegna precedente. Sapendo che noi si faceva solo controlli a campione, “coso” ha pensato bene di mischiare parte delle girelle della volta prima insieme ai pezzi della nuova produzione, perché tanto si sa che gli stranieri sono tutti grulli.
⟪Fà una bella cosa⟫, gli dico, ⟪Stavolta li controlli tutti uno per uno, mi spiace che devi perdere tempo, e prepara uno dei tuoi punzoni, uno bello grosso a forma di “X”. Quando trovi una girella gli dai un bel colpo ma proprio forte, in modo che rimanga un segno evidente, che sia chiaro per tutti che non vanno bene. Così poi siamo sicuri che la prossima volta non ci viene il diabete per le troppe girelle che ci dobbiamo sorbire.⟫
Detto fatto, mettiamo da parte le merendine e aspettiamo la consegna successiva.
Il lettore avrà presente quel tipo di vulcano che sembra dormire, al massimo emette un pennacchio di fumo una volta ogni tanto; tutti se ne stanno tranquilli per secoli e poi senza nessun preavviso il vulcano esplode in una furia distruttiva senza pari lasciando molto stupite un sacco di persone in toga.
Questo è più o meno quello che è successo al golosastro quando ha visto le girelle punzonate, e si è reso conto che il suo astuto piano gli si era ritorto contro.
⟪Ma questi ingranaggi sono fatti su vostro design, non posso venderli a nessun altro!⟫ mi diceva sputacchiando con la faccia rossa come un pomodoro.
⟪Infatti il nostro design prevedeva anche delle specifiche di durezza che non hai rispettato. Se li facevi bene te li prendevamo tutti.⟫
⟪Ma io non ci sto dentro con i costi!⟫
⟪Ci dovevi pensare prima di firmare il contratto.⟫
⟪Allora non ve li faccio più!⟫
⟪Quella è la porta.⟫
⟪Non troverete nessuno che li faccia a questo prezzo!⟫
⟪Non per questo ci dobbiamo fare venire la carie ai denti con le tue girelle.⟫
E così via…
Alla fine se ne è andato, ma ha continuato a fare gli ingranaggi, e noi abbiamo continuato a fare i controlli 100%.
Di girelle ne abbiamo poi trovate ancora, ma non troppe.
Diciamo che periodicamente ha tentato ancora di rifilarcene qualcuna, ma l’abbiamo sempre beccato.

2 thoughts on “ingranaggi”

  1. la citazione della girella mi ha particolarmente commosso.

    Una volta ho avuto problemi con delle fusioni in ghisa di un fornitore vicino a wuhan….
    …eran tutte porose, ma venivano millantati misteriosi rimedi tecnologi.
    Alla fine han dovuto rifare gli stampi.

  2. Con le fusioni in ghisa bisogna stare attenti, anche io mi ci sono scottato (che battutoneee….)
    Prima o poi scriverò un post sul mistero della “cementite fantasma” che mi ha perseguitato in passato.

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