millimetri

Si va dal fornitore ad effettuare un’ispezione per un prodotto che monta delle righe millimetrate.
Ora, ai non iniziati questo dettaglio potrebbe sembrare insignificante.
In fondo che sarà mai una riga millimetrata? Un millimetro è un millimetro, uguale per tutti.
E invece si scopre che su molte di queste righe a fine scala c’è un errore di un millimetro, a volte 1.5.
Si controllino i disegni tecnici! Parte di corsa diretta verso gli “uffici” (una stanzuccia ricavata da un prefabbricato) la responsabile del controllo qualità.
Trattasi di una ciccionazza insopportabile con la voce da gallina e gli occhi da serpe, già nota per considerare il suo lavoro una fastidiosa seccatura che la distoglie dalle sue occupazioni preferite, e cioè dormire e spupazzarsi il telefonino.
Con somma sorpresa si constata che il disegno tecnico riporta una tolleranza, che è di 0.7 mm su due metri.
Viene istantaneamente sollevato un polverone che se fosse stato reale e non una figura poetica, sarebbe stato paragonabile a quello causato dall’asteroide che causò l’estinzione dei dinosauri. Gridano, si rifiutano di continuare, non vogliono spedire, minacciano di smettere la produzione.
Scrivono mail infuocate nelle quali pretendono che il cliente dall’estero mandi loro delle righe millimetrate da montare, oppure che accetti il prodotto senza di esse.
A questo punto si organizza una seconda spedizione in forze, con intenti però diplomatici.
ruler OK (1)
La delegazione composta da me e dal collega “tecnico” di turno viene ricevuta dalla suddetta ciccionazza e dal suo capo, un tizio tignoso e magro dallo sguardo obliquo, del tipo che se ti passa accanto in strada subito controlli se hai ancora il portafogli.
Partecipa anche il “direttore commerciale”, un altro tizio pure ciccionazzo che tanto non fa differenza perché non stacca gli occhi dal telefonino.
Unica luce in fondo al tunnel, il ragazzo che hanno appena assunto e che devo dire essere un vero prodigio: parla inglese come se nulla fosse, ha una formazione tecnica e… incredibile… quando gli parli , ti ascolta! Annuisce! RISPONDE!
ruler NOT OK
Dopo i convenevoli e le lamentazioni di rito, durante le quali ci vengono elencate le disastrose conseguenze della presente crisi, tocca a noi… ed inizia la fase che in fondo preferisco: “Noi siamo qua per aiutarvi”.
Come al solito esordisco con delle caute domande riguardo alle loro modalità di accettazione merce.
Risulta che vengono fatti dei controlli “a campione”. Bene, dico, quali controlli?
Il silenzio imbarazzato della ciccionazza è molto eloquente.
Mi trattengo dal prorompere in quella che sarebbe la risposta più naturale e cioè “Allora brutta strega, finalmente abbiamo capito chi dobbiamo prendere a calci sui denti.”
Molte spiacevoli esperienze però mi hanno insegnato che in queste situazioni la cosa più importante è ignorare la cosa per evitare di far perdere la faccia al malcapitato; in caso contrario ci si sarà creati un pericoloso nemico.
Quindi invece sorvolo abilmente e dico “Potremmo intervenire noi e proporre un metodo per i test di accettazione. In questo modo saremmo sicuri della qualità del prodotto e il cliente sarebbe soddisfatto.”[1]
Parte quindi la spedizione (piuttosto fantozziana devo dire) al workshop, dove si mostra la superiore competenza tecnica occidentale misurando la riga millimetrata con un metro da muratore.
ruler NOT OK
Vengono scattate anche delle foto, alle quali vengono aggiunti dei commenti in rosso. Le foto vengono inviate al magrolino tignoso il quale con somma gioia esclama: “Adesso sì che possiamo fare i controlli!”.
Incredibile o meno questo è bastato e risolvere la situazione; evidentemente si trattava solo di un problema di rapporti interpresonali, dove nessuno voleva ammettere le proprie colpe e tantomeno sobbarcarsi una responsabilità in più.
Ho riportato qui le foto che hanno reso possibile il miracolo, con la partecipazione straordinaria del pollicione di “yours truly”.

Note:
[1] Questo equivale a dire “Ci assumiamo noi la responsabilità”, cosa che alle orecchie del fornitore cinese medio suona più o meno come “Hai vinto una vacanza all inclusive alle Barbados.”

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