Ristoranti 3

Prosegue la trattazione dei ristoranti cinesi con la categoria che non solo in Cina ma in tutta l’Asia costituisce il filone portante della ristorazione popolare.

bancarella 1

Sto parlando delle bancarelle; in cinese “bancarella” si dice 摆摊 (bǎitān), mentre “mangiare alle bancarelle” si dice “去吃小吃” (qù chī xiǎochī).
Nel Guangdong e in tutto il Sud della Cina “bancarella” si dice 大排档 (dàpáidǎng), e quella dove vendono cibo è 小吃摊 (xiǎochītān), dove l’embulante di turno sciorina le sue leccornie generalmente per strada, avvalendosi di attrezzatura sommaria.
Fino a qualche anno fa al calare della sera queste bancarelle spuntavano dovunque; vendevano cibo di tutti i tipi, dalle cose più semplici fino anche a manicaretti di una certa complessità.
Niente anatra laccata, certo, ma non si deve mai sottovalutare l’ingegnosità dei cinesi, che (quando vogliono) con quattro pezzi di ferraglia sanno mettere in piedi delle cucine da campo semoventi veramente invidiabili.
La cosa bella era poi che il tutto avveniva all’aria aperta: gli ingredienti erano esposti in bella vista, si potevano scegliere a piacimento quelli più invitanti, e la cottura avveniva sotto gli occhi del cliente.
Poi il governo ha incominciato a premere sull’igiene, sono uscite leggi e normative che hanno costretto questi ristoratori “indie” a rintanarsi nei primi bugigattoli che hanno trovato, con il risultato che quello che una volta aveniva alla luce del sole (si fa per dire, visto che normalmente ci si andava alla sera) ora è circondato dal mistero di ciò che avviene nella penombra della cucina, dove per quello che ne sai quello che ti sta preparando la cena potrebbe essere uno scarafaggio gigante con il grembiule da cuoco, o una pantegana come nel film “Ratatouille“.

bancarella 1

Oggi si trovano ancora bancarelle e ristorantini di buona qualità e prezzi irrisori, ma bisogna spingersi un po’ fuori dal centro città.
Rimpiango un poco quando si usciva la sera e c’erano intere strade fiancheggiate da file ininterrotte di chioschetti che smerciavano cibarie di tutti i tipi, dall’Uyghur che faceva il kebab al pesce in casseruola dello Sichuan.
Facile anche fare nuove conoscenze, specialmente se il ristoratore aveva in dotazione qualche cassa di birra opportunamente parcheggiata vicino ai tavoli.

4 thoughts on “Ristoranti 3”

  1. Un vero peccato. Sei o sette anni fa il panorama delle bancarelle, soprattutto la sera, era molto vario e pittoresco.
    Nel sud est asiatico i bordi delle strade e i marciapiedi pullulano ancora di ristorantini ambulanti. La gente del posto ci e’ molto affezionata e la maggior parte degli stranieri si buttano e apprezzano.
    Anche in Thailandia anni fa il governo lancio’ una campagna di sensibilizzazione sull’igiene dei ristoranti (Clean food, good taste). Non fu utilizzata per chiudere le bancarelle ma per convincere i proprietari ad alzare i livelli di qualita’ e pulizia…

  2. Ecco, leggendo il post mi sono subito tornati alla mente gli odori, più che i sapori e, se c’è una cosa che non mi abbandonerà mai, quella è proprio l’odore orripilante del chou doufu (臭豆腐).

    1. Ah, chou dofu… Ora che abito a Hangzhou che ne è la patria, mi capita molto spesso di sentirne l’odore.
      Quando i cinesi mi dicono che il formaggio sa di piedi, ribatto sempre che l’odore dello chou dofu non è da meno, e qualche volta mi danno anche ragione.

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