alberghi

La classificazione del livello degli alberghi in una scala contraddistinta da stelle avviene tramite delle regole definite a livello nazionale.
Per esempio queste sono le regole in vigore in Italia, in base al “sistema a stelle”.

  • 1 stella: Ricevimento 12 ore su 24, pulizia delle camere una volta al giorno, dimensioni minime della camera doppia 14 metri quadri.
  • 2 stelle: Un punto di ristoro e l’ascensore. .
  • 3 stelle: Conoscenza di una lingua straniera da parte della reception (aperta almeno per 16 ore), 12 ore di servizio bar e tutte le camere dotate di bagno privato. .
  • 4 stelle: Due lingue straniere, bar e reception h 16/24, trasporto bagagli, camere doppie di almeno 15 metri quadrati e bagno di 4. .
  • 5 stelle: Reception h 24, portiere di notte, bar h 16/24, tre lingue straniere parlate, parcheggio h 24 e camere di 16 metri quadrati.

In Cina esistono delle regole ufficiali, ma io mi attengo al mio personale sistema di classificazione:

  • Si parte dal meno quattro stelle: C’è il letto, visibilmente utilizzato da più persone prima di te. Capelli sulle lenzuola, polvere e macchie di dubbia origine dappertutto. Bagno esterno oppure interno ma inutilizzabile. Appena entri nella stanza vieni assalito da un fetore di muffa.
  • Meno tre stelle: C’è un ventilatore, magari anche la zanzariera alle finestre. Bagno a distanza ragionevole.
  • Meno due stelle: Non si sente nessuna puzza strana quando si entra. Puoi toccare le tende alle finestre senza poi doverti lavare immediatamente le mani.
  • Meno una stella: La serratura della porta funziona regolarmente. Il bollitore dell’acqua per farsi il tè è utilizzabile, dentro non c’è ruggine né altri corpi estranei.
  • Zero stelle: Non si vedono scarafaggi né tracce recenti di passaggio di topi. Le pareti hanno un colore uniforme, niente muffa o macchie nere di umidità.
  • Una stella: Compaiono televisione e condizionatore.
  • Due stelle: La televisione funziona. Bagno in camera. Bottigliette di acqua sul comodino. Non vieni disturbato ogni mezz’ora da ragazze che ti offrono “massaggi”.
  • Tre stelle: Il condizionatore non ti tiene sveglio la notte con un rombo da cacciabombardiere. Se chiedi qualcosa al servizio in camera, te lo portano.
  • Quattro stelle: Il personale dell’albergo ha una vaga idea del motivo della propria presenza in albergo. Qualcuno da’ addirittura l’impressione di avere lavorato lì da più di un giorno.
  • Cinque stelle: Qualcuno spiccica qualche parola di inglese, tipo HE-LO, GU-DE-MO-NIN, BAI-BAI. Due o tre canali internazionali alla televisione. Bustine di Nescafè in camera.
  • Sei stelle: Lo scarico della doccia funziona regolarmente. L’inglese della reception permette di fare check-in e check-out senza dover diventare paonazzi e urlare senza contegno.
  • Sette stelle: Colazione occidentale con cappuccio e brioche. Inglese fluente.
  • Otto stelle: Se fai la doccia senza le ciabatte che ti sei portato da casa, non ti prendi una micosi.

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17 thoughts on “alberghi”

  1. Il meno quattro stelle cinese l’ho provato… ma poi sono andata a vivere in India e poi in Nepal e mi sono resa conto che c’è di peggio!
    Speriamo che la Colombia (prossima tappa) sia meglio.

        1. Pensa che una mia amica c’e’ stata, cioe’ ha passato una notte in una scatola di cartone, pero’ non su un marciapiede.
          Stava in una citta’ piccola dove non c’era piu’ un buco da nessnua parte, era tardi e lei era andata al posto di polizia a chiedere cosa poteva fare.
          L’hanno portata in un teatro dismesso dove c’erano dei senzatetto sistemati alla bell’e meglio.

  2. Era a Xian, con un gruppo misto cino-tibeto-malese. Noi unici occidentali. Abbiamo dovuto subire. La stanza aveva i soliti letti gemelli così sporchi e puzzolenti che ci abbiamo steso sopra un telo (il famoso telo pronto soccorso che Dario ed io abbiamo sempre quando giriamo con asiatici in Asia). Il pavimento sembrava uscito da una discarica, nell’armadio abitava una pantegana (topo di chiavica) con la prole. Del bagno non voglio nemmeno fare menzione… pensa che ci siamo ritrovati tutti nei campi… perfino i tibetani. E perché un tibetano ruspante (non occidentalizzato) dica che un posto è sporco da fare schifo…

  3. L’ultima volta che sono stato a Guangzhou ho alloggiato presso un hotel che da’ sul piazzale della stazione centrale. Rinnovato di recente, credo si attesti sulle 3 stelle: pavimento in legno, lenzuola pulite, tv, condizionatore/riscaldamento, bagno in ordine, accesso internet. Tuttavia i dettagli piu’ caratteristici della societa’ cinese non li gratti via cosi’ facilmente. Riporto un paio di appunti di viaggio a proposito:

    – Il personale alla reception dell’hotel è piuttosto scorbutico: anche se pago la stanza in contanti ho l’impressione che mi si stia facendo un favore.
    – L’hotel è stato rinnovato di recente (e i prezzi sono quadruplicati dall’ultima volta che ci sono stato) ma qua e là si possono notare delle tracce della vecchia struttura: il legno della porta del bagno è marcio, c’è una vecchia macchia sulla parete vicino a un mobile, un graffio d’annata sul battiscopa…
    – Gli scorbutici dipendenti dell’hotel riescono a diventare ancor più scorbutici quando chiedo se posso avere una cartina della città. Ovviamente, oltre a essere trattato come un mendicante, non riesco a procurarmene una.
    – Il personale dell’hotel alza la magnitudo della propria scontrosità fino al livello tre quando chiedo dov’è lo sportello bancomat più vicino…la risposta è: “Nel piazzale!” Sfortunatamente il piazzale della stazione di Guangzhou è uno degli esempi di architettura urbana più complessi al mondo…è come se mi avessero risposto: “Da qualche parte là fuori, non troppo lontano e non troppo vicino…”

    Tutto secondo copione insomma…

    1. Quando fanno così è perché sono dipendenti a stipendio fisso, e non hanno incentivi (monetari) a comportarsi meglio di così.
      È sempre il solito problema dell’atteggiamento da statale: certo che gli dai fastidio, disturbi il loro dolce far niente e a trattarti bene non ci guadagnano nemmeno un soldino.
      Sono stato invece in ostelli piccoli piccoli gestiti da ragazzi che con i clienti si guadagnavano da vivere, e mi hanno trattato come un principe.

      1. Non e’ giustificabile ma in effetti ha senso. Anche all’anagrafe in Italia non sempre ti trattano con il guanti di velluto…

  4. E’ un atteggiamento che ho trovato molto comune in molti paesi ex, o semi comunisti. Accompagnato dall’apparente incapacità di ascoltare e capire più di una cosa per volta. Tipo, scusi dov’è il ristorante e posso avere la chiave della mia camera contemporaneamente….

  5. sei stato troppo gentile nel 5 stelle: quando spiccicano 3 parole in inglese, nella mia esperienza, l’unico canale internazionale che trovi e’ ancora CCTV international, di solito in francese, e buste di nescafe’ non le ho mai viste!!! ;-)

    pero’ sono appena stato in un 2 stelle (cinesi) di beijing: pulito e ottimo prezzo, esattamente nella zona dove mi serviva.. alla reception forse non parlavano neanche 3 parole di inglese, ma nessun problema al check in/out! son rimasto sorpreso! (avevo prenotato con ctrip, ma non vuol dire nulla – spesso hanno problemi a trovare il nome nel passaporto)

  6. Non son stato mai in cina e dopo di sappere di una sistema con `meno di stelle` Non credo che vorrei andare! Mi piace bene l`america del sud grazie! Però mi interessa sentire delle storie.

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