Ci sono molte situazioni dove i 36 stratagemmi tornano utili.
Per esempio concludendo un intervento in una riunione: “E quindi ritengo che dovremmo dare dei segnali indiretti al fornitore per fargli capire che queste cose non si fanno, ma senza per questo inimicarcelo. D’altra parte come dite voi, 指桑骂槐, vero? (whink, whink)”
Se si riesce a concludere un intervento in questo modo, si può star sicuri che in sala calerà un silenzio attonito, e nessuno oserà ribattere.
Primo, perché tutti saranno ammutoliti dallo stupore nel constatare che l’omino bianco ha snasazzato nelle pieghe più riposte della loro cultura.
Secondo, perché ribattere ad una conclusione del genere sarebbe come criticare la propria millenaria cultura in pubblico, e prima di fare una cosa del genere in pubblico un cinese ci pensa parecchie volte, non due.
Procediamo quindi con un altro dei miei preferiti:
Il dizionario dice “inadvertently alert an enemy/opponent” oppure “punish sb. as a warning to others”.
Detta così sembra la stessa cosa di quello del gelso e la locusta, ma la questione è ben diversa.
Qui si tratta di un avversario che vuole tenere nascosta una situazione a lui favorevole; si fa quindi una sceneggiata cercando di provocare una sua reazione in modo da portare le carte allo scoperto e così annullare il suo vantaggio.
Mettiamola così: a volte sospettiamo che da qualche parte ci possa essere un pericolo latente, e vorremmo scoprire se il sospetto è fondato.
Oppure si tratta di una altrui malefatta ben nascosta, che vorremmo portare alla luce in modo che tutti sappiano.
Nella vita reale, le applicazioni di questo stratagemma sono più comuni di quanto si pensi.
A tutti sarà capitato sapere che un amico è stato mollato dalla ragazza; però non sarebbe sarebbe carino spifferare subito la notizia ai quattro venti.
Al primo ritrovo al bar però pioveranno frecciatine sull’argomento fino a quando il poveretto non potrà fare a meno di riconoscere pubblicamente la propria situazione.
Consideriamo quindi il caso di un adolescente a cui piaccia una ragazza, e sospetti anche che questa a sua volta abbia un debole per lui.
Per accertarsene potrebbe aspettare l’occasione giusta, per esempio una festicciola, e fare il brillante in pubblico con altre amiche, sperando di provocare nella sua bella una reazione dettata dalla gelosia.
Prendiamo ora ad esempio un caso di vita di ufficio.
Diversi colleghi allo stesso livello sono in lizza per una promozione, e il capo probabilmente ha già un nome in mente.
Ma la cosa viene tirata per le lunghe, come fare per accelerare la decisione ufficiale?
Al primo intoppo, si butta benzina sul fuoco e si trasforma il problema in una tragedia, spingendo il capo ad affidare la patata bollente al suo prescelto.
Va detto che il prerequisito fondamentale per attuare questo stratagemma è di conoscere a fondo le condizioni al contorno, altrimenti si rischia di sprecare energie senza ottenere niente, o peggio rimettendoci pure.
Lo stratagemma è citato volentieri anche nella versione al negativo, cioè “non pestiamo l’erba, correremmo il rischio di spaventare il serpente”; in Italia si direbbe “lascia stare il cane che dorme.”
ma gli stratagemmi non li aveva scritti Sun Tzu?
Caro Stefano non hai fatto i compiti, cioè non hai seguito i link del primo post.
Alcune sorgenti attribuiscono gli stratagemmi a 孙子, ma non ci sono evidenze storiche a riguardo.