Ramen

I 拉面 (lāmiàn), a volte indicati come “spaghetti cinesi”, sono indubbiamente il cibo più diffuso in tutta l’Asia.
Chiaramente i cinesi dicono che sono stati loro ad inventare la pasta, e per quanto ci si ostini ad argomentare, ci sono ritrovamenti archeologici che dimostrano che i cinesi la preparavano già 4000 anni fa, quando in Italia si viveva su palafitte.
Io personalmente sono propenso a credere che certe cose siano state inventate indipendentemente in più luoghi diversi, e mi si concederà la presunzione di ritenere che questa teoria sia più ragionevole di quella di Marco Polo che torna dalla Cina con gli spaghetti nella borsa.
Allo stesso modo non è chiaro quando la versione giapponese fece la sua comparsa, ma la pronuncia ラメン (ramen) mi puzza molto di traslitterazione di 拉面.
Il ramen conta i suoi fan: c’è il museo del ramen (in giapponese, e un ‘altra pagina dedicata).
Consiglio a tutti di cercare il mitico film “Tampopo” per capire quali sono i sentimenti dei giapponesi per i loro ramen.
Lasciamo però simili disquisizioni agli appassionati e passiamo ora al punto focale del post, e cioè i 方便面 (fāngbiànmiàn) “instant noodles”.


Instant noodles


Personalmente mi ricordo di aver visto per la prima volta una confezione di 方便面 in un cartone animato di Lupin Terzo (ルパン三世, per gli otaku.)
Il giro d’affari degli spaghetti istantanei è qualcosa di colossale.
Ne vengono consumati quasi 50 miliardi di confezioni all’anno solo in Cina, e 100 miliardi nel mondo…
CENTO MILIARDI…. non per nulla vengono considerati la più grande invenzione giapponese del 20mo secolo.
Ma chi li ha inventati?
È stato un quieto omino a nome 安藤 百福, Andō Momofuku nel 1958, alla non proprio tenera età di 48 anni!
Il buon Andō voleva risolvere un problema molto concreto, cioè la fame dei suoi connazionali nel dopoguerra.
Dopo mesi di tentativi condotti nel suo laboratorio casalingo, il buon Andō ebbe l’illuminazione (in realtà furono 7 illuminazioni, una per ogni aspetto del problema) e riuscì ad ottenere un prodotto commercializzabile.
Inizialmente i suoi Chikin Ramen (チキンラーメン) costavano addirittura di più degli spaghetti normali, ma avevano il vantaggio di poter essere prodotti in massa.
Il successo commerciale arrivò negli anni della ricostruzione quando l’economia riprese a girare.
Il prodotto acquisì poi popolarità internazionale quando Ando introdusse la vaschetta di polistirolo (all’età di 61 anni!)
Approfondimenti: Andō, museo, museo (in giapponese)
Andō ci ha lasciati nel 2006 (a 96 anni), ma bisogna proprio dire che ha lasciato un segno indelebile sul mondo intero.
Tutti a mangiare 方便面!

6 thoughts on “Ramen”

  1. Indubbiamente il ‘ramen’ è un’invenzione giapponese, mi ricordo da piccola i primi ramen che si trovavano sul mercato erano soltanto del marchio 出前一丁. E per facilitare la consumazione di questo cibo nuovo, si trovavano anche le scodelle con coperchio di plastica fatte apposta, basta un po’ d’acqua bollente, ed ecco pronta la prima colazione.
    Però il 拉面 per noi indica esplicitamente quel tipo di noodles fatti a mano, soprattutto si usa nella Cina settentrionale, che ha un gusto tutto suo. Il resto è solo taroccato. ^o^

    1. Eh lo so… non c’è nessun confronto tra 拉面 e 方便面,sono due cose completamente diverse.
      È come confrontare una pizza “bufala” cotta nel forno a legna con una di quelle ignobili focacce che ti rifilano al Pizza Hut.

  2. Un altro post molto interessante. Punti l’argomento e zac! Il tuo blog ha un vago (nemmeno tanto) carattere investigativo.
    A proposito degli instant noodles, se la memoria non mi inganna mi sembra che letteralmente fangbianmian significhi “convenience noodles” dove la parola convenience è la stessa che si usa per i convenience stores, minimarket tipo 7eleven, no? Convenienti nel senso inglese di “comodi, rapidi” non in quello italiano di economici. Ma magari sto prendendo un abbaglio, visto che per ingannare il coprifuoco thai ho appena aperto una birra.
    E i ramen comunque si mangiano anche nella forma non instant, no?

    1. Beh sono molto contento che a qualcuno sia piaciuto, temevo di avere fatto solamente un minestrone… ha ha ha… “minestrone”… come sono simpatico.
      Mi sa che il carattere “investigativo’ del blog è una deviazione professionale, infatti passo gran parte del mio tempo a scrivere procedure di lavoro.
      Potrei anche dire “spreco il mio tempo” perché tanto poi nessuno le rispetta… sigh
      Così devo poi sprecare il tempo rimanente a fare riunioni in cui leggo ad alta voce quello che ho scritto.
      Comunque, 方便 significa proprio “comodo, conveniente, facile da usare”; non l’avevo scritto nel post, mea culpa, grazie per averlo ricordato.
      La parola ramen indica proprio la versione originale, quella non instant che esce dalle sapienti mani di un cuoco.
      Gli “instant” sono una pallida e lontana imitazione.

      p.s.
      “Coprifuoco thai?”

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